Sono state preparate raccomandazioni cliniche sulla contraccezione per le donne a rischio

Il progetto include tutti i metodi moderni di sterilizzazione: ormonale, non ormonale e chirurgica. Si privilegia un approccio personalizzato: il medico deve tenere conto dell'età, della storia clinica, dell'indice di massa corporea, della pressione sanguigna e dello stile di vita del paziente.
Vengono inoltre stabilite le regole del supporto diagnostico. Prima di prescrivere o installare contraccettivi, vengono forniti esami di base: esame microscopico delle secrezioni prima dell'inserimento di un dispositivo intrauterino (IUD), test per le infezioni nelle donne a rischio, ecografia degli organi pelvici e, se necessario, delle ghiandole mammarie. In caso di ciclo irregolare, viene eseguito un test per la gonadotropina corionica per escludere una gravidanza. Se la paziente si è sottoposta di recente a una visita medica, i risultati possono essere presi in considerazione senza ripetere le procedure.
I punti chiave includono i dati sui rischi associati ai contraccettivi orali combinati (COC). Il loro uso aumenta la probabilità di tromboembolismo venoso di 3-3,5 volte, ma il rischio assoluto rimane basso: 5-12 casi ogni 10.000 donne all'anno contro i due casi per chi non assume i farmaci. Inoltre, ogni 10 anni di utilizzo di COC aumenta il rischio di cancro al seno del 14%, mentre per le donne con fattori di rischio ereditari, i tassi rimangono paragonabili alla popolazione generale.
Le regole per la scelta della contraccezione per le donne in situazioni cliniche particolari sono prescritte separatamente. Pertanto, durante la perimenopausa, si dà la preferenza a metodi non ormonali e dispositivi intrauterini (IUD), mentre l'uso di contraccettivi orali combinati (COC) è possibile solo tenendo conto dell'età e dei fattori di rischio. Viene inoltre specificato il periodo di tempo entro il quale è necessaria la protezione durante la perimenopausa: fino a due anni dopo l'ultima mestruazione nelle donne di età inferiore ai 50 anni e 1 anno dopo la menopausa nelle donne di età superiore ai 50 anni (se necessario, fino a 55 anni).
Per le donne obese, è stato dimostrato che l'efficacia dei sistemi transdermici diminuisce con un peso corporeo di 90 kg. In questo gruppo, i dispositivi intrauterini (IUD) sono considerati ottimali, compresi quelli ormonali, così come gli schemi progestinici. Durante l'allattamento, si sconsiglia l'uso di farmaci contenenti estrogeni. Si raccomandano invece metodi di barriera (ad esempio, il preservativo) o farmaci progestinici, che non hanno un effetto negativo sull'allattamento e sulla salute del neonato.
Secondo uno studio del 2021, la consapevolezza delle donne russe sui metodi contraccettivi rimane elevata: il 98% conosce i preservativi, l'87% i contraccettivi ormonali combinati (COC) e il 71% gli IUD contenenti rame. Tuttavia, l'uso effettivo mostra un quadro diverso: il 45% delle donne usa i preservativi, il 30% i contraccettivi ormonali combinati (COC) e l'interruzione dei rapporti sessuali rimane al terzo posto, al 23%. Questo quadro è completato da dati precedenti di VTsIOM e Gedeon Richter: nel 2018, il 41% delle donne ha dichiarato di non aver mai usato contraccettivi ormonali, il più delle volte per timore di effetti collaterali.
Le linee guida cliniche mirano a cambiare la situazione. Il documento è rivolto non solo ai medici, ma anche ai pazienti: la scelta del metodo dovrebbe essere fatta congiuntamente, sulla base di informazioni complete sulle possibilità e sui rischi. Secondo il ROAG, l'introduzione di nuovi standard ridurrà il numero di gravidanze indesiderate e migliorerà il livello di salute riproduttiva della popolazione.
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