Il CJC chiarisce ai consigli locali che possono fornire assistenza agli stranieri in situazione irregolare.

Il Consiglio consultivo giuridico della Comunità Valenciana (CJC) ha affermato in uno dei suoi ultimi pareri che i consigli locali hanno l'autorità di "concedere e pagare benefici economici individuali ai cittadini stranieri che, anche se privi di NIE (Numero di identità nazionale), sono registrati come residenti e possiedono un altro documento di identità, come una copia del passaporto o un certificato di registrazione valido". In seguito alle preoccupazioni sollevate da un consiglio valenciano che ha concesso aiuti agli immigrati clandestini, l'organismo consultivo conferma che tali benefici possono effettivamente essere erogati.
La domanda del Consiglio comunale era se gli enti locali, in quanto autorità più vicina, potessero erogare sussidi a questo tipo di individui che, indipendentemente dal loro status giuridico, "in molti casi hanno minori a loro carico o si trovano in una situazione di vulnerabilità per motivi umanitari".
Un consiglio comunale ha chiesto se poteva fornire assistenza agli immigrati che avevano minori a carico e che si trovavano in situazioni vulnerabili.Un dibattito ricorrente è quello in cui alcuni partiti politici mettono in discussione gli aiuti pubblici ai migranti o, addirittura, cercano di limitarne l'erogazione, sostenendo che i nati in Spagna debbano avere la priorità. In effetti, Vox aveva già proposto, nel processo di modifica della Legge di accompagnamento alla Finanziaria 2025, di vincolare l'erogazione dei sussidi pubblici al luogo di nascita dei beneficiari.
In questo contesto di tensione politica, la CJC (Corte di Giustizia spagnola) ricorda nelle sue conclusioni che "il requisito del NIF (Numero di Identificazione Fiscale) o del NIE (Numero di Identificazione Nazionale) come unico mezzo per dimostrare l'identificazione del richiedente l'aiuto previsto dalla normativa fiscale non dovrebbe ostacolare la concessione di tale aiuto, tenendo conto di quanto disposto dal citato articolo 14.3 della Legge Organica 4/2000, che regola i diritti degli stranieri in Spagna".
La sentenza stabilisce che il requisito del NIF o del NIE non può ostacolare gli aiuti.Questa normativa statale, sottolinea Jurídic, chiarisce che "gli stranieri, indipendentemente dal loro status amministrativo, hanno diritto ai servizi e alle prestazioni sociali di base".
Ha aggiunto che, in ogni caso, per risolvere il problema sollevato dalla normativa fiscale che obbliga tutti i beneficiari degli aiuti ad avere un codice fiscale, i comuni possono chiedere all'Agenzia delle Entrate dello Stato competente di assegnare loro un NIF (codice fiscale) provvisorio.
L'Ufficio Legale propone che venga loro assegnato un numero di identificazione fiscale provvisorio, come già fatto dal Consiglio comunale di Las Palmas.Il parere del Consiglio Giuridico indica che ciò avviene già in altri comuni, come Las Palmas de Gran Canaria, che, in seguito a un accordo con l'AEAT (accordo che non deve necessariamente essere scritto), assegna questo numero di identificazione fiscale provvisorio "ai beneficiari di aiuti finanziari sociali, allegando alla suddetta richiesta il passaporto e la prova dell'iscrizione anagrafica comunale di ciascuno degli immigrati irregolari interessati".
L'Ufficio Legale chiarisce che lo scopo della concessione di questo NIF (Numero di Identificazione Fiscale) provvisorio, con una data di scadenza (3, 6 mesi, ecc.), è quello di consentire la concessione e il pagamento di aiuti alla popolazione immigrata irregolare, registrata e in possesso di passaporto. Tuttavia, sottolinea che la sua concessione deve essere richiesta esclusivamente ai fini dell'erogazione degli aiuti concessi, come sopra indicato, e che non modificherà in nessun caso il regime previsto dalla suddetta Legge Organica sull'Immigrazione, in materia di soggiorno e residenza degli stranieri in Spagna.
Un parere dissenziente mette in guardia dalla difficile situazione dei richiedenti protezione internazionale.La sentenza è stata emessa all'unanimità, con il voto contrario del consigliere Javier de Lucas. L'ex senatore concorda con molte delle conclusioni della sentenza, tra cui la proposta di assegnare NIF (Codice Fiscale) provvisori per avere diritto agli aiuti. Tuttavia, non perde l'occasione per mettere in guardia dalle conseguenze delle nuove normative sull'immigrazione entrate in vigore a maggio di quest'anno e che, a suo avviso, hanno "conseguenze che incidono negativamente sulle procedure che le persone in situazione irregolare devono seguire per ottenere la documentazione, e in particolare, sulle famiglie degli immigrati, con un impatto particolarmente negativo nel caso dei minori non accompagnati". De Lucas avverte che le conseguenze sono ancora più gravi nel caso dei richiedenti protezione internazionale.
In questa linea, il consigliere, con la sua opinione dissenziente, intende sottolineare che "la situazione di discriminazione nei confronti degli stranieri irregolari riguardo al loro diritto a ricevere servizi e prestazioni sociali è potenzialmente più complessa e grave di quanto si possa pensare" a seguito delle modifiche alla normativa sull'immigrazione.
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