Sette motivi per andare in vacanza. E perché rinunciare fa male alla salute

Ascoltare i rumori e i profumi della natura, farsi cullare dalle onde, sentire il vento fresco sulla pelle. Ma la vacanza è anche molto altro. Eppure in molti sono costretti a farne a meno. Per l'estate 2025 si stima che circa 8,4 milioni di italiani non andranno in vacanza, principalmente per motivi economici. Circa il 19% della popolazione adulta.
Secondo una ricerca inglese dell’agenzia Breathe, nel 2024 soltanto un terzo dei cittadini del Regno Unito ha usufruito di tutte le vacanze che avrebbe potuto fare. Mentre negli Stati Uniti, nel 2018 a farlo erano meno del 45%, stando alle stime dell’organizzazione US Travel Association. Con un aumento dello stress e del rischio di burn-out.
I vantaggi di un periodo di relax, lontano dagli impegni, sono numerosi. Tanto che spesso i medici ci ricordano quanto sia importante rallentare e riposare per recuperare energie. Il fisico si riprende, dormiamo di più, siamo più sereni. In vacanza riusciamo a fare ciò che ci piace e a pensare a noi stessi. A volte, lontani dalla corsa che caratterizza tutto l’anno, mangiamo meglio. E gli psicologi sono concordi nell’elencare una serie di vantaggi della vacanza.
1. Migliora la salute psicofisicaÈ necessario staccare dal lavoro per almeno 2 settimane consecutive (anche senza stare fuori casa per tutto il tempo). “Fermarsi, cambiare panorama e vivere esperienze differenti consente di ridurre la produzione di cortisolo, dunque lo stress”, sottolinea Chiara di Nuzzo, ricercatrice, psicoterapeuta e psicologa del viaggio, membro dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia. “Non serve necessariamente partire per un lungo viaggio o per mete lontane: l’importante è staccare completamente dalla routine e disconnettersi quanto più possibile”. L’ideale sarebbe trascorrere almeno 1 settimana fuori, secondo l’esperta. “La natura ha un effetto benefico quasi immediato”, continua Di Nuzzo, “rilassando aree cerebrali spesso eccessivamente stimolate, come la corteccia prefrontale, deputata all’attenzione e al problem solving”. Dal mare alla montagna, dal lago alle cascate, fino ai parchi e alla campagna, qualsiasi scelta va bene.
2. Ci fa crescere“Mete cittadine – aggiunge Di Nuzzo – come borghi o città d’arte scaricano comunque dallo stress. Inoltre questi viaggi consentono di acquisire nuove conoscenze, con un arricchimento personale”. Questo avviene soprattutto quando attribuiamo alla meta prescelta un particolare significato, magari perché studiata sui libri di scuola, vista nei film o grazie ad altri interessi. “In questo caso – chiarisce Di Nuzzo – il viaggio assume un valore maggiore o unico”. Oltre che culturale, la crescita può essere anche umana o spirituale, quando scegliamo un viaggio legato all’interiorità, come un percorso meditativo o religioso, o sociale, quando ci mettiamo in gioco per nuove amicizie e attività ricreative.
3. Favorisce la creativitàAl rientro siamo anche più attenti e con una migliore capacità connessione, dunque creatività. Lo conferma uno studio dell'Università olandese di Radboud che ha coinvolto 46 operai olandesi, chiedendo loro i possibili utilizzi di oggetti di uso comune (matite, cucchiai, pneumatici). Dopo le vacanze, i partecipanti riuscivano ad elencare più usi rispetto al periodo precedente alle ferie. “Usciamo fuori dagli schemi mentali e dall’affaticamento quotidiano – commenta l’esperta – e questo rilassamento, insieme alle emozioni positive, permette di rinforzare la neuroplasticità, alla base della flessibilità e della performance cognitiva”.
4. Aumenta la motivazioneNon solo la sfera cognitiva, ma anche l’umore ne beneficia. “Le emozioni positive favoriscono il rilascio di dopamina, neurotrasmettitore collegato al circuito della ricompensa e della gratificazione”, spiega Di Nuzzo. “Questo ci rende più contenti e motivati. In tal senso, il rientro potrebbe rappresentare un buon momento per fare progetti e darsi obiettivi, magari piccoli ma da poter portare avanti”. Sta a noi ravvivare nel tempo questo benessere, magari mantenendo hobby e attività scoperte quando eravamo in viaggio. Oppure ritagliandosi altre piccole pause fuori, più volte l’anno.
5. Accresce l’autostimaLa partenza, l’avventura o le piccole sfide dello stare fuori possono favorire il rilascio di adrenalina. E così aumentare la nostra autostima. “C’è chi prende l’aereo per la prima volta o chi parte completamente da solo”, racconta Di Nuzzo, che aiuta individui e coppie a superare la paura di viaggiare, “sfidando e superando timori e ansie”. A bloccarci possono essere la paura dell’aereo, quella di allontanarci di casa o di trovarci in situazioni difficili. Ma anche gli intoppi ci fanno crescere, come nella vita. “Piccoli imprevisti sono sempre da mettere in conto”, prosegue l’esperta. “Queste situazioni ci richiedono di ingegnarci e di fidarci di noi stessi: questo ha un effetto diretto sul senso di identità e autoefficacia”.
6. Aiuta a creare o rinsaldare legamiQuando condividiamo la difficoltà con l’altro, questa fiducia reciproca rinforza anche il legame e il senso di appartenenza, come racconta l’esperta. “Aumenta l’interazione e potenzialmente la complicità”, chiarisce l’esperta. “Inoltre, lontani dal lavoro, dagli impegni e dalla iperconnessione torniamo a metterci in connessione con l’altro. Non è escluso, però, che si presentino occasioni di conflitto. In questo caso possiamo individuare nuovi modi per affrontarle e far sì che la relazione ne esca ancora più forte”. Per chi parte da solo, invece, c’è la possibilità di creare nuovi legami. Senza dimenticare che tutti i ricordi positivi andranno a creare un album indelebile di ricordi.
7. Genera meravigliaSpesso la routine e la mancanza di riposo ci ingabbiano e proviamo un senso di noia. “Anche piccole esperienze diverse dal solito, come percepire i colori, i suoni o gli odori della natura, possono regalarci attimi di meraviglia”, sottolinea Di Nuzzo. “Le emozioni positive che ne derivano aumentano il benessere psicofisico, il senso di gratitudine e l’empatia”. Senza dimenticare che stupirsi fa bene anche alla salute fisica. “Quando proviamo meraviglia il nostro organismo produce delle proteine, chiamate citochine proinfiammatorie, che stimolano le difese immunitarie, potenzialmente rinforzando il sistema immunitario”.
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