Leonardo ancora in recupero con possibile contratto negli Usa

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Leonardo ancora in recupero con possibile contratto negli Usa

Leonardo ancora in recupero con possibile contratto negli Usa

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Terza seduta di recupero per Leonardo - Finmeccanica che prova a lasciarsi alle spalle il crollo di inizio settimana. Così, mentre il Ftse Mib di Milano è sulla parità, il titolo del gruppo guidato da Roberto Cingolani si riavvicina ai livelli del 19 agosto, quando le sue quotazioni sono precipitate di oltre il 10 per cento.

Ad alimentare gli acquisti su Leonardo - che già alla vigilia (21 agosto) aveva beneficiato della revisione al rialzo del target price da parte degli analisti di Jp Morgan (da 47,5 euro a 55,5) - sono le voci su un nuovo possibile contratto negli Usa. Secondo indiscrezioni stampa, l’addestratore M346 dell'azienda italiana potrebbe infatti essere selezionato dalla marina statunitense per sostituire la flotta di T-45 Goshawk, ormai arrivati a fine vita operativa. La gara riguarda, sempre secondo indiscrezioni, più di 145 aerei oltre a servizi di simulazione e addestramento, per un valore stimato di oltre 4 miliardi di dollari. Una quota pari al «20% dell’order intake annuale di Leonardo», secondo gli analisti di Intermonte.

Il gruppo guidato da Cingolani partecipa al bando con l'americana Textron, proponendo una versione del suo M-346 assemblata negli Usa. L'operazione ha «buone probabilità di successo» ed era attesa, secondo Intermonte, che conferma il rating Outperform sul titolo. A livello di tempistiche, la request for proposal dovrebbe essere emessa nel dicembre 2025, con assegnazione del contratto nel 2027. La US Navy prevede infatti «di iniziare a sostituire i suoi addestratori nel 2030», spiegano gli analisti.

Leonardo continua così sulla strada del recupero, come, del resto, anche gli altri titoli della difesa europei: da Rheinmetall a Francoforte, a Bae System a Londra e Thales a Parigi. La de-escalation in Ucraina non sembra più imminente come era apparsa a inizio settimana, dopo l'incontro (il 18 agosto) tra il presidente americano Donald Trump, il numero uno di Kiev, Volodymyr Zelensky e i leader europei. Lo stesso tycoon ha fatto un passo indietro nella mediazione tra Russia e Ucraina, lasciando ai diretti interessati l'organizzazione del primo incontro bilaterale. Inoltre il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha sottolineato che Mosca non può accettare una situazione in cui le garanzie di sicurezza collettiva per l'Ucraina vengano risolte senza mosca. Posizione che potrebbe sbarrare la strada a un'intesa in tempi brevi. Di contro, il fronte mediorientale è più caldo che mai, con l'esercito israeliano che ha avviato le operazioni di occupazione della Striscia di Gaza.

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