Una donna con una malattia neurodegenerativa recupera la voce grazie all'intelligenza artificiale

Eric e Aviva sono cresciuti senza sentire la voce della madre, perché soffriva di una malattia neurodegenerativa, ma grazie a una sua vecchia registrazione audio, elaborata tramite intelligenza artificiale (IA), ora riescono a sentirla.
Venticinque anni fa, mentre aspettava il suo secondo figlio, Sarah Ezekiel scoprì di essere affetta da una malattia degenerativa che può causare in alcuni pazienti la perdita completa della capacità di parlare. Questo era il suo caso.
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Dopo l'impatto della diagnosi, è stata in grado di utilizzare un computer e una tecnologia di sintesi vocale per comunicare, ma con una voce robotica e completamente disumanizzata.
I suoi figli, Aviva ed Eric, sono cresciuti senza conoscere il suono della voce della madre.
Fino al giorno in cui la famiglia si è rivolta all'azienda britannica Smartbox Assistive Technology, che sviluppa strumenti di comunicazione, in particolare con intelligenza artificiale, per persone con disabilità.
L'obiettivo era recuperare la vera voce di Sarah.
A tal fine, la società ha chiesto alla famiglia di fornire vecchie registrazioni della donna, avvertendo che dovevano essere sufficientemente lunghe e di buona qualità.
Attualmente si incoraggiano le persone affette da malattie degenerative a registrare la propria voce il prima possibile, in modo da poter utilizzare l'intelligenza artificiale.
Ma prima dell'era digitale e degli smartphone, era molto più raro avere registrazioni adeguate.
Sarah Ezekiel è riuscita a recuperare solo un frammento della sua voce. Tratto da un video di famiglia degli anni '90, durava solo otto secondi ed era di scarsa qualità, poiché il suono della sua voce era disturbato dall'audio di un programma televisivo.
Ma l'azienda britannica non si è arresa. Ha iniziato isolando la voce di Sarah prima di utilizzare l'intelligenza artificiale generativa.
I risultati hanno superato le aspettative. La tecnologia è persino riuscita a riprodurre il leggero difetto di pronuncia di Sarah. "Le ho inviato dei campioni e mi ha risposto via email dicendo che aveva quasi pianto quando li aveva sentiti", ha raccontato Simon Poole di Smartbox all'AFP.
"L'ha fatta ascoltare a un'amica che la conosceva prima che perdesse la voce, e quell'amica ha detto che sembrava che Sarah avesse recuperato la voce", ha raccontato Poole, entusiasta, all'AFP.
Per lui, la vera svolta risiede nel fatto che, con l'intelligenza artificiale, "le voci sono davvero umane ed espressive, e restituiscono quell'umanità che fino ad ora mancava nelle voci un po' troppo sintetiche".
In definitiva, questo permette di “preservare l’identità della persona”, ha riassunto.
IstoÉ