Il danno epatico indotto dai farmaci è correlato al metabolismo degli acidi biliari

Aggiornamento del 23/08/2025: 23/08/2025
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L'analisi dei metaboliti nel siero e nelle feci ha rivelato il ruolo del metabolismo degli acidi biliari nella valutazione del danno epatico indotto da farmaci, riporta il Journal of Clinical and Translational Hepatology .
Il danno epatico indotto da farmaci (DILI) è un danno o una disfunzione del fegato associati all'uso di farmaci (compresi quelli considerati "naturali" o "tradizionali").
Sebbene la DILI sia relativamente comune, i meccanismi precisi alla base non sono ancora del tutto compresi. Non esistono inoltre biomarcatori specifici che possano facilitarne la diagnosi e, di conseguenza, il trattamento e la prognosi.
Pertanto, i ricercatori cinesi del PLA General Hospital di Pechino e dell'Università di Medicina Cinese di Pechino hanno mirato a identificare biomarcatori specifici per la DILI. A tal fine, hanno condotto un'analisi metabolomica non mirata di campioni di siero e feci raccolti da 32 pazienti affetti da DILI e 36 controlli sani.
Utilizzando tecniche quali la modellazione dei minimi quadrati e l'analisi discriminante, sono stati identificati metaboliti e set di metaboliti promettenti dal punto di vista diagnostico.
I risultati dell'analisi delle vie metaboliche nel siero e nelle feci suggeriscono che alterazioni del metabolismo degli acidi biliari possano essere alla base della progressione del DILI. Lo studio ha identificato 22 metaboliti sovrapposti e differenzialmente espressi nel siero e nelle feci, con significative differenze di concentrazione tra il gruppo di controllo del DILI e il gruppo di controllo sano. L'acido chenodesossicolico e l'acido desossicolico, in particolare, si sono rivelati marcatori promettenti: non solo distinguono i pazienti con DILI dagli individui sani, ma mostrano anche un potenziale per predire il decorso cronico del DILI.
Futuri studi controllati dovrebbero contribuire a chiarire il ruolo causale della somministrazione di farmaci nella disregolazione degli acidi biliari e a migliorare la specificità dell'identificazione dei biomarcatori. Sebbene siano necessari ulteriori studi, queste firme metaboliche potrebbero integrare la diagnosi precoce e la prognosi del DILI. Sono necessari studi multicentrici su larga scala che esaminino la specificità dei biomarcatori in diverse patologie epatiche (ad esempio, epatite virale, epatopatia alcolica, steatosi epatica non alcolica).
Paweł Wernicki (PAP)
pmw/ bar/
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