L'oro chiude il primo semestre con un guadagno del 25,70%.

I futures sull'oro hanno chiuso la prima metà del 2025 in rialzo del 25,70% a 3.298,17 dollari l'oncia, mentre il rame ha guadagnato il 26,62% e l'argento il 24,84%.
L'ultimo giorno di giugno, l'oro è salito, sostenuto dall'indebolimento del dollaro, mentre gli investitori attendevano con impazienza i dati economici statunitensi, attesi più avanti in questa settimana, per conoscere la direzione della politica monetaria della Federal Reserve.
"Un dollaro più debole oggi fornisce un certo supporto. Ma siamo ancora all'interno dell'intervallo ben definito che ha dominato da metà maggio", ha affermato Peter Grant, vicepresidente e stratega senior per i metalli di Zaner Metals.
Il dollaro è sceso nei confronti dello yen e ha toccato il livello più basso degli ultimi quattro anni nei confronti dell'euro, poiché l'ottimismo del mercato sugli accordi commerciali con gli Stati Uniti ha rafforzato le scommesse su un taglio anticipato dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
Sul fronte commerciale, la scorsa settimana Stati Uniti e Cina hanno risolto le questioni relative ai minerali di terre rare e alle spedizioni di magneti, rinnovando la speranza di ulteriori colloqui tra le due superpotenze.
Il Canada ha eliminato domenica sera la tassa sui servizi digitali che colpiva le aziende tecnologiche americane, per riavviare i negoziati commerciali con gli Stati Uniti, ormai in stallo.
L'oro, tradizionalmente considerato una copertura in periodi di incertezza, prospera anche in un contesto di bassi tassi di interesse.
Gli investitori sono ora in attesa dei dati ADP sull'occupazione negli Stati Uniti, previsti per mercoledì, e dei dati iniziali sulle richieste di sussidio di disoccupazione, previsti per giovedì, per avere indizi sulla possibile direzione politica della banca centrale.
Gli analisti di Citi hanno affermato in una nota che i prezzi dell'oro si consolideranno tra i 3.100 e i 3.500 dollari nel terzo trimestre, sottolineando che il massimo di fine aprile a 3.500 dollari potrebbe già rappresentare il picco, poiché il deficit del mercato dell'oro si avvicina al suo picco.
I prezzi del rame sono scesi lunedì, poiché gli investitori hanno digerito dati contrastanti provenienti dalla Cina, il maggiore consumatore del metallo, e dai progressi nei negoziati commerciali tra Canada e Stati Uniti.
Il rame a tre mesi sul London Metal Exchange è sceso dello 0,4% a 9.840 dollari a tonnellata all'apertura delle contrattazioni, dopo aver toccato venerdì il livello più alto in tre mesi.
"Abbiamo avuto una settimana piuttosto positiva sui mercati finanziari, con molti rischi, e ora stiamo consolidando i guadagni", ha affermato Dan Smith, amministratore delegato di Commodity Market Analytics.
Eleconomista