Varese - Glocal Doc si apre a Varese tra emozioni e applausi con il film di Mauro Colombo “Luminoso Espacio Salvaje” - - Varese News

Molti applausi e un’emozione palpabile in sala hanno accompagnato la serata di apertura di Glocal Doc, il festival del documentario di Varese giunto alla terza edizione.
Tante persone hanno riempito il Cinema Nuovo per assistere alla proiezione di “Luminoso Espacio Salvaje” del regista varesino Mauro Colombo, un viaggio suggestivo nello spazio tra la vita e la morte che parte da Varese, prosegue nel cuore della giungla, torna in Europa e poi di nuovo a Panama, toccando molti mondi, reali e interiori.
Presentato da Manuel Sgarella, ideatore di Glocal Doc, e da Massimo Lazzaroni, il regista Mauro Colombo ha introdotto il suo lavoro, che parte da due esperienze personali molto intense, che lo hanno portato ad esplorare il mistero della morte e della coscienza, gli spazi del dolore e della rinascita, in un viaggio visionario reso estremamente suggestivo dalle immagini, dagli incontri e dalla colonna sonora che accompagna in modo evocativo tutta la narrazione.
Un viaggio tra la vita e la morteIl film prende forma da un episodio reale ed estremamente intenso vissuto da Colombo: dopo la morte del padre, il regista si trova nel cuore della giungla si imbatte in un uomo riverso a terra, apparentemente privo di vita. Prova a rianimarlo, e per un attimo sembra riuscirci. L’uomo torna alla vita per un momento, lo guarda, ma subito dopo il sguardo si spegne di nuovo, per sempre. Da questo momento di confine nasce l’idea del documentario, che si sviluppa come un viaggio visivo e interiore.
“Luminoso Espacio Salvaje” è un percorso meditativo che esplora la soglia sottile tra vita e morte, realtà e coscienza. Colombo guida lo spettatore attraverso paesaggi remoti e territori interiori, incontrando persone che hanno sfiorato l’ignoto, in esperienze al limite della percezione.
Mauro Colombo al termine della proiezione ha dialogato con Massimo Lazzaroni, del team Cortisonici, e con il pubblico, approfondendo diversi aspetti di un’opera che rifugge risposte nette e si offre invece come spazio aperto alla riflessione.
Un film che segue il respiro della vita e il suo misteroIl senso del documentario, nelle parole dello stesso regista, è chiaro: «È un film che segue il respiro della vita e la sua inafferrabile profondità. Non cerca di spiegare il mistero, lo abita». Un mistero che in qualche modo ha permeato la realizzazione stessa del documentario: «Sono partito da quei due fatti molto forti e personali e dall’idea di esplorare questo tema così importante, poi ho seguito il flusso degli incontri, delle coincidenze e di sincronicità che hanno accompagnato tutto lo svolgimento della mia ricerca».
“Luminoso Espacio Salvaje” non ha la pretesa di fornire risposte, ma piuttosto invita a restare nel dubbio, nell’ascolto, nella possibilità. La coscienza diventa nel film un paesaggio vivente, vasto e pulsante, che si estende oltre i confini del linguaggio: «Ho cercato di esplorare questo spazio come se fosse un territorio, uno spazio investigabile, che non conosciamo e per questo “selvaggio” ma anche “luminoso” perché riflette la realtà come uno specchio, è uno spazio che se esiste esiste qui e ora».
Il film di Mauro Colombo è il primo tra quelli in concorso a essere proiettato nell’ambito del Glocal Doc 2025, una rassegna che negli anni ha saputo raccontare il mondo attraverso lo sguardo di chi lo attraversa, lo osserva e lo restituisce con autenticità.
Glocal Doc prosegue per tutta la settimana con 12 film in concorso, i cortometraggi del Premio Agostini, dedicato ai reportage giornalistici, e una serata finale che si terrà giovedì 6 novembre, sempre al Cinema Nuovo. Tutte le proiezioni sono ad ingresso gratuito.
La serata finale si aprirà con un omaggio alla storia sociale e comunitaria italiana attraverso un breve documentario dal titolo “Andar per circoli – Dove nasce una comunità” dedicato agli 80 anni dei Circoli Acli della provincia di Varese, simbolo di un impegno quotidiano che nasce nei territori, tra persone e relazioni.
Il programma entrerà poi nel cuore del tema “glocal” con la proiezione di Free Words: A Poet from Gaza, del regista turco Abdullah Harun ILHAN, che sarà presente in sala. Il film racconta la storia del poeta palestinese Mosab Abu Toha, vincitore del Premio Pulitzer per il Commento nel 2025 per il suo ritratto della guerra di Gaza pubblicato sul New Yorker. La sua è una voce che attraversa guerra, oppressione e diaspora, trasformando la parola in atto di resistenza poetica e umana.
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