Sondaggi politici elettorali, cosa pensano gli italiani del referendum sulla Riforma della Giustizia: i pronostici e il futuro di Meloni

La rilevazione YouTrend per SkyTg24
Quanto ne sanno e come voteranno gli italiani. Il referendum dovrebbe tenersi tra marzo e aprile 2026. Gli orientamenti di voto
Più della metà degli intervistati a favore della Riforma della Giustizia appena approvata in Senato ma destinata al referendum. Allo stesso tempo più della metà non crede che il voto risolverà i problemi del settore e non si ritiene informato sul quesito. Spaccati gli intervistati sul destino del governo Meloni in caso di bocciatura del referendum. Spunti interessanti dall’ultimo sondaggio YouTrend per SkyTg24 che oltre a riguardare gli orientamenti di voto si concentra sul referendum che sia la maggioranza sia le opposizioni hanno annunciato di voler promuovere.
È intanto negativo il giudizio del 59% degli italiani sul governo Meloni mentre appena il 32% degli intervistati esprime un giudizio positivo. Non un dato da sottovalutare mentre il referendum viene molto politicizzato: la riforma prevede la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, la separazione anche del Consiglio Superiore per la Magistratura (CSM), l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare e l’introduzione del sorteggio per i membri dei CSM. Dovrebbe tenersi tra marzo e aprile 2026 il referendum confermativo della legge Costituzionale.
Cosa pensano gli italiani della riforma della GiustiziaSecondo quanto emerge dal sondaggio il 56% voterebbe “sì” mentre il 44% “no” – appena lo scorso luglio i favorevoli erano al 51% e i contrari al 49%. “In particolare, il cambio di percentuali potrebbe essere dovuto allo spostamento di una quota non irrilevante di elettori M5S sul ‘Sì’ (44% Sì – 56% No), oltre che da una maggiore compattezza del centrodestra sul Sì (90% Sì – 10% No)”, si legge nella nota di accompagnamento alla rilevazione. Se si andrà al andrà al referendum, voterebbe il 48% degli intervistati, mentre un 20% lo farebbe “probabilmente”. Al 16% gli indecisi, al 9% chi è certo di non andare a votare.

Nel caso di bocciatura della riforma, per il 39% degli intervistati Meloni dovrebbe restare al governo, per il 37% dovrebbe dimettersi. È forse il punto più delicato quello a proposito dell’informazione sulla riforma: il 37% è “poco informato”, il 33% si ritiene “abbastanza” informato, solo un 10% “molto” informato. Ad ogni modo, il 66% degli intervistati sa indicare correttamente uno degli argomenti principali della riforma costituzionale della Giustizia: la separazione delle carriere. Grande scetticismo sull’efficacia della riforma: per il 28% sicuramente non risolverà i problemi del settore, per il 26% probabilmente no, per il 19% sicuramente risolverà, per il 5% sicuramente, il 22% non sa esprimersi.

Negli orientamenti di voto dei partiti, intanto, misurati rispetto ai dati dello scorso 8 settembre, si spinge ancora più in alto Fratelli d’Italia, che guadagna lo 0,9% e sale al 2,4%. Nella stessa maggioranza di centrodestra Forza Italia la spunta sulla Lega nel derby intestino al governo: al 9% gli Azzurri del vice primo ministro Antonio Tajani, in crescita di un punto percentuale, al 7,7% il Carroccio di Matteo Salvini che invece scivola dello 0,6%. Noi Moderati di Maurizio Lupi intanto cresce dello 0,4% fino all’1,1%.
Poco da festeggiare dalle parti delle opposizioni: il Partito Democratico della segretaria Elly Schlein perde mezzo punto percentuale e scivola al 20,6% mentre il Movimento 5 Stelle dell’ex premier resta staccato al 13,6%. Perde un punto percentuale Alleanza Verdi Sinistra, al 6,5%. Azione di Carlo Calenda perde lo 0,3% e scivola al 4,5%, Italia Viva di Matteo Renzi sale al 2% appena. A +Europa l’1,6%, alla voce generica “un altro partito” il 4%. Al 38,2% gli indecisi e gli astenuti, a conferma delle bassissime affluenze a ogni tornata elettorale.
📊 #Sondaggio Youtrend per @SkyTG24: rispetto alla rilevazione dell’8 settembre calano soprattutto il PD (20,6%, -0,5), la Lega (7,7%, -0,6) e AVS (6,5%, -1,0), mentre risultano in crescita FdI (29,4%, +0,9) e FI (9,0%, +1,0). Stabile il Movimento 5 Stelle (13,6%, +0,1). pic.twitter.com/fJ2Z9lsO7E
— Youtrend (@you_trend) November 3, 2025
A poche settimane dall’ultima tornata di elezioni Regionali, dai primi tre voti d’autunno (Marche, Calabria e Toscana) il centrodestra è uscito rafforzato secondo il 29%, mentre il 15% vede uscire il ‘Campo Largo’ rafforzato. Il 29% indica che nessuna delle due coalizioni esce rinvigorita dalla prima tornata. Inserendo nell’equazione anche Campania, Puglia e Veneto – dove si voterà domenica 23 e lunedì 24 novembre – la situazione si riequilibra parzialmente, con il rafforzamento del Campo Largo che cresce fino al 21%, ma il centrodestra comunque è la coalizione più indicata, al 28%.
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