Sondaggi politici elettorali, cosa pensano gli italiani del referendum sulla Riforma della Giustizia: i pronostici e il futuro di Meloni

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Sondaggi politici elettorali, cosa pensano gli italiani del referendum sulla Riforma della Giustizia: i pronostici e il futuro di Meloni

Sondaggi politici elettorali, cosa pensano gli italiani del referendum sulla Riforma della Giustizia: i pronostici e il futuro di Meloni

La rilevazione YouTrend per SkyTg24

Quanto ne sanno e come voteranno gli italiani. Il referendum dovrebbe tenersi tra marzo e aprile 2026. Gli orientamenti di voto

Tommaso Foti ministro affari europei, coesione territoriale e pnrr, Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni , il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, in occasione delle Comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. Camera dei Deputati, Roma Mercoledì 22 Ottobre 2025. (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) Tommaso Foti minister for European affairs, territorial cohesion and Pnrr, Prime Minister Giorgia Meloni, Minister of Justice Carlo Nordio on the occasion of the Prime Minister’s Communications in view of the European Council of 23 and 24 October. Chamber of Deputies, Wednesday October 22 2025. (Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse)
Tommaso Foti ministro affari europei, coesione territoriale e pnrr, Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni , il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, in occasione delle Comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. Camera dei Deputati, Roma Mercoledì 22 Ottobre 2025. (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) Tommaso Foti minister for European affairs, territorial cohesion and Pnrr, Prime Minister Giorgia Meloni, Minister of Justice Carlo Nordio on the occasion of the Prime Minister’s Communications in view of the European Council of 23 and 24 October. Chamber of Deputies, Wednesday October 22 2025. (Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse)

Più della metà degli intervistati a favore della Riforma della Giustizia appena approvata in Senato ma destinata al referendum. Allo stesso tempo più della metà non crede che il voto risolverà i problemi del settore e non si ritiene informato sul quesito. Spaccati gli intervistati sul destino del governo Meloni in caso di bocciatura del referendum. Spunti interessanti dall’ultimo sondaggio YouTrend per SkyTg24 che oltre a riguardare gli orientamenti di voto si concentra sul referendum che sia la maggioranza sia le opposizioni hanno annunciato di voler promuovere.

È intanto negativo il giudizio del 59% degli italiani sul governo Meloni mentre appena il 32% degli intervistati esprime un giudizio positivo. Non un dato da sottovalutare mentre il referendum viene molto politicizzato: la riforma prevede la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, la separazione anche del Consiglio Superiore per la Magistratura (CSM), l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare e l’introduzione del sorteggio per i membri dei CSM. Dovrebbe tenersi tra marzo e aprile 2026 il referendum confermativo della legge Costituzionale.

Cosa pensano gli italiani della riforma della Giustizia

Secondo quanto emerge dal sondaggio il 56% voterebbe “sì” mentre il 44% “no” – appena lo scorso luglio i favorevoli erano al 51% e i contrari al 49%. “In particolare, il cambio di percentuali potrebbe essere dovuto allo spostamento di una quota non irrilevante di elettori M5S sul ‘Sì’ (44% Sì – 56% No), oltre che da una maggiore compattezza del centrodestra sul Sì (90% Sì – 10% No)”, si legge nella nota di accompagnamento alla rilevazione. Se si andrà al andrà al referendum, voterebbe il 48% degli intervistati, mentre un 20% lo farebbe “probabilmente”. Al 16% gli indecisi, al 9% chi è certo di non andare a votare.

Nel caso di bocciatura della riforma, per il 39% degli intervistati Meloni dovrebbe restare al governo, per il 37% dovrebbe dimettersi. È forse il punto più delicato quello a proposito dell’informazione sulla riforma: il 37% è “poco informato”, il 33% si ritiene “abbastanza” informato, solo un 10% “molto” informato. Ad ogni modo, il 66% degli intervistati sa indicare correttamente uno degli argomenti principali della riforma costituzionale della Giustizia: la separazione delle carriere. Grande scetticismo sull’efficacia della riforma: per il 28% sicuramente non risolverà i problemi del settore, per il 26% probabilmente no, per il 19% sicuramente risolverà, per il 5% sicuramente, il 22% non sa esprimersi.

Gli orientamenti di voto dei partiti italiani

Negli orientamenti di voto dei partiti, intanto, misurati rispetto ai dati dello scorso 8 settembre, si spinge ancora più in alto Fratelli d’Italia, che guadagna lo 0,9% e sale al 2,4%. Nella stessa maggioranza di centrodestra Forza Italia la spunta sulla Lega nel derby intestino al governo: al 9% gli Azzurri del vice primo ministro Antonio Tajani, in crescita di un punto percentuale, al 7,7% il Carroccio di Matteo Salvini che invece scivola dello 0,6%. Noi Moderati di Maurizio Lupi intanto cresce dello 0,4% fino all’1,1%.

Poco da festeggiare dalle parti delle opposizioni: il Partito Democratico della segretaria Elly Schlein perde mezzo punto percentuale e scivola al 20,6% mentre il Movimento 5 Stelle dell’ex premier resta staccato al 13,6%. Perde un punto percentuale Alleanza Verdi Sinistra, al 6,5%. Azione di Carlo Calenda perde lo 0,3% e scivola al 4,5%, Italia Viva di Matteo Renzi sale al 2% appena. A +Europa l’1,6%, alla voce generica “un altro partito” il 4%. Al 38,2% gli indecisi e gli astenuti, a conferma delle bassissime affluenze a ogni tornata elettorale.

📊 #Sondaggio Youtrend per @SkyTG24: rispetto alla rilevazione dell’8 settembre calano soprattutto il PD (20,6%, -0,5), la Lega (7,7%, -0,6) e AVS (6,5%, -1,0), mentre risultano in crescita FdI (29,4%, +0,9) e FI (9,0%, +1,0). Stabile il Movimento 5 Stelle (13,6%, +0,1). pic.twitter.com/fJ2Z9lsO7E

— Youtrend (@you_trend) November 3, 2025

A poche settimane dall’ultima tornata di elezioni Regionali, dai primi tre voti d’autunno (Marche, Calabria e Toscana) il centrodestra è uscito rafforzato secondo il 29%, mentre il 15% vede uscire il ‘Campo Largo’ rafforzato. Il 29% indica che nessuna delle due coalizioni esce rinvigorita dalla prima tornata. Inserendo nell’equazione anche Campania, Puglia e Veneto – dove si voterà domenica 23 e lunedì 24 novembre – la situazione si riequilibra parzialmente, con il rafforzamento del Campo Largo che cresce fino al 21%, ma il centrodestra comunque è la coalizione più indicata, al 28%.

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