Lo squillo di Antonio Decaro a Elly Schlein


Antonio Decaro (foto LaPresse)
L'eurodeputato barese vuole correre ma senza Michele Emiliano e Nichi Vendola: “O resto in Europa”. Il messaggio alla segretaria
Bari. “Voglio essere un presidente libero, non un ostaggio”. Antonio Decaro parla alle suocere, Michele Emiliano e Nichi Vendola, perché la nuora, Elly Schlein, intenda. Il candidato naturale del centrosinistra al governo della Puglia ha scelto i social per spiegare “ai cittadini” l’incertezza sulla sua discesa in campo. Sempre in bilico nonostante due incontri con gli emissari del Nazareno (prima di Ferragosto con Francesco Boccia, e nei giorni scorsi con Igor Taruffi).
L’eurodeputato barese ha scelto un post per replicare ai tentativi mediatici di Emiliano e Vendola di fargli accettare le loro (“ingombranti”) candidature al consiglio regionale. L’ingegnere di Torre a Mare non ci sta e sceglie di intestarsi la battaglia del “rinnovamento” evocando gli stessi toni che avevano portato la Schlein a conquistare il partito nelle primarie, seducendo il popolo dei gazebo: quasi una “mozione anti-cacicchi” sventolata davanti alla leader. E chissà, magari, anche un avviso in chiave prossimo congresso del Pd.
Il messaggio di Decaro, accolto con irritazione nell’area emilianista, ha due linee di interpretazione. Offre la propria disponibilità per la Puglia ma solo per un processo che segni una cesura con il passato, ma ribadisce anche la lealtà alla coalizione nel caso in cui le condizioni non gli consentano un impegno diretto.
“Ora – scrive Decaro – sento il dovere di parlare ai cittadini pugliesi, ai sindaci, ai militanti e agli amici che mi chiedono: “Antonio, che hai deciso?”. Io non devo decidere nulla. Io sono pronto a candidarmi alla presidenza della Regione Puglia. Credo di avere l’esperienza necessaria e un grande amore per questa terra e la sua gente. Ma non basta”. E qui palesa il suo disegno: “Per candidarmi devo sapere di poter guidare la Regione davvero, con piena libertà, guardando avanti e non indietro. Con il coraggio e la responsabilità di scrivere una pagina nuova”. Poi entra nel merito: “A Michele Emiliano e a Nichi Vendola mi legano stima e affetto sinceri, oltre che una storia comune di cui sono orgoglioso e che non rinnego. Ma io voglio essere un presidente libero, capace di assumermi fino in fondo la responsabilità delle scelte. Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto. La Puglia non ha bisogno di un presidente a metà”. E alla fine quasi anticipa l’exit strategy ai pugliesi (ventimila like e centinaia e centinaia i commenti dopo poche ore): “E’ una questione politica, nel segno del rinnovamento. So bene che nessuno è indispensabile a cominciare da me. Il lavoro in Europa che sto facendo è prestigioso e impegnativo. Se non ci saranno le condizioni per tornare in Puglia, continuerò a lavorare lì, per la mia terra, sostenendo lealmente il candidato progressista alla guida della Regione”.
L’accelerazione di Decaro arriva dopo che a stretto giro aveva incassato gli elogi di Goffredo Bettini (“Antonio è popolarissimo, intelligente e un grande amministratore”), ma non convince gli emilianisti. Definisce senza mezzi termini la posizione di Decaro “un errore”, il deputato Ubaldo Pagano, molto vicino al governatore, che si chiede se questa contesa non sia una sorta di “rottamazione”. La soluzione proposta dal parlamentare è una scelta collettiva affidata agli organismi di partito: “Spero che la finisca di essere una questione personale tra i due e che diventi un dibattito aperto all’interno degli iscritti del Pd pugliese”. Il cerino passa nelle mani di Schlein, finora grande assente.
Di più su questi argomenti:
ilmanifesto