Insulti e gesto della P38, Ca’ Foscari si ribella dopo l’agguato a Fiano

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Insulti e gesto della P38, Ca’ Foscari si ribella dopo l’agguato a Fiano

Insulti e gesto della P38, Ca’ Foscari si ribella dopo l’agguato a Fiano

VENEZIA – Pochi passi, a Cannaregio, separano l’aula universitaria 3B di San Giobbe dal ghetto più antico d’Europa. Per raggiungere la sede decentrata di Ca’ Foscari, Emanuele Fiano è stato costretto a spostare in segreto e in extremis il suo intervento sulla pace tra Israele e Palestina. Studenti e militanti di estrema sinistra l’hanno scoperto: decisi a impedirgli in parlare, sono passati anche davanti alle sinagoghe blindate contro il rischio di attacchi antisemiti. Armati di megafoni e striscioni “antisionisti” hanno calpestato le pietre d’inciampo che ricordano le vittime veneziane della Shoah.

Da mesi a Venezia, aggressioni e minacce contro gli ebrei si moltiplicano. Il centro storico, dopo la comparsa di scritte che invitano a “sgozzare i figli degli ebrei”, è presidiato da decine di agenti. È in questo intimidatorio clima di paura che lunedì sera è esplosa la violenta contestazione pro-Pal contro il presidente di Sinistra per Israele: il padre dell’ex deputato Pd, Nedo, fu l’unico sopravvissuto all’Olocausto che ha sterminato anche la sua famiglia. Una quarantina, tra studenti, iscritti al Fronte della Gioventù Comunista (Fgc), anarchici, militanti di centri sociali e gruppi antagonisti, assicurano che si è trattato di una «legittima contestazione pacifica»: tesa a impedire «la liberà di negare il genocidio perpetrato da Israele contro il popolo palestinese». Testimoni, filmati e scritte rimaste a San Giobbe descrivono invece un vero e proprio agguato. Agli ebrei presenti, sotto shock, ha ricordato «una spedizione punitiva da squadrismo fascista».

Già domenica i contestatori si erano mobilitati per “bloccare Fiano” fuori dall’ateneo. Non si sono limitati alla lettura di un comunicato antisraeliano e a porre fine all’incontro con cori, insulti e slogan amplificati da un megafono. Prima dell’irruzione hanno preso a pugni e calci la porta e i vetri dell’aula. La scritta “Sionista zitto”, conclusa da una bestemmia in dialetto, non è stata cancellata. Qualcuno, contro Fiano, ha mimato il gesto di una pistola P38, simbolo degli anni di piombo. Altri hanno gridato «Fiano appeso a testa in giù» e «ebrei dovete sparire». Gli uomini della scorta, sentita la Digos, hanno ritenuto la propria presenza sufficiente a scongiurare l’escalation di una violenza fisica. «Era il primo confronto storico equilibrato – dice Dario Calimani, presidente della Comunità ebraica veneziana – sulle due tragedie che insanguinano il Medio Oriente. Si è voluto soffocare il dialogo per mostrare una falsa Venezia schiacciata sulle posizioni di Hamas. Senza la conoscenza della storia l’antisemitismo è quadruplicato. Sul carro della solidarietà non deve però salire nessuno: né la destra che strumentalizza, né una sinistra che non ha cercato l’equilibrio, guidando spesso i cortei pro-Pal». Contro le «ricostruzioni ufficiali» una nota Fgc parla di «realtà distorta». «Fiano aveva già parlato quaranta minuti – dice Greta Santarelli – nessuno lo ha aggredito. Non siamo antisemiti, ma antisionisti. Con noi c’erano anche i collettivi Sumud e Lisc: ci siamo limitati a togliere il microfono a chi lo monopolizzava». La rettrice Tiziana Lippiello, dopo che Ca’ Foscari è già stata scossa da occupazioni e contestazioni pro-Pal, ripete che «l’ateneo non denuncerà contestatori ancora non identificati». «Azione grave e inaccettabile – dice – ma questa università resta un presidio aperto di dialogo democratico e crescita culturale. Ho parlato con la ministra Anna Maria Bernini: vuole tornare a Venezia con Fiano, vedremo tempi e modi». L’ex sindaco Massimo Cacciari rifiuta di assegnare a città e ateneo il ruolo di epicentro di un «dilagante antisemitismo». «Vedo piuttosto dei minoritari gruppi di inenarrabili idioti – dice – che si rivelano i migliori alleati di Netanyahu. Si dichiarano antisionisti, ma seminano antisemitismo: non siamo però nell’Italia di Mussolini, vanno mantenute le proporzioni». Unanime e trasversale la condanna politica del blitz: dalla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, anche un «materno saluto» a Fiano. Gli studenti di Futura, vicini al centrosinistra e organizzatori dell’incontro boicottato, si dicono però «preoccupati». «I soliti 30 intolleranti guidati da fuori ed estranei a Ca’ Foscari – dice il presidente Simone Rizzo – contro 20 mila iscritti a favore di dialogo e pace. Minimizzare però equivale a condividere: Fiano è stato aggredito in quanto ebreo, nessun altro politico sarebbe stato preso di mira con una simile violenza. La crescita dell’antisemitismo scuote, ma pure il blocco alla libertà d’espressione: dobbiamo sentirci liberi di discutere senza il terrore di essere minacciati».

Venezia riuscirà a reagire? Per prevenire attacchi contro gli ebrei, decine di pattuglie armate presidiano ghetto, calli e adesso anche l’università. In assenza di un’opposizione popolare attiva e fondata sulla cultura, con il tempo nemmeno la forza resiste più.

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