Il ministro Schillaci interviene sulla commissione vaccini: la revoca divide

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Il ministro Schillaci interviene sulla commissione vaccini: la revoca divide

Il ministro Schillaci interviene sulla commissione vaccini: la revoca divide

Lo scontro sulle nomine scuote il ministero, e Schillaci finisce al centro del caso commissione vaccini che divide scienza, politica e opinione pubblica.

Schillaci e la commissione vaccini, il caso delle nomine contestate

Orazio Schillaci lo ha detto chiaramente, senza giri di parole. È pronto a revocare le nomine dei due medici contrari ai vaccini.

Perché la scienza non può essere piegata alla politica, almeno questo ripete. Lo ha spiegato in un’intervista al Foglio: “Le sfide che abbiamo di fronte richiedono rigore, sia scientifico che metodologico”. Parole che suonano come una presa di posizione dura, quasi definitiva.

La questione è esplosa con la scelta del governo di inserire nella commissione vaccini due figure note per le loro posizioni, il pediatra toscano Eugenio Serravalle e l’ematologo bolognese Paolo Bellavita, nel Nitag, il comitato che definisce le politiche vaccinali. Nomine sostenute da Fratelli d’Italia e difese con forza dalla Lega, che da sempre mantiene un atteggiamento più scettico sui vaccini. Ma il malumore si è fatto presto evidente, dentro e fuori le istituzioni.

Schillaci, ex rettore di Tor Vergata, tecnico voluto da Giorgia Meloni ma vicino anche al ministro Lollobrigida, vive questi giorni con un peso addosso. Una pressione che arriva da più parti: scienziati, ordini professionali, opposizioni. E la sensazione, sempre più forte, che il ministro non voglia passare come colui che ha lasciato spazio ai complottisti. “Una leggerezza”, la definisce. Ma è qualcosa che non può permettersi. E che, con ogni probabilità, non permetterà.

Scienza e politica, il ministro Schillaci interviene sulla commissione vaccini

Il caso delle nomine non è rimasto confinato agli ambienti ministeriali. Ha scosso la comunità scientifica. Silvio Garattini, voce autorevole e fondatore dell’Istituto Mario Negri, lo ha detto senza mezzi termini: “Una scelta che insulta i morti di Covid. Il ministro reagisca”. Dello stesso avviso Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, che ha alzato il livello della protesta con dichiarazioni pesanti. Poi c’è chi ha deciso di agire: Francesca Russo, coordinatrice della prevenzione alla Conferenza Stato-Regioni, si è dimessa dalla commissione vaccini in segno di dissenso.

E non finisce qui. Le firme si moltiplicano. Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica, ha dato il via a una raccolta trasversale di sostegni per convincere il ministro Schillaci a rivedere la composizione del comitato. Anche Franco Locatelli, simbolo della lotta al Covid e già presidente del Consiglio Superiore di Sanità, invita apertamente il ministro a fare un passo indietro sulle nomine. Tutti dalla stessa parte: chi chiede rigore, chi invoca responsabilità.

Sul fronte politico, le opposizioni incalzano. Italia Viva, con Davide Faraone, attacca: “Smetta di farsi dettare la linea dalla maggioranza no vax che lo ha messo su quella poltrona”. Una frase dura. Una tensione che si era già vista con la scelta del governo di astenersi sull’accordo pandemico dell’Oms e di bocciare il regolamento sanitario internazionale.

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