Governo italiano complice dell’evasione di Almasri: a processo Piantedosi, Nordio e Mantovano

La richiesta del tribunale dei ministri
Il tribunale dei ministri chiede il processo per il ministro degli interni, quello della giustizia e del sottosegretario alla presidenza del consiglio

Il Tribunale dei Ministri ha deciso di chiedere che siano mandati a processo due ministri e un sottosegretario per il caso Almasri. I ministri sono quello degli Interni Matteo Piantedosi, quello della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario Alfredo Mantovano, uomo di fiducia di Giorgia Meloni che invece è stata archiviata. Erano tutti accusati per la fuga di Almastri.
Chi è AlmasriAlmasri è un criminale libico, uno dei peggiori criminali in giro per l’Europa negli ultimi 20-30 anni. E’ accusato dal Tribunale internazionale dell’Aia ma anche dai servizi segreti americani, dal Dipartimento di Stato Usa, di avere ucciso molte persone, di avere stuprato molte donne, anche un bambino, di avere torturato altre persone nei campi di concentramento libici.
Almasri è uno dei capi delle milizie libiche, si occupa dei campi di concentramento che bloccano i profughi. Noi non sappiamo che rapporti abbia Almasri con questo governo italiano e coi governi precedenti, che accordi abbiano fatto, che patti abbiano fatto.
La fuga di Almasri dall’ItaliaQuando è stato arrestato in Italia dalla polizia, circa sei mesi fa, su mandato di cattura internazionale della Corte dell’Aia, è stato rapidamente scarcerato con la decisione del ministro Nordio di non firmare un atto che era fondamentale per mantenerlo in carcere.
Poi, sicuramente su indicazione del ministro Piantedosi e di Mantovano, gli è stato mandato addirittura un aereo dei servizi segreti a prenderlo a Torino, dove era in carcere, per portarlo di corsa in salvo in Libia prima che potesse succedere qualcosa, che qualche giudice potesse rinnovare il mandato di cattura. Lo dovevano assolutamente portare in salvo. Cosa hanno fatto in sostanza questi ministri? Hanno organizzato l’evasione dal carcere di uno dei peggiori criminali europei, probabilmente dell’ultimo mezzo secolo.
Giorgia Meloni archiviata, perché?Il Tribunale dei Ministri ha esaminato il caso, ha deciso di chiedere il processo per loro tre e non per Giorgia Meloni. Perché? Perché non ci sono le prove evidentemente che le premier sapesse, anche se è molto probabile che sapesse, ma per mandare a processo una persona ci vogliono le prove, e le prove non ci sono.
Giorgia Meloni si è indignata, ha detto: “Ma come fanno a pensare che io non sapessi che una decisione così importante fosse presa solo da questi ministri?“. In questo modo ha fatto due cose. Uno: ha confermato la gravità di quello che è avvenuto, cioè lei stessa si rende conto dell’enormità della decisione di far fuggire in Libia un criminale. Due: ci dovrebbe spiegare perché in tutti questi mesi quando è stata chiamata in Parlamento a rispondere, a spiegare, a dare la sua versione, perché non si è presentata, perché non ha detto “ricadono su di me le colpe se ci sono delle colpe?“.
Adesso bisognerà vedere, forse è possibile una nuova iniziativa giudiziaria per incriminare anche Giorgia Meloni visto che è rea confessa, ma questo non cambia nulla sulla gravità di quello che è successo. Il governo italiano è stato complice dell’evasione di un pericolosissimo criminale.
l'Unità