Ghiglia diffida Report, l'inchiesta sul Garante va in onda. Contenuti e polemiche

La redazione di Report sfida la diffida di Agostino Ghiglia, membro dell'Autorità garante della Privacy, e mette in onda come previsto l'inchiesta sulla multa di 150mila euro comminata proprio dal Garante per avere diffuso le conversazioni telefoniche dell'allora ministro Gennaro Sangiuliano con la moglie, la giornalista Federica Corsini, che chiedeva al marito di bloccare il contratto di consulenza con Maria Rosaria Boccia.
Su quell'inchiesta partì l'esposto al Garante della Privacy, avanzato proprio dal ministro e dalla consorte. Un esposto la cui urgenza, secondo Report, fu caldeggiata da uno dei commissari, Agostino Ghiglia, vicino a Fratelli d'Italia. A chiederne la rapida discussione lo stesso ministro, a quanto sostiene Report. Una urgenza che ha permesso alla fine di ottobre di definire appunto in 150mila euro la multa per la trasmissione in tempi record.
Un giorno prima della decisione, secondo Report, proprio il Commissario garante sarebbe andato alla sede di Fratelli d'Italia per confrontarsi sulla questione con Arianna Meloni. Circostanza però smentita dai diretti interessati.
Alla vicenda Report ha dedicato parte della puntata di ieri. Con il commissario che, fino all'ultimo, tenta di bloccarne la messa in onda. Invia una PEC alla TV pubblica, contesta l'acquisizione illecita di dati personali ottenuti attraverso l'asserita violazione della corrispondenza privata, dà mandato ai suoi legali per valutare la configurazione di reati e assumere ulteriori iniziative legali.
Sigfrido Ranucci reagisce respingendo l'accusa: "Quello che tenta di fare Ghiglia è mettere un bavaglio. È gravissimo, si tratta di interruzione di servizio pubblico". La Rai, non ravvisando elementi per bloccare la trasmissione in assenza di un intervento dell'Autorità giudiziaria, conferma la messa in onda.
Il garante Agostino Ghiglia e la giornalista di REPORT Chiara De Luca (@raiTre)
03/11/2025
Report rivela, con testimonianze e video, che Ghiglia si recò nella sede romana di Fratelli d'Italia proprio il giorno prima della votazione interna al Garante sulla maxi-multa di 150.000 euro alla Rai per la diffusione di un audio privato (il caso Sangiuliano). Ghiglia ha confermato solo in parte, affermando di essere andato a incontrare Italo Bocchino, direttore de Il Secolo d'Italia per ragioni editoriali e di avere incrociato Arianna Meloni solo di sfuggita.
Secondo una intervista a Italo Bocchino del quotidiano Il Fatto, Ghiglia sarebbe stato all’interno della sede di Fratelli d’Italia 50 minuti in più dopo l’incontro con Italo Bocchino. Report aggiunge i contenuti di mail e comunicazioni interne tra Sangiuliano e Ghiglia e tra Ghiglia e i funzionari e dirigenti dell’autorità, per chiedere di velocizzare il procedimento sul caso Sangiuliano. Che, alla fine, è arrivato a delibera in meno della metà del tempo medio che interessa i provvedimenti del garante.
Un'altra vicenda sollevata da Report è la presunta richiesta di Ghiglia di effettuare una verifica "urgente" sulla possibilità di coprire o limitare la diffusione di dati relativi alla ristrutturazione della villa della premier Giorgia Meloni, in risposta a un'interrogazione parlamentare di Maria Elena Boschi. Altri interventi del commissario poi nelle decisioni che il Garante ha preso sull'inchiesta di Fanpage su Gioventù d'Italia, il movimento giovanile di FdI, e sul libro di Giacomo Salvini “Fratelli di chat” che esaminava alcune conversazioni tra dirigenti e parlamentari di Fratelli d'Italia. Infine le promozioni a dirigenti o a incarichi specifici di membri della sua segreteria che hanno rapporti con Fratelli d’Italia per parentele o amicizie.
Per Report il problema è sulla imparzialità dell'Autorità di garanzia sulla PrivacyIl tema affrontato da Report apre una questione più ampia legata a diversi componenti dell'Autorità.
Pasquale Stanzione (presidente), nominato con i voti del Pd ma ritenuta un’ottima scelta da Sangiuliano, il cui avvocato difensore è fratello di un suo allievo e che, con il suo voto, ha permesso l’erogazione della multa a Report.
Ginevra Cerrini Feroni, nominata in quota Lega, che in un passaggio di una mail di Ghiglia su un altro caso afferma che voterà sulla base delle indicazioni di partito.
Guido Scorza, che sulla vicenda di Report non ha votato ma è stato nominato con il consenso del Movimento Cinque Stelle.
E infine Agostino Ghiglia, con trascorsi da militante e candidato per Fratelli d’Italia.
Nomine politiche che quindi, secondo Report, sono soggette a pressioni che ne minano la terzietà nelle decisioni con risvolti di carattere politico.
Il Presidente dell'Autorità di Garanzia per la Privacy Pasquale Stanzione (@RaiTre)
03/11/2025
L'annuncio della diffida inviata da Agostino Ghiglia per tentare di bloccare la messa in onda della puntata di Report che lo riguarda è bastato a scatenare una dura reazione delle forze di opposizione, che chiedono le sue dimissioni e denunciano un tentativo di "bavaglio" all'informazione.
Le accuse convergono sulla presunta trasformazione dell'Autorità indipendente in uno "strumento di intimidazione" e "tribunale politico" al servizio di Fratelli d'Italia. Così i parlamentari del Movimento 5 Stelle nelle Commissioni Cultura hanno utilizzato toni perentori, definendo la diffida la "ciliegina sulla torta dopo giorni di bugie e omissioni" di Ghiglia sui suoi rapporti con Arianna Meloni. Ghiglia agisce come "mero esecutore degli ordini di un partito, Fratelli d'Italia, andando così contro l'interesse pubblico. Lasci subito l'incarico".
Sandro Ruotolo (Responsabile Informazione PD) si è detto convinto che "ci provano in tutti i modi a bloccare Report" e ha espresso il timore che "ogni sentenza, ogni provvedimento dell'Autorità per la Privacy sarà da oggi segnato da un'ombra", non sapendo più se le decisioni siano state prese in piena trasparenza o dopo "essersi consultati con il partito di riferimento, in questo caso Fratelli d'Italia".
Walter Verini (Capogruppo PD in Commissione Antimafia) ha focalizzato l'attenzione sul paradosso del ruolo di Ghiglia: "Questo Ghiglia, che dovrebbe garantire la privacy dei cittadini, vorrebbe in realtà garantire solo se stesso, nascondendo i suoi anomali e gravi contatti con esponenti apicali di Fratelli d'Italia prima di assumere decisioni proprio come Garante."
Anche Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) insiste sulla necessità di dimissioni immediate per Ghiglia e l'intero vertice dell'Autorità: “La stessa diffida è un precedente pericoloso”.
Sandro Ruotolo (Ansa)
Sulla vicenda Ghiglia-Report, la reazione del governo e dei partiti di maggioranza si è caratterizzata per una posizione di silenzio formale e di difesa indiretta del membro del Garante, respingendo le accuse di interferenza politica e schierandosi, di fatto, a sostegno della versione di Ghiglia. Non sono emerse note ufficiali dirette da parte della Presidenza del Consiglio o dei vertici governativi che abbiano chiesto le dimissioni di Ghiglia o criticato apertamente il suo operato.
Il partito di maggioranza, coinvolto direttamente dalla presenza di Ghiglia nella propria sede, ha adottato una strategia di difesa basata sulla minimizzazione e sulla rivendicazione di indipendenza. Arianna Meloni (capo della segreteria di FdI e sorella della premier) è intervenuta per negare qualsiasi coinvolgimento nella decisione del Garante rispetto alla multa a Report, definendo la polemica sul suo incontro con Ghiglia un "clima da caccia alle streghe". Ha confermato l'incontro, ma solo come un breve saluto occasionale, smentendo qualsiasi discussione sulle sanzioni a Report.
Italo Bocchino (Dirigente FdI e direttore editoriale del Secolo d'Italia) è menzionato da Ghiglia come il vero motivo della sua visita alla sede di FdI (un incontro per discutere del suo nuovo libro), fornendo una giustificazione per la presenza del membro del Garante in quel luogo prima del voto sulla multa.
La linea implicita è, al momento, quella di difendere l'indipendenza del Garante, ricordando che il collegio dell'Autorità è stato nominato nel 2020 - dunque sotto un'altra maggioranza rispetto all'attuale governo Meloni - e che la decisione sulla multa non è stata presa dal solo Ghiglia, ma dall'intero collegio, sia pure a maggioranza.
Rai News 24




