Elezioni, testa a testa nelle Marche

“Abbiamo messo la freccia, Ricci è davanti ad Acquaroli ed è inevitabile che sia così: visto il disastro di questi anni, è normale che i marchigiani vogliano cambiare. E lo dicono anche i sondaggi”.
Alessia Morani sente il vento a favore per il centrosinistra a tre mesi e mezzo dalle elezioni regionali. L’ex deputata sarà tra i candidati nella lista del Pd di Pesaro-Urbino, ma in caso di vittoria prenderà il posto di Matteo Ricci a Bruxelles come prima dei non eletti alle ultime elezioni europee. Cita i sondaggi, la Morani, perché la partita a scacchi con il centrodestra si gioca molto sulle rilevazioni che girano nelle chat o rimangono nei cassetti.
L’ultima che è passata da uno smartphone all’altro del Pd dice questo: la conferma di Acquaroli è quotata tra il 47% e il 50%, la vittoria di Ricci tra il 50 e il 53%. Ma chi l’ha commissionato, il sondaggio? Anche questo è uno dei pezzi dei vari retroscena su cui si gioca la partita a scacchi di cui sopra. Non è un sondaggio di partito, ma voluto da privati: uno di quei gruppi di interesse che prima delle elezioni cercano di fiutare da che parte tira il vento. I privati in questione stanno monitorando già da un po’ l’umore dei marchigiani ed è la prima volta che emerge il sorpasso del centrosinistra. Dati che vanno presi con le pinze come tutti, ma che intanto fanno dire a Ricci di essere sulla buona strada.
Di tenore completamente opposta la narrazione che arriva dall’altra parte. A farsene portavoce è Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, uno dei fedelissimi della premier Meloni e dei punti di riferimento principali del governatore Acquaroli.
“Girando le Marche sento un’aria molto positiva – sostiene –, perché la gente ha apprezzato l’affidabilità di Acquaroli e la costruzione del cambiamento che parte dal basso. I marchigiani non vogliono fermare il cambiamento e far tornare al potere della sinistra. Anche perché la sinistra sta già litigando al suo interno prima delle elezioni e questo è uno degli aspetti che non la rende credibile. Voglio dire: non è credibile chi propone una ricetta e non trova condivisione nemmeno al suo interno. Ricci sta facendo una campagna elettorale molto impegnativa, ma la verità è che siamo avanti noi. Loro stanno cercando di mettere in piedi una narrazione per sostenere che le Marche sono contendibili. E invece non è così”.
Che però le Marche rappresentino più di un’elezione periferica lo dicono anche le scelte che arrivano da Roma su entrambi i fronti. Matteo Ricci può schierare la squadra della comunicazione che ha già funzionato in Umbria: Flavio Alivernini, Marco Agnoletti e Francesco Nicodemo. Dal canto suo, invece, Francesco Acquaroli ha appena messo in squadra Italo Bocchino, che il partito romano mette a disposizione del governatore contando che possa dargli un sostegno anche in chiave nazionale.
Una scelta che accende subito la miccia. “Secondo Meloni e company – scrive Morani – il problema di Acquaroli è la comunicazione, ma non si sono accorti che nella nostra regione le persone non riescono più a curarsi. Siamo arrivati alle denunce perché non si riesce a fare neppure una risonanza magnetica in 18 mesi”. La replica di Bocchino: “Quando parla di sanità marchigiana, Alessia Morani dovrebbe studiare i numeri del primo mandato di presidenza del bravissimo Acquaroli. La sua sinistra ha lasciato in eredità una sanità in ginocchio con territori abbandonati, ospedali chiusi e medici che mancavano”. Visto? Altro che elezioni periferiche.
İl Resto Del Carlino