Cosa ha rappresentato la Global Sumud Flotilla: una missione umana e umanitaria

La forza della fragilità davanti alla violenza
Quello che sta accadendo in mare, è una lezione per tutti anche in terra. Sulla possibilità di coinvolgere il mondo intero, se si è capaci di trovare la sorgente di ogni lotta, l’umanità. Sulla potenza e l’efficacia di pratiche disarmate e disarmanti

Quanto può una pratica pacifica, disarmata e disarmante, priva di alcuna volontà offensiva e determinata invece a far valere i diritti umani, il diritto internazionale, contro un esercito armato fino ai denti, qualificatosi nel nostro tempo come il più feroce e privo di ogni limite e scrupolo nel portare sofferenza e morte? Quanto può, il mostrare la propria fragilità, dichiararla e rivendicarla, di fronte alla forza sovraumana di un gigante che vive di minacce armate, al terrorismo non di un gruppo ma di uno Stato intero, che esercita il suo potere di vita o di morte sicuro della sua impunità, sicuro che nessuno sarà capace di chiedigli conto dei suoi crimini?
Quanto può una missione umana e umanitaria, contro la doppia morale di governi ed istituzioni che chiamano alla responsabilità chi vuole soccorrere, mentre irresponsabilmente continuano a finanziare chi vuole uccidere, chi compie consapevolmente atti di genocidio, di sterminio sistematico di civili disarmati, senza alcuna via di fuga, ridotti ad essere come topi in gabbia, un milione di donne, uomini e bambini costretti a correre avanti e indietro lungo poche decine di kilometri mentre i caccia e i carri armati li bombardano? Quanto può, nel mezzo di una guerra di un esercito diretta contro una popolazione inerme, il riuscire a farsi granello di sabbia nell’ingranaggio, provocando scandalo e contraddizione nello spettacolo delle ipocrisie dell’Occidente delle “migliori democrazie del mondo”?
Hanno cresciuto generazioni riempiendosi la bocca di diritti umani, legalità, giustizia, civiltà, e poi vengono svelate nel loro inganno da un bambino di Gaza, che dice che “il Re è nudo”. Quel bambino rivela quanto invece siano in crisi, e con esse il sistema di potere che le brandisce come uno scudo per tentare di giustificare le peggiori nefandezze. Quanto può dunque quel bambino di Gaza, trasformarsi in una barca a vela e percorrere i mari del mondo mostrando la verità? Quanto può una azione diretta, pacifica, non violenta, dirigersi contro la violenza organizzata come unica architettura politica della società umana, e dichiararsi come diserzione ad ogni guerra, ad ogni carneficina, affermando l’umano contro il disumano come principio universale, come ground zero di ogni possibile politica, di ogni possibile costituzione sociale? Quanto può sta scritto ora nella storia. Lo abbiamo vissuto in questo mese, lo stiamo vivendo in queste ore.
Quello che sta accadendo in mare, è una lezione per tutti anche in terra. Sulle pratiche, sulla loro efficacia in questo nostro tempo. Sulla possibilità di coinvolgere il mondo intero, se si è capaci di trovare la sorgente di ogni lotta, l’umanità. Sulla potenza della nostra fragilità e della nostra debolezza, difronte a chi fa della forza e della violenza l’unica ragione. La potenza e l’efficacia di pratiche disarmate e disarmanti, che mettono davvero in difficoltà chi crede di essere onnipotente. Facciamone tesoro. Grazie fratelli e sorelle, compagni e compagne, della Global Sumud Flottilla. State facendo un dono immenso al mondo, a Gaza, a coloro che soffrono a causa delle scelte di chi ha potere ma non ha cuore: la speranza. Ci avete ricordato che essa non è una attesa, ma un agire. Una lotta contro chi vorrebbe farci credere che speranze, per l’umanità, non ce ne sono più.
l'Unità