Israele vuole subito 4 corpi per i 600 detenuti
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La conclusione della prima fase dell'accordo di tregua a Gaza si è incagliato sul lugubre scambio di salme tra Shiri Bibas e un'anonima donna palestinese.
Oltre che sullo show definito 'abominevole' dall'Onu delle quattro bare nere esposte da Hamas su un palco nella Striscia. Per rappresaglia Israele sabato non ha scarcerato 602 detenuti palestinesi in cambio degli ultimi sei ostaggi vivi rilasciati, ma lunedì ha cercato una soluzione con i Paesi mediatori. Se Hamas restituisce immediatamente altri quattro corpi di rapiti morti, senza organizzare umilianti cerimonie con le bare come ha fatto la settimana scorsa con i corpi della famiglia Bibas e di Oded Lipshitz, i detenuti palestinesi saranno rilasciati.
Si tratta di centinaia di condannati a lunghe pene detentive, molti dei quali stanno scontando ergastoli per attacchi terroristici. Hamas non ha ancora risposto ufficialmente, ma due diversi funzionari hanno fornito due versioni contrastanti: il primo, anonimo, ha dichiarato al quotidiano Asharq al Awsat, che i corpi di due ostaggi israeliani potrebbero essere restituiti nelle prossime ore. Mentre un altro funzionario del gruppo fondamentalista, Mahmoud Mardawi, ha smentito la notizia affermando che "non c'è alcun cambiamento nella posizione di Hamas, il nemico deve attuare l'accordo liberando i 600 prigionieri palestinesi". E anche fonti israeliane citate dai media nazionali hanno negato progressi verso l'imminente rilascio di quattro salme di rapiti. Intanto il portavoce di Hamas a Gaza, Hazem Qassem ha annunciato che l'organizzazione islamista è pronta ad accettare la richiesta dei Paesi mediatori "su tutto ciò che riguarda la cerimonia di liberazione degli ostaggi, per porre fine alla crisi e ottenere la liberazione dei detenuti palestinesi".
Dietro le quinte però l'accordo a cui si appella Hamas sembra aver cambiato faccia. L'inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente Steve Witkoff domenica sera ha dichiarato che avrebbe cercato di prolungare la prima fase dell'intesa. "Dobbiamo ottenere un'estensione della fase uno, quindi andrò nella regione questa settimana, probabilmente mercoledì, per negoziare", ha detto ai media americani, aggiungendo che il suo viaggio avrebbe incluso visite in Qatar, Egitto, Israele, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita.
Con le parole di Witkoff, per la prima volta l'amministrazione Trump ammette pubblicamente di appoggiare l'obiettivo di Netanyahu di estendere la fase uno dell'intesa tra Hamas e Israele. Il premier israeliano, secondo diversi analisti, starebbe cercando di far liberare tutti gli ostaggi ancora a Gaza in un'unica tornata, scambiandoli con i detenuti palestinesi rimasti nell'elenco approvato dall'intesa. Quindi sarebbe intenzionato a passare al piano B, il cosiddetto 'piano dei generali': "Israele tornerà a una guerra intensa a Gaza, creerà aree di rifugio per i civili e consentirà alle organizzazioni internazionali di distribuire cibo e aiuti solo in quelle aree", spiega Haaretz. Il primo ministro starebbe aspettando, oltre al rilascio di tutti gli ostaggi vivi e morti, l'insediamento del nuovo capo di stato maggiore dell'Idf Eyal Zamir (il 6 marzo). Secondo indiscrezioni il ministro degli Affari strategici e rappresentante personale del premier Netanyahu Ron Dermer, durante due diversi colloqui in Florida con Witkoff la scorsa settimana, gli ha consegnato un messaggio del primo ministro israeliano secondo il quale "Israele non è più impegnato nel piano di tregua in tre fasi dell'amministrazione Biden, anche se lo ha firmato". La fase due dell'accordo prevedeva tra l'altro il ritiro completo dell'Idf da Gaza. Al momento, Hamas e altri gruppi terroristici tengono in ostaggio nella Striscia 63 persone, tra cui i corpi di almeno 36 deceduti confermati dall'esercito. Netanyahu nel frattempo ha incassato l'invito ufficiale in Germania dal cancelliere designato Friedrich Merz: "Non è possibile che il primo ministro israeliano non possa visitare la Germania. E' assurdo. Netanyahu potrà venire nella capitale tedesca", ha chiarito, ignorando il mandato d'arresto della Cpi per crimini di guerra.
ansa