Leao, serata no: le palle perse, i problemi all'anca... Allegri lo sostituisce ma poi lo difende
“Un problema all’anca”, risponde Allegri alla domanda più ovvia del martedì sera. Perché ha tolto Leao all’intervallo? Il problema fisico c’è, al Milan lo sanno: Rafa fatica a scattare. Certo, altri allenatori lo avrebbero lasciato in campo, gli avrebbero dato un quarto d’ora supplementare per puro status, per quella sua capacità di improvvisare senza copione. Allegri no, perché l’Atalanta va forte, non abbassa il ritmo, ti obbliga ad andare a duello per tutto il campo. E allora, due considerazioni vengono in mente alla fine. La prima: il Milan ha fatto meglio senza Leao e senza Gimenez, con Nkunku e Loftus-Cheek davanti. La seconda: il rapporto tra Allegri e Leao resta particolare. Grande stima, critiche, gol, sostituzioni precoci. Tutto compresso in tre mesi, elogi e critiche intensi, banalità zero.
La spiegazione completa di Max Allegri è questa: “Leao si è allenato dopo il Pisa ma c’era bisogno di gente che sprintasse, che andasse. Per questo l’ho sostituito. L’infortunio? Non dovrebbe essere niente di che”. Poi una difesa d’ufficio: “Il fatto che il Milan, con lui titolare, abbia preso 4 gol in 3 partite è una coincidenza. Ci sono momenti in cui subisci e altri in cui non subisci gol”. Tutto normale, via. Anche perché Leao in quei 45 minuti non aveva calciato, aveva fatto appena 6 passaggi (uno ogni 7 minuti e mezzo…) e non aveva mai crossato, giusto un dribbling a condire 4 palle perse. Nemmeno a scuola sarebbe stato sufficiente.
La stagione di Leao allora, come e più di sempre, non ha mezze misure. Con la Fiorentina ha segnato due volte e ribaltato la partita, si è preso le responsabilità, è stato l’uomo copertina. Tra Pisa e Atalanta è stato uno come gli altri. In tribuna, durante il secondo tempo, è stato inquadrato con la faccia nascosta sotto un cappuccio e un cappello, come se fosse al Polo Nord, altro che Bergamo. Il Milan deve scongelargli il cuore, perché la Roma, domenica sera, è lontana cinque giorni. C’è tempo per recuperare tutto: il sorriso, lo spirito, lo scatto. Anche l’anca.
La Gazzetta dello Sport



