Tutti i premi di Lucca Comics 2025

Lucca, Teatro del Giglio. Sta succedendo qualcosa nel mondo del fumetto: non era mai accaduto che un ministro della Cultura presenziasse all’inaugurazione di Lucca Comics & Games per di più annunciando che il fumetto non è assolutamente un’arte minore e annunciando uno stanziamento di 750mila euro per sostenere i festival italiani dedicati al fumetto nel 2026, sottolineando l’importanza di questa forma d’arte citando anche Friederich Schiller con la frase: “l’uomo è veramente tale solo quando gioca”. Non solo: ha anche annunciato l’impegno formale del Ministero per la realizzazione di un Museo del Fumetto a Lucca, progetto nell’aria da tempo ma mai concretizzatosi. Promessa ribadita prima della cerimonia di premiazione anche dal presidente della regione Toscana, Eugenio Giani che parla di un’amicizia e identità di visione con il sindaco di Lucca Mario Pardini su Lucca Comics al di là dei colori politici: “come si fa a non sostenere una manifestazione simile all’insegna dell’accoglienza e dell’apertura verso il mondo?”, dice senza mezzi termini.
La sala del teatro è piena: da anni la cerimonia dei Lucca Comics & Games Awards è diventata una sorta di rito collettivo: celebrazione della Nona Arte, ma anche una lente su ciò che il fumetto — e tutto ciò che gli ruota attorno — sta diventando. Se gli Oscar guardano al cinema e i David alla memoria del nostro immaginario filmico, a Lucca si osserva il futuro, quella frontiera in cui il disegno incontra la letteratura, il gioco diventa narrazione e il segno si fa emozione. In propria ù qui è tangibile la presenza di una community vera e propria basata su rispetto, fantasia e, come più volte sottolineato nel corso della serata, amore. Del resto come ricorda Emanuele Vietina, direttore della manifestazione, non a caso il tema portante è quello del “Frenh Kiss” declinato in tutti i modi possibili a partire dei manifesti firmati da Rebecca Dautremer, presenti ovunque e che costituiscono un ivito all’inclusione.
Gli Yellow Kid, come sempre, segnano il momento più atteso: quello n cui la communitysi incontra: artisti, giornalisti, operatore del settore. Ecco dunque che il premio alla carriera assegnato al maestro Tetsuo Hara, autore di Ken il guerriero (qui la nostra intervista in anteprima esclusiva) suona quasi come un ritorno alle origini del mito: il creatore di Hokuto no Ken riceve il tributo per una carriera che ha trasformato il corpo eroico ed epico del manga in un linguaggio mitico e senza tempo. La sua matita, cesellata e muscolare, rimane in realtà un anatomico trattato sulla fragilità e la forza della specie umana.
Tra i Gran Guinigi, il disegno di Fabrizio Dori (Il figlio di Pan) è un ritorno alla pittura, quella che fa respirare le figure e vibrare i colori. In La seconda vita di Sander del giovane Stepan Razorënov (Hollow Press), a imporsi è la scrittura sorprendentemente matura, in un’epopea dark-fantasy che sembra uscita da un taccuino di Bosch tradotto in graphic novel. E nel manga Veil di Kotteri! (J-POP) il fumetto assume i contorni di un oggetto estetico raro, quasi un diario di moda illustrato, dove i sentimenti si raccontano attraverso la stoffa e la luce.
Poi ci sono i racconti brevi di Bianca Bagnarelli, tredici anni di storie che parlano più di un romanzo generazionale intero. In Animali domestici l’autrice torna al suo universo interiore, fatto di pause, vuoti, momenti sospesi — un fumetto che si legge come si ascolta un vinile inciso a mano.
Il premio al miglior esordiente va a Daniele Kong, che con Bestie in fuga (Coconino Press) costruisce una saga familiare di provincia italiana tra cinema neorealista e nostalgia post-industriale. Un debutto che guarda al passato per parlare di noi, oggi, con uno sguardo da regista più che da disegnatore.
C’è spazio anche per la memoria collettiva con il Premio Beani a Tutto un altro Lupo Alberto (Gigaciao), laboratorio esplosivo di autori e autrici che aggiornano l’universo di Silver con spirito punk e rispetto per la tradizione. Un progetto che dimostra quanto la cultura pop italiana possa ancora reinventarsi, oscillando tra parodia, sperimentazione e manifesto generazionale.
Tra le menzioni, Compagna Cuculo della tedesca Anke Feuchtenberger (Coconino) si impone come opera totale, fluviale e ossessiva: una fiaba politica e autobiografica dove la memoria si scioglie in sogno.
E mentre il Premio Self Area riconosce la vitalità dell’autoproduzione a Ragdoll Fumetti Scomposti, le nuove generazioni trovano spazio nel Premio Generazioni, assegnato ex aequo a Al di là del fiume. Il cavaliere doppio di Giuseppe Ferrario e I misteri di Strambopoli di Tor Freeman: due facce di una stessa idea — raccontare ai più piccoli senza rinunciare alla verità del mondo.
Un’ultima sezione, i Gran Guinigi Pro, celebra il lavoro invisibile di chi costruisce il fumetto “da dentro”: traduttori, grafici, coloristi, curatori. Dai traduttori Gadducci e Tavosanis per La leggenda di Luther Arkwright, fino a Valentina Vignola per Claudine di Riyoko Ikeda. E ancora Laura Zuccheri per i colori visionari di Kamasutra di carne e di sangue e Ai Weiwei per la copertina di Zodiac (Oblomov). Segni che si intrecciano, come fili di un’unica grande graphic tapestry.
L’ultima pagina della serata è dedicata ai nuovi talenti del Lucca Project Contest: il progetto Montagna di Luca Peverelli e Chiara Milano per Bonelli, e Il rapimento di Ila di Debora ed Erica Longo per Star Comics, portano il fumetto italiano alla frontiera del futuro. Segno che anche quest’anno Lucca non è solo un festival, ma un’osservazione collettiva della creatività contemporanea — quella che continua a cambiare forma, pagina dopo pagina.
Infine i premi più importanti, quello per il Fumetto dell’anno, va a The Horizon di JH (ReNoir Comics / Gaijin). Un fumetto postapocalittico che vede protagonisti due bambini in fuga, un’umanità ridotta a sopravvivere in bianco e nero, e nel mezzo un orizzonte che diventa metafora universale. È un racconto che parla di tenerezza e disumanità con la stessa delicatezza con cui si osserva una rovina antica.
Infine il premio di Autore dell’anno va finalmente ad Alessandro Tota, artista elegante e dai toni delicati, capace di grande introspezione psicologica con lavori come come Yeti (a cui era stato assegnato il premio di repubblica XL), Fratelli, Charles, Estate e nel 2023 La magnifica illusione e ancora, nel 2024 con i disegni di Andrea Settimo e Lo specchio (uscito per Canicola), La novella dell’avventuriero. Tota si conferma nel solco di quella generazione di autori italiani capace di coniugare ironia, dolcezza, visionaietà e una profonda consapevolezza del mezzo. La magnifica illusione e Lo specchio — due opere diversissime e complementari — dialogano con l’immaginario del fumetto del Novecento, come se Spiegelman avesse incontrato Gipi su una tela di Grosz.
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