Giornate del Cinema Muto, guerra in Palestina e Ucraina nelle vecchie pellicole

GUARDA IL SERVIZIO VIDEO. Dal mondo in bianco e nero di un’epoca lontana, ai fatti di attualità. C’è un filo rosso che unisce le pellicole senza audio ai fatti dei nostri giorni e che sarà analizzato durante le Giornate del Cinema Muto in programma al Teatro Verdi di Pordenone dal 4 all’11 ottobre sotto la direzione di Jay Weissberg. In primi la guerra che allora come oggi fa da sfondo agli scenari internazionali. Se la prima mondiale del capolavoro comico Charlot soldato, 1918 nel nuovo restauro del MoMA, presentato nell’ambito della rassegna dedicata alla Chaplin-mania, è una delle proiezioni più attese, il momento culminante di questo percorso è l’evento speciale di metà settimana, in programma mercoledì 8 ottobre. La serata comincia con [La ritirata tedesca e la battaglia di Arras], del 1917, uno dei documentari sui combattimenti che il governo britannico sponsorizzò nell’ambito dello sforzo bellico per mostrare l’avanzata degli Alleati sul campo di battaglia e risollevare così il morale della popolazione Il film, restaurato dall’Imperial War Museum di Londra, sarà accompagnato dalla musica della compositrice britannica Laura Rossi, eseguita dal vivo dall’Orchestra da Camera di Pordenone e dal Coro del Friuli Venezia Giulia con la direzione del musicista e compositore sloveno Andrej Goricar.
A seguire, [Palestina: una narrazione rivisitata], un montaggio di trenta minuti che l’artista, compositrice e pianista libanese Cynthia Zaven, ha tratto da 77 cinegiornali, che mostrano la Palestina al tempo della prima guerra mondiale, incluse immagini del bombardamento di Gaza nel 1917.
L’Ucraina è invece al centro di una rassegna dedicata ai film per ragazzi realizzati tra la fine degli anni ’20 e i primi anni ’30, quando il Paese era una delle repubbliche sovietiche. La metà dei 22 lungometraggi e 3 cortometraggi prodotti nel periodo muto è fortunatamente sopravvissuta e quattro dei titoli più rappresentativi saranno presentati a Pordenone, a cura di Ivan Kozlenko.
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