Intelligenza artificiale, 4 italiani su 10 le delegano le incombenze quotidiane

Cosa vogliono di più dalla vita gli italiani? Un po’ di ‘sana’ intelligenza artificiale, verrebbe da dire, parafrasando il celebre slogan pubblicitario di un amaro lucano in voga negli anni ’90, per evidenziare le grandi aspettative che gli abitanti del Bel Paese nutrono nei confronti dell’AI. A quella che viene considerata un alleato emotivo tout court in grado di alleviare ansia, disagio e noie legate, in primis, alla routine quotidiana, il 37% degli italiani delegherebbe reclami, solleciti o altre pratiche amministrative, il 30% telefonate di servizio, il 26% bollette, code o consegne. Le motivazioni sarebbero riconducibili, invece, alla volontà di liberarsi da compiti poco stimolanti (76%), al desiderio di risparmiare tempo ed energie (75%), al tentativo di evitare situazioni stressanti (74%). A rilevarlo uno studio realizzato nel mese di agosto 2025 da parte di Toluna per conto del colosso dell’elettronica coreano Samsung che ha coinvolto un campione rappresentativo di mille italiani dai 18 anni d’età in su.

Il percorso di implementazione dell’AI nel nostro Paese, peraltro, sarebbe già avviato. Quasi 4 intervistati su 10 (39%) dichiara di averla adottata e di trovarsi bene mentre più di 1 su 5 (23%) la usa ma con risultati deludenti. Circa la metà (49%) di coloro i quali non desiderano alcun supporto tecnologico aggiuntivo si sente più sicura, invece, occupandosi personalmente delle proprie attività. Tre, inoltre, i requisiti citati dai rispondenti perché l’AI diventi veramente pervasiva: facilità d’uso anche per chi non è esperto (54%, 66% tra i Boomer), privacy e protezione dei dati personali (49%), precisione nella comprensione dei bisogni (42%). Strategico, infine, il ruolo ricoperto dallo smartphone nel processo di ‘digital transformation’: il 76% del campione lo considera il dispositivo chiave per ‘sdoganare’ l’AI nella vita di tutti i giorni.