Dazi, dichiarazione congiunta Ue e Usa. Tetto del 15% su auto e farmaci, nessuna esenzione su vino

Su Digital Market Act e Digital Service Act "abbiamo tenuto queste questioni fuori dai negoziati commerciali, concentrandoci su ciò che era chiaramente la priorità, e quindi non troverete alcun riferimento ad esse nella dichiarazione congiunta". "Ci saranno molte questioni che saranno discusse, ma per essere molto chiari: l'autonomia normativa è assolutamente importante" e "questa è stata la nostra posizione dall'inizio alla fine di questa dichiarazione congiunta". Lo ha detto il commissario Ue al commercio Maros Sefcovic in conferenza stampa.
"I dazi su vino, alcolici e birra erano uno degli interessi più importanti dell'Unione Europea. Purtroppo, non siamo riusciti a far rientrare questo settore e questa categoria tra quelle nel livello della nazione più favorita (Npf). In merito vorrei aggiungere una parola molto importante, e questa è non ancora, perché i nostri colleghi statunitensi sanno che questo è il nostro interesse, è qualcosa di molto importante per noi" e nella dichiarazione congiunta è presente un paragrafo nel quale si "afferma che entrambe le parti, gli Stati Uniti e l'Ue, sono pronte a valutare altri settori in cui potremmo abbassare i dazi in futuro". Lo dice il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, in conferenza stampa dopo la dichiarazione congiunta Ue-Usa sui dazi. "Quindi, queste porte non sono chiuse per sempre. Siamo stati molto chiari sul fatto che questo è molto importante per noi e collaboreremo con i nostri partner statunitensi nel tempo per aprire un numero di settori in cui vorremmo vedere un ulteriore abbassamento dei dazi, soprattutto in queste categorie molto importanti", aggiunge.
La dichiarazione congiunta Ue-Usa sui dazi "illustra in dettaglio il nuovo regime tariffario statunitense nei confronti dell'Ue, con un'aliquota tariffaria massima e onnicomprensiva del 15% per la stragrande maggioranza delle esportazioni dell'Ue, compresi settori strategici come automobili, prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname". Lo si legge in una nota dove viene precisato che "i settori già soggetti a dazi della nazione più favorita (Npf) pari o superiori al 15% non saranno soggetti a dazi aggiuntivi".
"La dichiarazione congiunta Ue-Usa sul commercio garantisce prevedibilita' e stabilita' ai legami economici transatlantici e alle imprese europee. L'Ue deve continuare ad approfondire e ampliare i suoi partenariati commerciali globali". Lo scrive su X il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, a seguito della pubblicazione della dichiarazione congiunta fra Ue e Stati Uniti sui dazi.
La dichiarazione congiunta Ue-Usa sui dazi "è solo il primo passo", "la Ue e gli Stati Uniti valuteranno la possibilità di esentare altri settori in futuro". Lo dice il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, in conferenza stampa dopo la pubblicazione della dichiarazione congiunta.
"Prevedibilità per le nostre aziende e i nostri consumatori, stabilità nella più grande partnership commerciale al mondo e sicurezza per i posti di lavoro europei e la crescita economica a lungo termine. Questo accordo commerciale tra Ue e Stati Uniti apporta benefici ai nostri cittadini e alle nostre aziende e rafforza le relazioni transatlantiche". Lo scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a seguito della pubblicazione della dichiarazione congiunta fra Ue e Stati Uniti sui dazi.
L'Unione europea e gli Stati Uniti hanno pubblicato una dichiarazione congiunta relativa all'accordo commerciale sui dazi, che da' seguito all'accordo politico raggiunto il 27 luglio in Scozia. "Gli Stati Uniti e l'Unione europea sono lieti di annunciare di aver raggiunto un accordo su un quadro per un'intesa sul commercio reciproco, equo ed equilibrato", si legge nella dichiarazione. "Questo accordo quadro rappresenta una dimostrazione concreta del nostro impegno a favore di un commercio e di investimenti equi, equilibrati e reciprocamente vantaggiosi. Esso porra' la nostra relazione commerciale e di investimento - una delle piu' grandi al mondo - su basi solide e dara' nuovo slancio alla reindustrializzazione delle nostre economie". "Riflette il riconoscimento, da parte dell'Unione europea, delle preoccupazioni degli Stati Uniti e la nostra determinazione congiunta a risolvere gli squilibri commerciali e a liberare tutto il potenziale del nostro potere economico combinato. Stati Uniti e Unione europea intendono che questo accordo quadro sia un primo passo in un processo che potra' essere ulteriormente ampliato nel tempo per includere aree aggiuntive e continuare a migliorare l'accesso ai mercati e ad accrescere la loro relazione commerciale e di investimento", si afferma nella dichiarazione.
Il consigliere commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro, ha dichiarato in un'intervista alla Cnbc che è ancora "probabile" che l'amministrazione di Donald Trump applichi dazi sulle importazioni farmaceutiche. Ieri il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo per garantire una catena di approvvigionamento "resiliente" per i farmaci essenziali, alimentando le scorte di ingredienti per medicine chiave.
I vertici di Novartis e Roche hanno incontrato il governo svizzero per discutere della situazione dell'industria farmaceutica alla luce dei dazi statunitensi. I prodotti farmaceutici sono attualmente esenti dai dazi di Donald Trump ma la situazione potrebbe cambiare. La Svizzera è stata colpita in generale da una tariffa del 39% da parte degli Stati Uniti, contro il 15% applicato all'Unione Europea.
Un portavoce della Commissione Europea ha precisato di aver ricevuto dagli Usa "un nuovo testo" per la dichiarazione congiunta sui dazi, che deve seguire all'intesa politica di base. "Ora lo studieremo, faremo le nostre osservazioni alle controparti americane, continueremo il ping-pong per arrivare ad un testo condiviso", ha aggiunto. "Siamo vicini, è un documento importante, i dettagli sono cruciali e serve ancora un po' di pazienza".
Inacio Lula da Silva, presidente del Brasile (Ansa)
14/08/2025
Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha respinto il contenuto di un rapporto del dipartimento di Stato Usa affermando che nel suo Paese "nessuno sta violando i diritti umani". La dichiarazione è stata diffusa durante la presentazione di un pacchetto di misure del governo per assistere le aziende colpite dall'aumento al 50% dei dazi doganali imposto dall'amministrazione di Donald Trump."Nessuno sta violando le norme sui diritti umani, come stanno cercando di far credere al mondo. I nostri amici americani, ogni volta che decidono di combattere contro qualcuno, cercano di creare un'immagine demoniaca delle persone che vogliono combattere", ha affermato Lula.Nel rapporto annuale del Dipartimento di Stato pubblicato martedì si affermava che "la situazione dei diritti umani in Brasile è peggiorata nel corso dell'anno", un affermazione alla quale il leader progressista ha risposto invitando a "guardare cosa sta succedendo nel Paese che accusa il Brasile"."Continueremo a insistere nei negoziati perché ci piace negoziare. Non vogliamo conflitti. Non voglio conflitti con l'Uruguay, né con il Venezuela, tanto meno con gli Stati Uniti.
Non vogliamo fare nulla che giustifichi un peggioramento delle nostre relazioni", ha concluso Lula.
La Borsa di New York chiude in rialzo. Il Dow Jones sale dell'1,04%, il Nasdaq guadagna lo 0,14% e lo S&P 500 avanza dello 0,32%.
Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha esortato le nazioni europee a prepararsi ad accettare dazi più elevati sulla Cina e sulle altre nazioni che acquistano energia russa. "Gli europei devono unirsi a noi in queste sanzioni. Devono farlo", ha detto Bessent intervistato da Bloomberg news.
L'euro guadagna terreno sul biglietto verde superando quota 1,171 dollari a 1,1724 (+0,44%), il massimo in quasi tre settimane, e prolungando la seconda sessione di guadagni, mentre il dollaro s'indebolisce sui minimi da fine luglio. I dati sull'inflazione statunitense hanno alimentato le aspettative di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed a settembre, sostenendo un atteggiamento propenso al rischio a livello globale.
In Europa, la Bce ha concluso il suo ciclo di allentamento a luglio, dopo otto tagli nell'ultimo anno, lasciando i costi di finanziamento ai minimi da novembre 2022, sebbene alcuni analisti intravedano il potenziale per un ulteriore taglio prima della fine dell'anno. Il Pil dell'Eurozona e' cresciuto dello 0,1% nel secondo trimestre, con un'inflazione stabile al 2% a luglio. I rischi commerciali persistono, poiche' l'Ue deve affrontare dazi del 15% su molte esportazioni verso gli Stati Uniti.
Il presidente sudcoreano Lee Jae Myung incontrerà il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba a Tokyo la prossima settimana prima di volare a Washington per un vertice con il presidente Donald Trump, sottolineando come la spinta di Trump per resettare il commercio globale stia avvicinando i due paesi spesso in conflitto. La visita di due giorni di Lee in Giappone, il 23 e 24 agosto, sarà un'occasione per approfondire i legami personali con Ishiba e consolidare le relazioni bilaterali. I colloqui verteranno sul rafforzamento della cooperazione trilaterale con Washington, sulla promozione della “pace e stabilità regionale” e su altre questioni internazionali, ha dichiarato mercoledì il portavoce presidenziale Kang Yu-jung. L'incontro avrà luogo poche settimane dopo che la Corea del Sud e il Giappone hanno concluso accordi commerciali con Washington che proteggono le loro economie dipendenti dal commercio dai dazi più elevati imposti da Trump. Gli accordi separati hanno negoziato una riduzione delle tariffe reciproche dal 25% inizialmente proposto al 15%, ma solo dopo aver promesso investimenti statunitensi per centinaia di miliardi di dollari.
Il Canada si è detto "profondamente deluso" dalla decisione cinese di imporre temporaneamente dazi doganali sui prodotti derivati dalla colza canadese con l'accusa di dumping. Il ministero del Commercio cinese ha annunciato che da domani Pechino applichera' dazi doganali del 75,8% sulle importazioni di colza canadese."Non vendiamo la colza a basso prezzo. I nostri agricoltori, che lavorano duramente, forniscono alimenti di prima qualità ai canadesi e ai nostri partner commerciali esteri", hanno affermato il ministro del Commercio internazionale Maninder Sidhu e il ministro dell'Agricoltura Heath MacDonald in una dichiarazione congiunta. "Restiamo disponibili a intraprendere un dialogo costruttivo con le autorità cinesi per affrontare le nostre rispettive preoccupazioni commerciali", hanno dichiarato. I rappresentanti del settore hanno invece lanciato un monito sulle conseguenze di questi dazi doganali per i produttori. "Se non si troverà rapidamente una soluzione, l'impatto si farà sentire rapidamente sulle nostre aziende agricole", ha scritto Rick White, direttore dell'Associazione canadese dei produttori di colza (CCGA) in una nota. Un'indagine condotta da Pechino, che ha concluso in via preliminare che le importazioni canadesi hanno causato "danni significativi" all'industria nazionale, secondo il ministero. Il Canada è uno dei principali produttori mondiali di colza, una coltura oleaginosa utilizzata per produrre olio da cucina, mangimi e biodiesel. La maggior parte delle sue esportazioni in questo settore è destinata a soli due clienti: gli Stati Uniti e la Cina, due paesi con cui Ottawa ha recentemente avuto controversie in materia di dazi doganali.
La minaccia di Donald Trump di imporre dazi doganali del 50% sulle importazioni indiane a causa degli acquisti di petrolio russo da parte di Nuova Delhi sconvolge gli esportatori locali, che temono una massiccia perdita di posti di lavoro. Con dazi doganali del 50%, nessun prodotto indiano può rimanere competitivo", afferma l'economista Garima Kapoor . L'India, uno dei maggiori importatori di petrolio greggio al mondo, ha tempo fino al 27 agosto per trovare alternative e sostituire un terzo del suo attuale approvvigionamento. Questa sovrattassa del 50% minaccia le industrie ad alta intensità di manodopera, dal tessile alle pietre preziose, passando per i frutti di mare. La Global Trade Research Initiative stima inoltre che il calo potenziale delle vendite in settori come l'abbigliamento potrebbe raggiungere il 60%.
Dopo le minacce di Donald Trump, il primo ministro Narendra Modi ha parlato sia con Putin che con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, esortando entrambi a trovare una “soluzione pacifica” al conflitto. Nel frattempo, l'impatto dei dazi americani si sta già facendo sentire in India. Le aziende affermano che gli ordini degli acquirenti americani hanno iniziato a diminuire, minacciando milioni di dollari di fatturato e il sostentamento di centinaia di migliaia di persone nella quinta economia mondiale. Tra i maggiori esportatori indiani di abbigliamento, alcuni stanno valutando la possibilità di delocalizzare la loro produzione negli Stati Uniti, altri di mobilitare stabilimenti in Vietnam o Bangladesh, altri ancora non escludono di aumentare la loro produzione in Etiopia e Kenya, che sono soggetti solo a dazi doganali del 10%. Moody's ha recentemente avvertito che per l'India il “divario tariffario molto più ampio” potrebbe “addirittura invertire alcuni dei guadagni realizzati negli ultimi anni in termini di attrazione di investimenti correlati”. L'industria indiana delle pietre preziose e dei gioielli ha esportato merci per oltre 10 miliardi di dollari l'anno scorso e dà lavoro a centinaia di migliaia di persone.
Le aziende brasiliane colpite dai dazi del 50% imposti dagli Stati Uniti avranno accesso a 4,75 miliardi di euro (30 miliardi di reais) in linee di credito, ha annunciato il presidente Luiz Inácio Lula da Silva in un'intervista al canale televisivo Band News."Il 13 agosto promulgheremo un decreto legge che istituisce una linea di credito da 30 miliardi di reais per le imprese brasiliane che hanno subito perdite a causa della tassazione di Trump", ha dichiarato Lula. "Pensiamo di sostenere soprattutto le piccole aziende che esportano spinaci, frutta, miele e altri prodotti, oltre a quelle che producono macchinari. Le grandi imprese hanno maggiore capacità di resistenza", ha aggiunto, sottolineando l'importanza di "mostrare che nessuno sarà lasciato indietro dalla tassazione del presidente Trump".Il presidente ha inoltre annunciato assistenza legale agli imprenditori colpiti per contestare, nei tribunali statunitensi, i dazi sui prodotti brasiliani. "Inciteremo gli imprenditori a difendere i propri mercati. Non possiamo sottovalutare i dazi di Trump: ci sono leggi negli Stati Uniti e possiamo avviare un'azione legale. Possono fare causa lì", ha concluso Lula.
Donald Trump attacca Goldman Sachs e il suo amministratore delegato David Solomon. "Molto tempo fa hanno fatto una previsione sbagliata sia sulle ripercussioni sul mercato che sui dazi stessi. Si sono sbagliati, come si sbagliano su tante altre cose. Credo che David Solomon dovrebbe andare a cercarsi un nuovo economista o, forse, dovrebbe semplicemente concentrarsi sul lavoro di Dj, senza preoccuparsi di gestire un importante istituto finanziario", afferma Trump sul suo social Truth, riferendosi all'hobby di Salomon di fare il Dj.
"I dazi non hanno causato inflazione o altri problemi al Paese, al di là di far arrivare un immenso ammontare di contati nelle casse del Tesoro. I consumatori non stanno pagando i dazi". Lo ha detto Donald Trump sul suo social Truth.
Dopo aver concluso un incontro con i suoi ministri senza definire un piano di emergenza contro l'aumento dei dazi Usa, il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, la notte scorsa ha telefonato al suo omologo cinese, Xi Jinping. Secondo un comunicato stampa, durante la chiamata, durata circa un'ora, entrambi si sono impegnati ad ampliare il "partenariato strategico bilaterale" tra i due Paesi, con maggiori investimenti nella cooperazione nei settori della sanità, del petrolio e del gas, dell'economia digitale e dei satelliti. I due presidenti hanno espresso la loro volontà di "continuare a identificare nuove opportunità di business tra le due economie". Lula ha sottolineato l'importanza della Cina per il successo della Cop30, che si terrà dall'11 al 21 novembre a Belém, e per la lotta globale contro i cambiamenti climatici. Xi ha confermato la sua presenza al vertice con "una delegazione di alto livello" . La chiamata ha anche affrontato gli sforzi di pace tra Russia e Ucraina. I due leader hanno convenuto che G20 e Brics svolgono un ruolo essenziale nel raggiungimento di una soluzione equilibrata per entrambe le parti.
Il presidente ha dichiarato che l'oro non sarà soggetto a dazi, annullando una decisione delle autorità doganali statunitensi secondo cui i lingotti di metallo prezioso importati dalla Svizzera sarebbero stati soggetti a dazi. "L'oro non sarà soggetto a dazi!" ha dichiarato Trump in un post su Truth Social, come riporta il sito della Cnbc.
I future sull'oro hanno chiuso in ribasso del 2,48% a 3.404,70 dollari l'oncia dopo l'annuncio.
Il metallo prezioso ha raggiunto un massimo storico venerdì, dopo che la U.S. Customs and Border Protection ha stabilito che i lingotti d'oro fusi da 1 chilogrammo e 100 once provenienti dalla Svizzera erano soggetti ai dazi del 39% imposti da Trump sulle importazioni dal Paese. I lingotti d'oro di questo tipo vengono utilizzati per sostenere contratti sul Commodity Exchange o COMEX, il principale mercato a termine per oro, argento e altri metalli.
Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che estende per 90 giorni, fino al 9 novembre, la tregua con la Cina sui dazi. Le tariffe nei confronti delle importazioni cinesi sarebbero dovute scattare alla mezzanotte di oggi, ma l'ordine del presidente consente ora di continuare a negoziare con Pechino, in vista anche di un potenziale incontro con Xi Jinping.
I funzionari statunitensi e cinesi si sono incontrati il mese scorso in Svezia per discutere il rinvio della scadenza dei dazi, conversazioni che entrambe le parti hanno definito costruttive.
I dazi sui prodotti cinesi sarebbero dovuti salire dal 30% al 64%. Non è chiaro quali aliquote la Cina avrebbe applicato ai prodotti americani, attualmente soggetti a dazi minimi del 10%.
Il ministero del Commercio cinese ha confermato l'estensione della tregua tariffaria tra Pechino e Washington per altri 90 giorni a partire da oggi, in seguito ai negoziati tra le due potenze svoltisi rispettivamente a Londra e Stoccolma a giugno e luglio.
Il presidente deli Stati Uniti, Donald Trump, ha esortato la Cina ad aumentare in modo significativo le importazioni di soia dagli Stati Uniti, nel mezzo della partita sui dazi, sottolineando che i grandi agricoltori americani producono "la soia più robusta". "Spero che la Cina quadruplichi rapidamente i suoi ordini di soia. Questo è anche un modo per ridurre sostanzialmente il deficit commerciale della Cina con gli Stati Uniti", ha dichiarato Trump in un post su Truth Social, promettendo un "servizio rapido" nelle forniture. Infine si è rivolto direttamente al leader cinese, concludendo con un "grazie, presidente Xi".
I giganti dei semiconduttori Nvidia e AMD verseranno agli Stati Uniti il 15% delle loro vendite in Cina di chip avanzati per l'Intelligenza Artificiale. È quanto hanno riferito al New York Times "fonti vicine all'accordo". Mercoledì scorso il ceo di Nvidia, Jensen Huang, ha concordato con il presidente Trump alla Casa Bianca di cedere al governo federale tale percentuale delle vendite in Cina, un accordo senza precedenti che rende di fatto il governo degli Stati Uniti un partner di queste due aziende tecnologiche nelle loro operazioni nel gigante asiatico. Due giorni dopo la firma dell'accordo alla Casa Bianca, il Dipartimento del Commercio ha iniziato a rilasciare licenze di vendita per i chip di IA di Nvidia, i famosi chip H20. Un mese fa, Nvidia aveva ottenuto l'autorizzazione a vendere i suoi chip più avanzati in Cina, ma da allora la multinazionale non ha ricevuto licenze per vendere questa tecnologia avanzata, fondamentale per lo sviluppo dell'IA. Secondo le stesse fonti, anche AMD fa parte di questo accordo, che interesserebbe principalmente le vendite del suo chip MI308 che, come i chip di Nvidia, è vitale per i data center che consentono l'addestramento di modelli di intelligenza artificiale su larga scala. L'accordo per riprendere le esportazioni di chip avanzati in Cina potrebbe fruttare oltre 2 miliardi di dollari agli Stati Uniti: prima delle restrizioni all'export, Nvidia vendeva chip H2O alla Cina per un valore di circa 15 miliardi di dollari e AMD prevedeva di vendere circa 800 milioni di dollari dei suoi chip MI380.
La Cina sta chiedendo agli Stati Uniti di allentare i controlli sulle esportazioni di memorie ad alta larghezza di banda (Hbm), componenti cruciali per i chip di intelligenza artificiale, come parte di un accordo commerciale in vista di un possibile vertice tra Donald Trump e Xi Jinping. Secondo fonti a conoscenza dei negoziati interpellate dal Financial Tines, la questione delle Hbm è stata sollevata più volte dal team cinese guidato dal vicepremier He Lifeng durante i colloqui commerciali con il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent.
Il termine per un accordo che eviti il ripristino di alti dazi è fissato al 12 agosto, ma l’amministrazione americana potrebbe prorogare la tregua di 90 giorni. Pechino è irritata dalle restrizioni introdotte da Joe Biden nel 2022 e rafforzate nel 2024, quando ha vietato l’export di Hbm verso la Cina per ostacolare aziende come Huawei e Semiconductor Manufacturing International Corporation (Smic). Mentre l’attenzione pubblica si è concentrata sul chip H20 di Nvidia, Pechino considera le Hbm una priorità strategica perché fondamentali per lo sviluppo interno di chip AI. A Washington - afferma l'Ft - cresce la preoccupazione che Trump possa ammorbidire le restrizioni per ottenere un incontro con Xi, soprattutto dopo che a luglio ha revocato il precedente divieto di vendita del chip H20 e ha bloccato l’introduzione di nuove restrizioni.
La governatrice del Michigan, la democratica Gretchen Whitmer, ha incontrato privatamente Donald Trump e lo ha messo in guardia sull'impatto dei dazi su quell'industria automobilistica che il presidente si è impegnato a salvare. Le tariffe rischiano di far perdere posti di lavoro, ha detto Whitmer a Trump presentandogli i dati sull'impatto dei dazi. Per la governatrice, una delle aspiranti alla corsa del 2028, si è trattato del terzo incontro con Trump. Il Michigan è lo stato americano delle auto con Detroit che ospita Ford e Generale Motors.
Rai News 24