Gironda: i giovani e un progetto comunitario bonario per rinnovare il castello dei Quat'sos a La Réole


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Che siano studenti di architettura, come le tre ragazze di 22 anni arrivate da Fez in Marocco, o come i due ragazzi in cerca di nuove esperienze, tutti sono lieti di aver contribuito alla conservazione di questo patrimonio medievale. Un momento di condivisione sotto l'occhio vigile del loro supervisore tecnico di pietra e muratura che ha insegnato loro l'arte delle tecniche tradizionali, ma soprattutto è stata un'esperienza unificante. Grazie a questo impegno, il piccolo gruppo ha stretto legami forti e i saluti si stanno già rivelando difficili.
"Ogni mattina ci svegliamo alle 6:30... Beh, ci proviamo", dice Yasmine. "Anche io ho avuto difficoltà ad alzarmi", ammette ridendo la supervisore Aurélie Chaun. Si incontrano alla clubhouse locale del club di rugby La Réole per la colazione e l'equipaggiamento. "Casco, guanti, scarpe antinfortunistiche, occhiali e maschera, per arrivare sul posto verso le 8:00", aggiunge Grégoire. Tra un taglio e l'altro con le cesoie, si prendono una pausa per rinfrescarsi nel loro quartier generale: una delle torri del castello.

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Poi, all'ora di pranzo, uno di loro viene incaricato di preparare il pasto con Baptiste Lepetit Ainon, che poi gustano nei giardini. Il pomeriggio è poi dedicato alla coesione del gruppo e all'esplorazione della regione, dato che nessuno dei ragazzi era mai stato lì prima. Rihab è addirittura al suo primo viaggio in Francia, mentre la sua amica Yasmine è al suo primo campeggio. "All'inizio ero molto preoccupata, non pensavo nemmeno di resistere due settimane", ammette la ragazza. "Ma alla fine, anche se sono stata mangiata viva dalle zanzare, non mi pento di nulla!"
Nonostante la stanchezza e la tristezza della partenza, tutti sorridono. "È un vero motivo di orgoglio per noi lavorare su un sito così importante. E ci permette di confrontarlo con l'architettura marocchina", spiegano i tre studenti. "Bisogna vedere il prima e il dopo! Ti senti utile e ti fa venire voglia di affrontare il resto del castello", dichiara Grégoire con determinazione. E lo stesso orgoglio si riflette negli occhi della loro mentore Aurélie Chaun: "Nonostante il caldo, non si sono mai tirati indietro e hanno sempre lavorato di buon umore".

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SudOuest