L'interruzione dell'operazione CSIS ha messo la squadra in un pericolo inutile: rapporto

Un nuovo rapporto dell'organismo di controllo dello spionaggio afferma che un'operazione all'estero del Canadian Security Intelligence Service è stata improvvisamente interrotta da funzionari governativi, "creando un pericolo inutile per la squadra del CSIS " e sollevando interrogativi sulla responsabilità ministeriale.
La National Security and Intelligence Review Agency non ha trovato alcuna documentazione scritta che indicasse che la decisione di sospendere l'operazione fosse stata presa dal direttore del CSIS o dal ministro della Pubblica Sicurezza.
L'agenzia di revisione afferma che, diversamente dalle tipiche questioni operative, il caso ha coinvolto importanti esponenti politici del governo federale.
Il rapporto di revisione dell'agenzia, pesantemente censurato, fornisce pochi indizi sugli attori in questione o sulla natura dell'operazione CSIS all'estero.
Tuttavia, afferma che la decisione di interrompere le attività all'estero a metà operazione ha danneggiato la reputazione del Canada, ha messo inutilmente in pericolo le spie e "solleva serie preoccupazioni in merito ai meccanismi di responsabilità del CSIS".
Nel settembre 2022, l'episodio spinse Marco Mendicino, allora ministro della Pubblica sicurezza, a chiedere all'agenzia di revisione di verificare se il CSIS e il Dipartimento di Pubblica sicurezza stessero effettivamente supportando la responsabilità ministeriale.

Alla fine, l'operazione delicata in questione è stata autorizzata a procedere con un rinvio. Ma l'indagine rivela che alti funzionari del CSIS hanno avuto difficoltà a gestire la sospensione temporanea.

A un certo punto, il direttore del CSIS ha inviato un'e-mail ad alti funzionari di importanti settori della sicurezza e dell'intelligence, affermando: "Il tempo sta rapidamente scadendo e la situazione sul campo si sta facendo molto più tesa. Abbiamo bisogno di una decisione domani".
Il rapporto indica che vi era incertezza anche su chi avesse l'autorità di riprendere l'operazione.
L'agenzia di revisione ha scoperto che il CSIS e il Dipartimento di Pubblica Sicurezza non hanno adempiuto ai loro doveri di "fornire informazioni tempestive e accurate" al ministro della Pubblica Sicurezza sugli elementi dell'operazione.
Il rapporto conclude che il sistema di responsabilità ministeriale per il CSIS “necessita di seria attenzione”.
Secondo il rapporto, creare ora un sistema più solido aiuterà a preparare le operazioni future e a ridurre la probabilità che si ripetano confusioni e rischi del passato.
Si raccomanda che, quando una decisione che riguarda un'operazione attiva del CSIS non viene presa dal direttore o dai delegati del servizio di spionaggio, questa debba provenire da una direttiva del ministro della sicurezza pubblica e debba essere accompagnata da un verbale scritto.
Esorta inoltre il ministro della Pubblica sicurezza a garantire che il viceministro ottenga tutte le informazioni necessarie per adempiere al suo compito di fornire consulenza indipendente al ministro sulle attività e le operazioni del CSIS.