Le esportazioni e le importazioni del Giappone crescono a settembre nonostante i dazi di Trump

Secondo i dati governativi, le esportazioni giapponesi sono cresciute del 4,2% a settembre, grazie alle robuste spedizioni verso l'Asia che hanno compensato il calo di quelle destinate agli Stati Uniti, che sono state colpite dai dazi del presidente Donald Trump.
TOKYO -- TOKYO (AP) — Secondo i dati governativi pubblicati mercoledì, le esportazioni giapponesi sono cresciute del 4,2% a settembre, grazie alle robuste spedizioni verso l'Asia che hanno compensato il calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti, colpite dai dazi del presidente Donald Trump.
Secondo i dati del Ministero delle Finanze giapponese, il mese scorso le esportazioni giapponesi verso l'Asia sono aumentate del 9,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite del 13,3%, segnando il sesto mese consecutivo di calo rispetto all'anno precedente, mentre quelle verso la Cina sono aumentate del 5,8% rispetto all'anno scorso.
Le spedizioni di auto negli Stati Uniti sono diminuite del 24,2% a settembre. Case automobilistiche come Toyota Motor Corp. sono pilastri dell'economia giapponese.
Nel complesso, le importazioni del Giappone sono aumentate del 3,3% a settembre, con una crescita del 6% in Asia, compreso un aumento del 9,8% delle importazioni dalla Cina.
I risultati sono stati pubblicati il giorno dopo che Sanae Takaichi è stata eletta tramite votazione parlamentare come primo ministro del Paese, diventando la prima donna a guidare il Giappone.
È nota per le sue idee conservatrici e nazionaliste, ma è anche considerata una sostenitrice di una maggiore spesa pubblica, che ha fatto sì che i prezzi delle azioni a Tokyo aumentassero in generale nelle ultime sedute.
Takaichi ha anche promesso salari più alti e una politica monetaria più accomodante, che favorirebbe uno yen giapponese debole. Ciò rappresenterebbe un vantaggio per i grandi esportatori del Paese, aumentando il valore dei guadagni esteri convertiti in yen.
Takaichi si trova ad affrontare una dura battaglia per attuare le sue politiche, perché il Partito Liberal Democratico al potere, nonostante i partner della coalizione, non ha la maggioranza in nessuna delle due camere del parlamento. Il suo stesso partito rimane diviso.
Trump, che dovrebbe visitare il Giappone entro la fine del mese per incontrare Takaichi, ha annunciato a luglio un accordo commerciale con il Giappone che prevedeva un'imposta del 15% sui beni giapponesi.
All'epoca, il Giappone promise di investire 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti e di aprire maggiormente la propria economia alle automobili e al riso americani. L'imposta del 15% sui beni giapponesi importati rappresentava un calo significativo rispetto all'aliquota del 25% annunciata in precedenza da Trump.
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