Incidente sul fiume Guadiana: la libertà va tutelata.

Le prime ore del mattino sul fiume Guadiana si sono concluse in tragedia. Una motovedetta della Guardia Nazionale Repubblicana è stata speronata da un'imbarcazione ad alta velocità sospettata di essere legata al narcotraffico. Un soldato ha perso la vita e tre sono rimasti feriti. La notizia è dura, ma ciò che simboleggia è ancora più preoccupante: un Paese che continua a reagire alle tragedie, invece di prevenirle. Il liberalismo non è l'opposto della sicurezza. Lo Stato dovrebbe essere snello, certo, ma mai assente. La libertà individuale è un diritto fondamentale, ma dipende da una struttura pubblica in grado di proteggere chi rispetta la legge e di contrastare chi la viola. Quanto accaduto nel Guadiana è il ritratto di uno Stato lento, burocratico e tecnologicamente sottodimensionato, che cerca di fermare reti criminali transnazionali, veloci e ben finanziate.
Quando la criminalità corre più veloce dello Stato. È inaccettabile che gli ufficiali della GNR si trovino ad affrontare imbarcazioni di grossa cilindrata con risorse diseguali e personale ridotto. Il fiume Guadiana è da sempre un confine dinamico, sia dal punto di vista economico, sociale e criminale. Tutti lo sanno. Tutti lo dicono. Ma pochi agiscono di conseguenza. Le reazioni istituzionali, le dichiarazioni, le condoglianze, le promesse di indagini non bastano più. Il Paese ha bisogno di riforme concrete e coraggiose che combinino efficienza, intelligenza e responsabilità. - Potenziamento reale della sorveglianza fluviale e marittima, con imbarcazioni veloci, visori notturni e droni tattici; - Cooperazione continua con la Spagna, compresi pattugliamenti congiunti e condivisione immediata dei dati operativi; - Revisione giuridica dei reati di traffico che coinvolgono imbarcazioni, adattando il Codice penale alla realtà tecnologica e transfrontaliera della criminalità organizzata; - Formazione e protezione adeguate per le forze di sicurezza che rischiano la vita per far rispettare la legge;
La pianificazione preventiva è fondamentale, perché aspettare che il crimine accada è l'opposto di governare.
La libertà non è anarchia! Uno Stato liberale dovrebbe essere efficiente, non permissivo. Difendere la libertà non significa chiudere un occhio sulla criminalità; significa garantire che coloro che infrangono la legge paghino il prezzo che meritano. Uno stato veramente minimale è quello che fa ciò che è essenziale e lo fa bene. Chi confonde la "libertà individuale" con l'assenza di regole non ha compreso il principio fondamentale del liberalismo: la libertà finisce dove inizia il rischio imposto agli altri.
Il traffico di droga, il contrabbando e l'evasione dalla giustizia sono attacchi diretti alla libertà di tutti noi e lo Stato ha il dovere costituzionale di agire.
Un esempio che non può essere ripetuto… Un membro dell'esercito della Repubblica è morto in servizio. Questo sacrificio non può essere solo l'ennesimo episodio tragico. Deve essere un chiaro segnale che il Portogallo deve ripensare la sua strategia di sicurezza, i suoi confini e le risorse che mette nelle mani di coloro che lo proteggono. Lamentarsi non basta.
Dobbiamo riformare, agire e proteggere, con meno burocrazia, più intelligenza e un vero senso dello Stato. La libertà, la vera libertà, non si conquista con i discorsi. Si conquista con la responsabilità, il coraggio e la giustizia. Tutto ciò ha una base giuridica e contestuale. L'articolo 27 della Costituzione della Repubblica portoghese sancisce il diritto alla libertà e alla sicurezza come valori fondamentali, imponendo allo Stato il dovere di una protezione attiva ed effettiva. Il Codice penale, negli articoli 21, 22 e 24, definisce la co-paternità e la responsabilità penale per condotte intenzionali quali la tratta e la resistenza a pubblico ufficiale.
La Legge Organica della GNR (Legge n. 15/94) e l'articolo 271 della Costituzione stabiliscono che gli agenti dello Stato, nell'esercizio delle loro funzioni, godono di una protezione speciale e di mezzi adeguati per la missione di difesa della legalità democratica. Dove sono?
Queste regole non sono semplici abbellimenti giuridici; sono impegni costituzionali che lo Stato deve rispettare. Perché la libertà non può sopravvivere senza ordine. E l'ordine non può esistere senza coraggio politico. La libertà esige responsabilità. E la responsabilità esige azione.
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