piccole note sparse, staccate e sconnesse

1 – Le elezioni locali si avvicinano e sarà interessante analizzarne i programmi. Saranno – come al solito – un mosaico frammentato di proposte e promesse su promesse? E questo costituisce un discredito, o un discredito, per la politica (e la democrazia)?
2 – L'anno prossimo, le elezioni presidenziali saranno il culmine di un periodo di intenso (sempre immediato) bombardamento mediatico, con promesse infinite; analisi su analisi; e ancora congetture su congetture. Avremo la pazienza necessaria?
3 – Aspettiamo di vedere (e di accogliere con favore) se i candidati di Guarda ci sorprenderanno con un atteggiamento di elevazione che si concentra sul bene comune del nostro popolo (?!). Molta speranza, o addirittura fede?
4 – E Vila Mendo, sempre qui e sempre oltre; e sempre al di sotto di ciò che vorremmo?
5 – Il caldo è arrivato, e prima ancora che l’inclemenza degli incendi diventi realtà, le televisioni ci stanno già “massacrando” con le loro possibilità… e siamo quasi in fiamme.
6 – Le guerre hanno seguito il loro corso inesorabile dall'inizio dell'umanità fino a oggi (probabilmente fino al futuro). Diversi pensatori hanno visto in esse delle virtù, o almeno delle giustificazioni, con l'obiettivo di trasformare il letargo a cui molti (individualmente e collettivamente) erano condannati in gioiose realtà, con l'obiettivo di esportare ad altri popoli le virtù proprie, o di coloro che consideravano... Noi, invece, volevamo che finissero, ieri. In ogni caso, come Paese, dobbiamo essere preparati a tutto.
7 – Una pausa dallo sport , cioè dal calcio, fa sempre bene per riorganizzarsi dall’euforia e dalle delusioni, dalle gioie e dai dolori, dalle feste e dagli eccessi che ci aspettano nella prossima stagione… Una buona alternativa è il Tour de France con l’ineffabile Tadej Pogacar.
8 – Pause. Così necessarie per pensare a noi stessi e agli altri. Per pensare a noi stessi insieme agli altri.
9 – Non vale la pena menzionare queste note, ma siamo quasi alle vacanze e i portoghesi (come gli abitanti di Guarda) entrano in uno stato di rilassamento e di aspettativa; poi si stancano durante la pausa, perché i loro ideali raramente si realizzano; si riprendono quando tornano al lavoro; rimuginano sulla sfortuna dei loro compiti monotoni e mal pagati e delle loro vite complesse e complicate; si esasperano per tutto e per il nulla, e per la lunghezza della prossima pausa; e… poi la solita storia… Siamo così e non sappiamo se potremmo essere diversamente.
10- Non ce ne sono. Ma potrebbero essercene. E molti. Piccoli biglietti sparsi, sconnessi; oppure no.
Luis Filipe Soares
Jornal A Guarda