<![CDATA[ Papa Francisco está melhor e telefonou para Gaza ]]>
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Il bollettino medico rivela che “l’ossigenoterapia continua, anche se con flusso e percentuale di ossigeno ridotti”.
Dal 16, Papa Francesco non chiama più il sacerdote argentino Gabriel Romanelli, responsabile della parrocchia della Sagrada Familia a Gaza. Lo ha ripetuto otto giorni dopo, lunedì, dopo aver registrato lievi miglioramenti.
Le informazioni cliniche diffuse lunedì sera sullo stato di salute di Francesco, ricoverato da undici giorni presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, hanno indicato “un leggero miglioramento” delle condizioni di salute del Pontefice, evidenziando che, nel corso della giornata, non si sono verificati episodi di crisi respiratoria asmatica.
Nel referto medico si legge anche che “alcuni esami di laboratorio sono migliorati” e che “il monitoraggio dell’insufficienza renale lieve non è motivo di preoccupazione”. I medici chiariscono inoltre che “l’ossigenoterapia prosegue, anche se con un flusso e una percentuale di ossigeno leggermente ridotti”.
Ma, accanto alle buone notizie, i medici ricordano che le condizioni del Papa restano critiche e che, a causa dell’enorme complessità delle sue condizioni cliniche, “la prudenza impone che la prognosi resti riservata”.
Nella nota diffusa dal Vaticano si legge che al mattino il Papa ha ricevuto l'Eucaristia e nel pomeriggio ha ripreso le sue attività lavorative. Ed è stato nel pomeriggio che ha chiamato la parrocchia di Gaza, esprimendo “la sua vicinanza paterna”. Inoltre, afferma la Santa Sede, «Francesco ha ringraziato tutto il popolo di Dio che si è radunato in questi giorni per pregare per la sua salute».
SAPERNE DI PIÙ
I CARDINALI PREGANO PER IL PAPA
Ogni sera alle ore 20.00 (a Lisbona), i cardinali residenti a Roma e i collaboratori della Curia Romana e della Diocesi di Roma si riuniscono in Piazza San Pietro per recitare il Rosario per la salute del Santo Padre.
"VERGOGNOSO"
Il Papa ha ricordato il terzo anniversario della guerra in Ucraina, celebrato lunedì, definendolo un “evento doloroso e vergognoso per l’umanità”. Ha ricordato anche le vittime in Medio Oriente, Myanmar e Sudan.
cmjornal