Il portavoce del Mozambico afferma che il suo discorso in cui chiedeva la “difesa della patria” contro le manifestazioni è stato “manipolato”
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Il presidente del Mozambico ha affermato martedì che il suo discorso di lunedì sulla necessità di “difendere la patria” dalle manifestazioni, “anche se ciò significa spargere sangue”, è stato estrapolato dal contesto, considerando che le critiche erano rivolte alle violente proteste.
“Abbiamo situazioni in cui le persone finiscono per estrapolare le parole dal contesto in cui sono state pronunciate, con l’obiettivo di manipolare l’opinione pubblica”, ha dichiarato Daniel Chapo, all’inizio della sessione settimanale del Consiglio dei ministri, che si sta svolgendo a Pemba, capoluogo di provincia di Cabo Delgado.
Durante una manifestazione a Pemba lunedì, Daniel Chapo ha chiesto la “difesa della patria” contro le manifestazioni, “anche se ciò significa spargere sangue”.
"Così come stiamo combattendo il terrorismo e ci sono giovani che stanno versando sangue per l'integrità territoriale del Mozambico, per la sovranità del Mozambico, per mantenere la nostra indipendenza, qui a Cabo Delgado, anche se ciò significa versare sangue per difendere questa patria dalle manifestazioni, verseremo sangue", ha affermato il Presidente mozambicano.
Oggi, Chapo ha affermato che le sue dichiarazioni erano dirette a “manifestazioni violente”.
"Chiediamo alle persone di fermare le manifestazioni violente, illegali e criminali. Sono queste le manifestazioni a cui ci riferiamo", ha dichiarato.
Il discorso ha scatenato un dibattito sui social media nelle ultime 24 ore: l'ex candidato alla presidenza Venâncio Mondlane, che ha guidato le proteste post-elettorali in Mozambico, ha criticato le dichiarazioni di Chapo, definendole incostituzionali.
Da ottobre il Mozambico sta vivendo un clima di forte malcontento sociale, con manifestazioni e scioperi indetti da Mondlane, che respinge i risultati elettorali del 9 ottobre con la vittoria di Daniel Chapo alle elezioni presidenziali.
Attualmente si stanno verificando proteste, ormai su piccola scala, in diverse parti del Paese e, oltre a contestare i risultati, la gente si lamenta dell'aumento del costo della vita e di altri problemi sociali.
Secondo la piattaforma elettorale Decide, un'organizzazione non governativa che monitora i processi elettorali, da ottobre sono morte almeno 327 persone, tra cui circa due dozzine di minorenni, e circa 750 sono state colpite da arma da fuoco durante le proteste.
jornaleconomico