Gaza, l'inferno dimenticato. Perché nessuno possa dire di non averlo visto.

Com'è vivere all'inferno? Per il fotoreporter Haitham Imad, è uno stato di urgenza permanente. È rimasto ferito in un bombardamento e ha visto molti amici e familiari uccisi, ma cerca sempre di fare quello che chiama il suo "dovere": essere tra i primi ad arrivare sul luogo di un'esplosione, insistere nel puntare il suo obiettivo per catturare l'agonia di un popolo, ma anche il modo in cui ognuno cerca di sopravvivere, nel caos e nell'indifferenza del resto del mondo. "Fotografare e documentare questi eventi può cambiare la nostra realtà", ha dichiarato al Washington Post qualche mese fa. "La gente di Gaza vede la speranza nell'obiettivo della mia macchina fotografica", ha sottolineato.
In un territorio in cui le forze israeliane impediscono l'ingresso ai giornalisti stranieri, raccontare ciò che accade a Gaza è possibile solo attraverso le parole e le immagini di giornalisti come Haitham Imad, il cui lavoro viene poi distribuito da importanti agenzie internazionali, come l'Epa (European Pressphoto Agency), rappresentata in Portogallo da Lusa. Nonostante abbia solo 30 anni, Imad ha vinto diversi premi di fotogiornalismo per la sua copertura della situazione a Gaza. In queste pagine, abbiamo raccolto solo alcune delle sue migliori foto, scattate solo negli ultimi due mesi: una selezione eloquente dell'immensa tragedia che si sta consumando lì, senza che il resto del mondo mostri alcun segno di indifferenza.
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