Podcast "Przystanek Historia": Il massacro di Volinia: sterminare i polacchi, eliminare la lucidità
"Le vittime non gridano vendetta, ma memoria", recita l'iscrizione sul monumento alle vittime dei nazionalisti ucraini nel cimitero Rakowicki di Cracovia. L'11 luglio 1943, le unità dell'OUN-UPA attaccarono i polacchi in 99 città del Voivodato di Volinia, prebellico, nelle terre di confine orientali. Per commemorare questo giorno, noto come "Domenica di Sangue", osserviamo la Giornata del Ricordo delle Vittime Polacche del genocidio perpetrato dall'OUN-UPA nelle terre di confine orientali della Seconda Repubblica Polacca.
L'Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, attiva fin dal periodo tra le due guerre, iniziò a formare unità armate nel 1942, in seguito denominate Esercito Insurrezionale Ucraino. Uno dei suoi obiettivi era la popolazione polacca che viveva nei territori polacchi prebellici a est del fiume San. Nel febbraio del 1943, l'OUN decise di espellere la popolazione non ucraina dalle aree riconosciute dai nazionalisti ucraini come territori ucraini.
Le operazioni di sterminio sistematico interessarono principalmente la Volinia, culminando nel 1943, e parti della Piccola Polonia orientale, dove le attività anti-polacche si intensificarono un anno dopo. Lo sterminio fisico aveva lo scopo di ripulire la Kresy, nel sud-est della Polonia prebellica, da qualsiasi presenza polacca. Si stima che i nazionalisti ucraini, sostenuti dai contadini, attaccarono la popolazione di 4.300 località e uccisero circa 100.000 polacchi.
Vicino ai villaggi e alle fattorie distrutte, rimasero fosse comuni anonime, che nascondevano i corpi – per lo più mutilati – degli abitanti polacchi delle Terre di Confine. Il genocidio dei polacchi divenne noto come Massacro di Volinia. Tuttavia, l'obiettivo dei nazionalisti ucraini non era solo l'eliminazione fisica della comunità polacca, ma anche la cancellazione di ogni traccia della secolare presenza polacca nelle Terre di Confine. Pertanto, mentre commettevano atti di genocidio, distrussero simultaneamente beni e monumenti culturali polacchi e attaccarono l'economia delle Terre di Confine, bruciando gli insediamenti polacchi fino alle fondamenta e distruggendo con particolare ferocia le chiese cattoliche.
Materiale proveniente dal partner Institute of National Remembrance.
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RP