La salute mentale dei bambini e dei giovani entra nella politica digitale dell'UE
"La Commissione europea raramente avvia una discussione o interviene in un nuovo ambito di propria iniziativa. Soprattutto, deve avere un mandato dagli Stati membri per intervenire in un determinato ambito, programmare il bilancio e proporre iniziative legislative, e queste conclusioni servono a questo scopo", ha affermato la Vice Ministra della Salute Katarzyna Kacperczyk nel podcast "Rzecz o Zdrowiu".
Le conclusioni adottate includono il mandato di condurre uno studio a livello UE sull'impatto dei social media e del tempo eccessivo trascorso davanti agli schermi sulla salute mentale e sul benessere di bambini e ragazzi. "La Commissione (europea) sta già preparando il terreno per il lancio di questo studio. (...) C'è grande determinazione sia da parte della Commissione stessa che degli Stati membri, quindi credo che questo lavoro inizierà molto, molto presto", sottolinea Kacperczyk.
Studio a livello UE sull'impatto sulla salute mentaleI risultati dello studio e le conclusioni contenute nel rapporto della Commissione Europea avranno un impatto sulle piattaforme digitali. Le conclusioni stesse aprono la strada a un'influenza sul settore tecnologico, poiché "mettono un piede nella porta della salute mentale in altre politiche settoriali". Come spiega Katarzyna Kacperczyk, le normative che inizialmente si concentravano principalmente sulla sicurezza digitale e sugli aspetti tecnici, come la legge sull'intelligenza artificiale (IA Act) o la legge sui diritti digitali (DSA), contenevano raccomandazioni specifiche, ma prestavano poca attenzione alla salute mentale. La situazione cambierà, poiché le conclusioni adottate includono una raccomandazione alla Commissione Europea di considerare anche l'impatto sulla salute mentale di bambini e adolescenti nella valutazione dell'efficacia delle soluzioni giuridiche esistenti e degli obblighi imposti alle aziende per garantire la sicurezza online. "Sebbene si tratti di una sola frase nelle conclusioni, spesso quella frase può essere cruciale", osserva il Vice Ministro della Salute.
Riguardo alla responsabilità di plasmare i contenuti nel mondo digitale, Katarzyna Kacperczyk sottolinea che la responsabilità maggiore ricade su chi li modera. "Modelli di comportamento, frustrazioni e stati di depressione sono plasmati anche dai produttori cinematografici e pubblicitari, nonché dai venditori di contenuti, prodotti e servizi online. Pertanto, è responsabilità di tutti noi, sebbene ricada in modo particolare su coloro che creano lo spazio in cui tali contenuti possono essere pubblicati", sottolinea.
RP