L'industria europea degli armamenti sta andando sempre meglio
Questi sentimenti politici tra gli europei si traducono anche in soluzioni istituzionali specifiche. Basti ricordare che lo strumento finanziario SAFE dell'UE, spesso citato da "Rzeczpospolita", che erogherà 150 miliardi di euro in prestiti per l'acquisto di armi, è destinato ad equipaggiamenti che saranno prodotti per almeno il 65% in Europa. Ciò significa che nei prossimi anni, almeno 100 miliardi di euro di questa cifra andranno a giganti europei, non a giganti americani come Lockheed Martin, RTX o Boeing.
Tuttavia, sebbene questa cifra sembri enorme, appare relativamente piccola rispetto alla spesa militare dei singoli Paesi. La stragrande maggioranza dei Paesi europei sta aumentando la spesa per la difesa: ad esempio, in Polonia si prevede che supererà i 200 miliardi di PLN il prossimo anno (il 4,8% del PIL), mentre in Svezia aumenterà di oltre 10 miliardi di PLN, raggiungendo circa 70 miliardi di PLN e rappresentando circa il 2,8% del PIL. Gran parte di questi fondi aggiuntivi andrà anche alle aziende europee del settore della difesa.
La produzione sta lentamente accelerandoIl mantra secondo cui l'Europa deve aumentare la propria capacità produttiva sta lentamente diventando realtà. Tra gli esempi figura la produzione del veicolo da combattimento per la fanteria CV-90 da parte di BAE Systems e della sua controllata Hägglunds. "L'azienda sta investendo 300 milioni di dollari per aumentare la produzione del CV-90, di cui quasi 200 milioni di dollari sono già stati spesi, e il suo obiettivo è di produrre 250 veicoli all'anno entro il 2026, rispetto ai circa 50 del 2020. L'azienda sta attualmente valutando modalità per aumentare ulteriormente la produzione, forse fino a 350 CV-90 all'anno entro pochi anni", ha recentemente spiegato a DefenseNews Peter Nygren, un associato di Hägglunds. Questi piani sono il risultato, tra le altre cose, di un ingente ordine atteso dall'azienda per il prossimo anno da paesi come Svezia, Norvegia, Finlandia e Lituania.
\N
\n Una nuova era del riscaldamento porta maggiore potenza e maggiori ricavi\n <\>\n <\>\n \n
Anche la tedesca Rheinmetall sta vivendo una rapida crescita, avendo appena annunciato il suo piano di acquisizione del cantiere navale Lürssen. Nel suo core business, che include la produzione di munizioni, Rheinmetall sta investendo in nuovi stabilimenti in Germania, Ungheria e Romania. Ad esempio, alla fine di agosto è stato inaugurato un nuovo stabilimento a Unterlüss, dove, una volta pienamente operativo, la produzione inizierà nel 2027; si prevede che produrrà fino a 350.000 proiettili da 155 mm all'anno. Solo pochi anni fa, numeri del genere sembravano impossibili in Europa. Questo investimento si è rivelato sensato, anche perché, nel giugno 2024, il governo tedesco ha firmato un accordo quadro con l'azienda, in base al quale acquisterà munizioni per un valore fino a 8,5 miliardi di euro, ovvero quasi 40 miliardi di zloty, nei prossimi anni.