Stanze d’hotel e sale da caffè, l’Italia è nata anche qui

Il legno di banconi e tavolini si è nobilitato assorbendo passaggi e presenze. I pavimenti sono stati lucidati da infiniti passi, mossi da curiosità, attese, appuntamenti. Alle finestre si sono affacciate nobildonne malinconiche e scrittori in cerca di ispirazione. Nei locali storici d’Italia è passata buona parte della storia del Paese, in un modo magari più riservato rispetto ai luoghi che ne sono simbolo, ma non meno interessante.
Un’occasione per scoprire le storie – a volte celebri, perlopiù nascoste – delle quali sono custodi è partecipare alla Giornata nazionale ad essi dedicata, in programma il prossimo 4 ottobre: organizzata dall’Associazione locali storici d’Italia, offre la possibilità di visitare i 200 affiliati – fra alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari – distribuiti in tutta la Penisola, con speciali visite guidate e numerose degustazioni, tutte gratuite. I requisiti per far parte di questo prestigioso club, fondato nel 1976, sono precisi: i locali devono avere almeno 70 anni, conservare ambienti e arredi originali, o che testimonino le sue origini, e possedere cimeli, ricordi e documentazione storica su avvenimenti e frequentazioni illustri.

In alcuni non è un modo di dire che sia stata scritta la storia d’Italia: il Gran Caffè Renzelli di Cosenza, per esempio, fu danneggiato dai garibaldini festanti per le vittorie del 1860, e nell’Antica Locanda Mincio, nella contrada medievale di Borghetto, pur nel contesto pacificamente bucolico, risuonano gli echi delle battaglie con cui Napoleone nel 1796 cacciò gli austriaci al di là del fiume. Più mesto il ricordo di Silvio Pellico, che trascorse l’ultima notte di libertà, prima di essere arrestato dalla polizia austriaca, nella cantina dell’Osteria Il Governo 1801 di Lezzeno, sul lago di Como. Gli appassionati di Risorgimento troveranno proclami e notificazioni originali firmati dal generale Radetzky alle pareti del ristorante Da Berti, stoica insegna di Milano, mentre al primo piano del magnifico Caffè Pedrocchi di Padova, il più antico della città, è stato allestito un museo dedicato agli eventi che portarono all’unità d’Italia, da visitare prima o dopo aver assaggiato la celebre torta Pedrocchi a base di menta, caffè e cioccolato, o lo Zabaione di Stendhal, omaggio allo scrittore che lo amò tanto da scriverne nella sua Certosa di Parma.

Anche se alimentati dalla gloria del passato, i locali storici devono spesso affrontare le sfide della contemporaneità, cercando di fondere il valore del proprio patrimonio con la capacità di soddisfare richieste e aspettative del XXI secolo. «Tradizione non è l’adorazione della cenere, ma la custodia del fuoco», notava opportunamente Gustav Mahler. Questo fuoco arde vivace al Caffè Nazionale di Aosta, che nella cappella gotica, ultimo resto del trecentesco e scomparso Convento di San Francesco, ospita da tre anni una delle sale del ristorante di Paolo Griffa, capace di conquistare due stelle Michelin a soli due mesi dall’inaugurazione. In Umbria, a Norcia, la famiglia Bianconi ha aperto un centro benessere nel suo ristorante Granaro del Monte, che con 175 anni è anche il più antico della regione, e a Torino il Caffè San Carlo, istituzione della città, è stato rilevato nel 2021 dai fratelli Costardi che ne hanno rinnovato l’identità investendo sull’offerta di specialty coffee e sottolineando nel design il dialogo con il museo delle Gallerie d’Italia che lo ospita, progettato da Michele De Lucchi.

Alcuni locali storici, poi, hanno abbracciato così efficacemente la modernità da generare brand noti oggi in tutto il mondo: Sperlari era, ed è ancora, un negozio di dolciumi di Cremona dalle origini ottocentesche, e Cova, pasticceria aperta nel 1817 a Milano da un soldato di Napoleone, è entrata a far parte del gruppo Lvmh, che l’ha trasformata in un’insegna internazionale. Ancora a Milano, in zona Galleria il ristorante Biffi ha generato una delle più importanti aziende alimentari d’Italia e dal Camparino ha mosso i primi passi un gruppo globale che nel 2024 ha fatturato oltre 3 miliardi di euro.
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