Dal Viminale a Villa Verdi, arrivano le giornate Fai d'Autunno

La cultura come quella racchiusa da Villa Verdi a Sant’Agata di Villanova sull’Arda, storica residenza dove Giuseppe Verdi visse per oltre 50 anni. La storia e la guerra come quelle rappresentate dal campo 78 di Sulmona dove furono internati i soldati degli eserciti alleati o l'ex carcere torinese Le Nuove di Torino dove furono imprigionati partigiani e antifascisti. Ma anche i sentimenti come racconta a Lustra la storia della giovane maestra Adele Mazzei, arrivata qui per seguire il suo amore a inizio ‘900 e diventata l'anima di una classe che di giorno istruiva i figli e di sera i genitori nell'attualissima convinzione che l’istruzione cambia il destino delle persone. C'è davvero tutto nelle Giornate Fai d’Autunno, in programma sabato 11 e domenica 12 ottobre, grazie alle quali si potranno visitare in 350 città oltre 700 luoghi eccezionali, solitamente non visitabili, poco conosciuti e lontani dai consueti itinerari turistici. C'è anche la dedizione, la gratuità e la missione civile degli oltre 15mila volontari Ciceroni (di cui 9mila giovani e giovanissimi) al lavoro per l'occasione. Una festa diffusa (l'elenco dei luoghi aperti e modalità di visita su www.giornatefai.it) da Nord a Sud della penisola presentata in un luogo che sarà uno di protagonisti di questa edizione, ovvero il Palazzo del Viminale, progettato nel 1911 dall’architetto Manfredo Manfredi e voluto da Giovanni Giolitti come sede dell'Esecutivo, unisce il ricordo della Roma dei Cesari con il gusto monumentale del periodo ed è oggi sede del ministero dell’Interno. E come ricorda il sottosegretario Emanuele Prisco, che porta il saluto del ministro Matteo Piantedosi, nasce "come uno dei nuovi simboli dell'identità nazionale e simbolo dello Stato Italiano. Non è solo uno degli edifici più importanti delle più alte amministrazioni dello Stato, ma è anche un monumento storico tra i più importanti della nostra Italia, uno scrigno che custodisce tante piccole e grandi testimonianze d'arte e di cultura, ma che sono anche ciò che troviamo in molte città e paesi italiani".Tantissime le cose imperdibili, tanto che è impossibile fare un elenco esaustivo, come il retro della Fontana di Trevi con la visita alle camere di manovra, al sistema idraulico e la macchina che aspira le celebri monetine. Notevoli anche l’ex Stabilimento Italsider di Bagnoli, dismesso nel 1992 e al centro di un importante progetto di rigenerazione, l’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a Catania, il Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica di Torino. Infine a Collegno c'è Barricalla, il principale impianto di smaltimento di rifiuti speciali in Italia, considerato un modello virtuoso a livello europeo per gli alti standard di sicurezza tanto che ci sono anche delle arnie di api nei giardini circostanti.
L’edizione di quest’anno infatti è anche l'occasione speciale per celebrare i 50 anni dalla nascita del Fai, fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli. "Le Giornate del Fai - dice il presidente Marco Magnifico - sono una buona novella che felicemente, tra tante notizie spaventose, si ripete. Non risolve certo i problemi del mondo ma lenisce il nostro dolore quotidiano e ci ridà un poco di speranza verso la possibilità di una convivenza civile; con un’alleanza tra simili che semina pace".Davide Usai, direttore generale del Fai, aggiunge: "Curiamo con passione e professionalità 75 beni rappresentativi del patrimonio italiano, sono l’identità del nostro Paese: 85.000 metri quadrati di edifici storici e 8,6 milioni di metri quadrati di paesaggio. Il Fai li studia, li restaura, li gestisce, li mantiene, li valorizza, li promuove e li apre per sempre e per tutti. Dal 1975 abbiamo investito solo per restauri, conservazione e manutenzione, escludendo innumerevoli altre voci di costo, oltre 162 milioni di euro. Per i prossimi tre anni abbiamo in agenda numerosi e significativi cantieri con investimenti per 26 milioni".
ansa