Tumore polmone, promettente una sostanza di origine marina

Il tumore al polmone, a cui è dedicata la giornata del primo agosto, continua a essere una delle neoplasie più diffuse e letali in Italia e nel mondo. Ogni anno, solo in Italia, vengono diagnosticati 44.831 nuovi casi, e circa il 12% riguarda il carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC), una forma aggressiva e a rapida progressione, per la quale le opzioni terapeutiche sono rimaste a lungo limitate. Negli ultimi anni, tuttavia, i progressi nel trattamento dello SCLC hanno aperto nuove prospettive. Tra questi un composto sintetico di origine marina, estratto dall'invertebrato Ecteinascidia turbinata - che ha dimostrato risultati promettenti in combinazione come terapia di mantenimento in prima linea per i pazienti con SCLC in stadio esteso (ES-SCLC), una delle forme tumorali più aggressive e con maggiori bisogni clinici insoddisfatti. Recentemente, i dati presentati all'ASCO Annual Meeting 2025 di Chicago, e pubblicati contemporaneamente su The Lancet, relativi allo studio di fase 3 denominato IMforte hanno dimostrato che il composto sintetico di origine marina in combinazione con immunoterapia riduce del 46% il rischio di progressione della malattia o di morte, con una sopravvivenza mediana globale di 13,2 mesi rispetto ai 10,6 mesi con la sola immunoterapia. "Il carcinoma polmonare a piccole cellule è una delle forme più aggressive e difficili da trattare di tumore del polmone. Nella maggior parte dei casi, la diagnosi avviene quando la malattia è già in fase avanzata e le opzioni terapeutiche a disposizione sono limitate - commenta Silvia Novello, Direttrice della Struttura Complessa a direzione universitaria di Oncologia Medica dell'Ospedale San Luigi di Orbassano e Professoressa Ordinaria di Oncologia Medica all'Università degli Studi di Torino - "I risultati dello studio IMforte rappresentano un'importante novità: la nuova combinazione ha dimostrato un beneficio clinico significativo, con un miglioramento della sopravvivenza globale e della sopravvivenza libera da progressione". PharmaMar in oncologia ha lavorato su un modello di ricerca che esplora il potenziale delle molecole derivate da organismi marini per il trattamento del cancro. Questo approccio ha portato alla scoperta di composti terapeutici innovativi con meccanismi d'azione che si differenziano dalla chemioterapia tradizionale. L'azienda dispone di una "collezione" di oltre 500.000 campioni congelati di invertebrati marini, raccolti in più di 35 Paesi negli ultimi decenni e conservati presso il proprio centro R&S di Madrid. Ogni anno, biologi marini e sommozzatori specializzati raccolgono circa 2.000 nuovi campioni a profondità comprese tra i 20 e i 70 metri.
ansa