L’obesità è una malattia: Italia primo Paese a riconoscerla con il via libera alla legge


L’Italia è il primo Paese al mondo ad approvare una legge che riconosce l’obesità come una vera e propria malattia «progressiva e recidivante». Il Senato ha approvato infatti in via definitiva nel testo già licenziato dalla Camera, del Ddl (As 1483) che detta disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità: un testo in appena sei articoli che però interessa la condizione di circa 6 milioni di italiani, troppo spesso colpiti da stigma.Un tema di interesse prioritario per la salute della popolazione ma anche una priorità in termini di costi: sovrappeso e obesità sono un’emergenza planetaria tanto che il World Obesity Atlas prevede che l’impatto economico globale raggiungerà 4,32 trilioni di dollari all’anno entro il 2035, se le misura di prevenzione e cura non miglioreranno.
Come spiega lo stesso Roberto Pella, capogruppo in Commissione Bilancio alla Camera per Forza Italia, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare “Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili” e primo firmatario della legge: «l’obesità rappresenta una emergenza globale, che interessa fortemente anche il nostro Paese. Averla riconosciuta oggi, grazie al voto dell’Aula del Senato, come una vera e propria malattia testimonia la volontà piena di affrontarla come una priorità nazionale». Poi, insieme ai ringraziamenti ai ministri Schillaci (Salute) e Giorgetti (Mef) e al sottosegretario alla Salute Gemmato, un «ricordo speciale va Silvio Berlusconi - ha spiegato l’onorevole Pella - il cui supporto verso l’approvazione di questa legge non è mai mancato fin dalla mozione del 2019».
Per il ministro della Salute Schillaci, «aver approvato una legge contro l’obesità è un segno di civiltà che ancora una volta l’Italia dà nel campo della salute pubblica». Quanto alla introduzione dell’obesità nei livelli essenziali di assistenza, richiesta dalle opposizioni che si sono astenute dalla votazione alla legge in Parlamento, Schillaci ha affermato: «Valutiamo. Nei Lea ci sono tante cose da inserire, ma credo che aver approvato una legge sulla obesità dimostri l’attenzione che abbiamo sulla salute pubblica» . Il ministro ha quindi sottolineato come «la direzione è quella di puntare sulla prevenzione. L’obesità - ha detto - è riconosciuta come malattia ed è un fattore di rischio per molte patologia cronico degenerative, metaboliche e oncologiche». Dunque, ha concluso, «guarderemo con attenzione alla prevenzione in questo ambito e anche alla formazione specifica per combattere questo tipo di patologia».
La legge prevede innanzitutto il riconoscimento dell’obesità come patologia con ma come detto per il momento non inserisce la patologia nei Livelli essenziali di assistenza. L’articolo 2 pone piuttosto un richiamo relativo all’erogazione, ai soggetti affetti da obesità, delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza (Lea).
Il testo punta a finanziare un «programma nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità» che promuoverà iniziative che andranno dall’allattamento al seno alla promozione delle attività sportive e della conoscenza delle principali regole alimentari nelle scuole e tra i genitori fino a sostenere la formazione e l’aggiornamento in materia di obesità e sovrappeso tra gli studenti universitari, i medici di famiglia, i pediatri e il personale del Ssn.
Prevista poi l’istituzione, presso il ministero della salute, dell’Osservatorio per lo studio dell’obesità, a cui sono attribuiti compiti di monitoraggio, studio e diffusione degli stili di vita tra gli italiani. «Con questo voto, il nostro Parlamento collocherà l’Italia quale primo Paese al mondo a riconoscere l’obesità come malattia, dando prova di maturità e lungimiranza rispetto a una delle principali, se non alla più urgente, sfida di salute globale», conclude Pella.
Le risorse destinate al Programma nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità sono pari a 700.000 euro per l’anno 2025, a 800.000 euro per il 2026 e a 1,2 milioni annui a decorrere dal 2027. Risorse che andranno assegnate alle Regioni con decreto di riparto. Previsto inoltre uno stanziamento permanente di 400.000 euro annui a decorrere dal 2025, per la promozione della formazione e dell’aggiornamento, in materia di obesità e di sovrappeso, degli studenti universitari, dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e del personale del Servizio sanitario nazionale che intervengono nei processi di prevenzione, diagnosi e cura dell’obesità.
Le opposizioni con il Pd che si è astenuto considerano la legge un primo passo e non un testo di svolta nel contrasto della malattia. «La nostra principale critica - spiega Ylenia Zambito (PD) - riguarda l’assenza di un passo decisivo: l’inserimento dell’obesità nei Livelli essenziali di assistenza. Senza questo riconoscimento nei Lea, non vi è garanzia di percorsi uniformi e diritti esigibili per i pazienti in tutto il Paese. Inoltre il provvedimento trascura la prevenzione e l’educazione alimentare nelle scuole, non prevede un coordinamento con la legge in discussione sui disturbi del comportamento alimentare e si limita a stanziare risorse del tutto inadeguate. È la solita logica di questa maggioranza - conclude la senatrice dem -: provvedimenti annunciati come epocali, che però mancano di coraggio e non garantiscono fondi sufficienti a renderli concreti. Per questo il gruppo del Partito Democratico si astiene: il testo rappresenta un punto di partenza, ma non ancora un punto di arrivo».
«Nel testo originario erano previste due misure decisive: il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica e la presa in carico delle persone con équipe multidisciplinari. Alla Camera entrambe sono state cancellate. Il motivo? Mancanza di risorse. La destra non può pensare di combattere l’obesità solo con buone intenzioni. Servono finanziamenti adeguati, non campagne di facciata. Il Servizio sanitario resta sottofinanziato. Siamo d’accordo sulla necessità di intervenire, ma senza risorse questa legge resta vuota e perciò ci asteniamo». Questa una delle critiche al testo di legge arrivate dal senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
L’auspicio trasversale è che l’Italia, primo Paese al mondo ad avere una legge simile, possa farsene anche portavoce a livello europeo: la legge come ha ricordato il suo promotore «sarà fondamentale per avviare iniziative di prevenzione e di sensibilizzazione, per esempio legandole agli eventi sportivi che si svolgono su tutto il territorio nazionale a partire dai comuni e dalle regioni, e anche campagne di informazione per ridurre lo stigma e gli episodi di bullismo e discriminazione che, purtroppo, questa malattia porta con sé».
L’approvazione della legge cade in coincidenza con l’apertura a Trieste del XII Congresso nazionale della Società italiana dell’Obesità (Sio) che vede riuniti i maggiori esperti italiani e internazionali. «La Sio è molto felice per l’approvazione della legge Pella, un passaggio storico che conferma in maniera definitiva per la prima volta al mondo una legislazione specifica e sistematica dell’obesità come malattia, un punto di non ritorno e motivo di orgoglio per l’Italia – dichiara il presidente Rocco Barazzoni –. Siamo soddisfatti anche perché la nostra Società scientifica ha contribuito alla realizzazione di questo importante passo avanti. Ringraziamo l’On. Pella e tutti i parlamentari; ci attende ancora molto lavoro per portare nella pratica clinica quotidiana e tra i pazienti la possibilità di accedere alla prevenzione e alle cure che sono centrali nella Legge, ma ancora non sono disponibili per tutti i cittadini».
Le Associazioni dei pazienti hanno giocato un ruolo importante insieme al mondo scientifico e accademico nel portare a compimento il Ddl Pella. «Siamo molto soddisfatti di vedere finalmente approvata la legge che riconosce l’obesità come patologia. Abbiamo aspettato a lungo questo momento, è un passo importante verso il superamento dello stigma e della piena tutela dei diritti dei pazienti italiani con obesità – commenta Iris Zani, Presidente Associazione Amici Obesi –. Pur trattandosi di un momento storico, la prima legge sull’obesità a livello mondiale, per noi non rappresenta un traguardo, ma l’inizio di un percorso. È ora necessario che le istituzioni competenti si attivino con urgenza per garantire ai pazienti tutele reali e percorsi di cura adeguati. In particolare, attendiamo l’approvazione e l’attuazione del Piano nazionale Cronicità, per vederne l’efficacia sulla presa in carico delle persone con obesità e, ancor di più, attendiamo l’aggiornamento dei Lea con l’inclusione di prestazioni per la diagnosi, la presa in carico e il trattamento dei pazienti con obesità. Ogni giorno senza interventi concreti è un giorno in cui migliaia di cittadini restano privi di risposte, cure e dignità. La salute delle persone con obesità non può più aspettare».
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