David Quammen: vita e malattia si capiscono solo grazie a Darwin

“Nostra signora evoluzione”. È il titolo della lezione di David Quammen al Festival di Salute. L’appuntamento è per il 9 ottobre, alle ore 10.25, nell’Aula Magna dell’Università. Il reporter scientifico americano, celebre per l’abilità di divulgatore e narratore, porterà con la sua “lectio” un’ideale introduzione ai tanti temi dell’evento del Gruppo Gedi: ricerca e progetti, malattie e cure, analisi e scenari.
Lo farà srotolando un filo rosso che riemerge in modo periodico nei suoi libri e che si chiama evoluzionismo: le leggi delle metamorfosi biologiche e degli adattamenti degli organismi mettono in relazione tutto, dai virus agli umani, dagli esseri viventi agli habitat. E, non a caso, Quammen evocherà Charles Darwin, a cui ha dedicato un saggio, da poco pubblicato in Italia per Raffaello Cortina, e intitolato “L’evoluzionista riluttante”. A Padova enfatizzerà come senza le intuizioni di Darwin non capiremmo nulla del Pianeta Terra e della vita che ospita e, tantomeno, di ciò che siamo noi Sapiens, in salute e in malattia.
La battaglia contro i virusQuando, qualche settimana fa, ho chiesto a bruciapelo all’autore del bestseller “Spillover” che cosa pensa della possibilità di una prossima pandemia, non ha avuto esitazioni. “Potrebbe trattarsi di un altro Coronavirus, ma potrebbe manifestarsi anche con un virus influenzale. In particolare, un sottotipo dell’influenza aviaria, il virus H5N1: è da lì che può scatenarsi tutto. Si tratta sempre – ha continuato – di virus a RNA a singolo filamento. Anziché la doppia elica del DNA, utilizzano la molecola dell’RNA, che è meno stabile, e perciò si replicano più rapidamente e con più errori. Più mutazioni significano anche una maggiore diversità genetica e di conseguenza una spiccata capacità di evolvere. Questi virus tendono a saltare dagli animali ospiti fino agli umani, adattandosi al nostro organismo e poi diffondendosi a vasto raggio”. Conclusione: “È una battaglia senza fine”.
Animali e umani, da una parte, e microrganismi, dall’altra. La battaglia prosegue inevitabile, tra esplosioni improvvise e momenti di tregua, dandoci l’illusione di controllare processi e cicli di cui, in realtà, non sappiamo ancora abbastanza e di cui possiamo scalfire appena le manifestazioni, senza mai governarle davvero. La memoria del Covid-19 si è già offuscata tra le opinioni pubbliche e molti governi pensano ad altro. I primi mesi della presidenza Trump, poi, hanno inferto una serie di colpi crudeli alla ricerca biomedica e ai programmi di prevenzione, sia negli Usa sia nel resto del mondo. La battaglia, quindi, al momento sembra di nuovo scivolare a favore dei virus.
“Non siamo pronti”“Temo che oggi non siamo affatto pronti. Oggi meno di quanto non lo fossimo a gennaio del 2020, quando il Covid-19 fu identificato. Il motivo? Nasce dall’ostilità verso la scienza”, dice, amareggiato, Quammen. “Negli Stati Uniti si stanno smantellando strutture come i Cdc, i Centers for Disease Control, e gli Nih, i National Institutes of Health. Si chiudono i programmi di sorveglianza delle malattie e quelli di intervento contro le epidemie. È un errore terribile. Ci stiamo accecando da soli. E si tratta di decisioni che non riguardano solo gli Stati Uniti: ciò che avviene là è destinato ad avere conseguenze in tutto il mondo. Gli Nih, infatti, finanziano la ricerca medica a livello internazionale. Credo che dovremo raggiungere il fondo dell’abisso prima di cominciare a riemergere. La buona notizia, semmai, è che, oggi, disponiamo di una potente tecnologia, i vaccini a mRNA: questa tecnologia sarà decisiva per combattere i nuovi virus e spero che saranno tanti gli scienziati, dall’Europa all’Africa, a raccogliere la palla che gli americani hanno appena deposto”.
Darwin sotto attaccoDarwin stesso è da tempo sotto attacco: creazionisti ed estremisti religiosi lo vorrebbero cancellare dalle biblioteche ed espellere dalle scuole. L’ostilità nei confronti del padre dell’evoluzionismo (prudente nelle conclusioni e pignolo nelle ricerche e, quindi, anche per questo “riluttante”) è il segnale d’allarme di un atteggiamento antiscientifico più generale e – secondo Quammen – riscoprirne la storia (e i tormenti, sia interiori sia pubblici) è tutt’altro che un esercizio intellettuale. È un dovere morale di preziosa utilità. “Il modello di uno scienziato coraggioso che si erge contro l’opinione prevalente e l’establishment e intanto prosegue nel suo lavoro, nonostante sia consapevole di quanto possa essere pericoloso, è molto importante. Oggi più che mai - riflette -. Sono felice che Raffaello Cortina abbia pubblicato il mio libro in Italia, perché penso che non contenga solo la storia di un uomo che visse 150 anni fa. Darwin era un uomo integro e voleva essere sicuro che la sua “idea pericolosa” fosse fondata e attendibile, in modo che le persone si convincessero della sua validità: oltre ogni ragionevole dubbio!”.
Oltre ogni ragionevole dubbio, ora, nel 2025, è non solo la validità dell’evoluzionismo. È la necessità di sostenere la ricerca, in primo luogo quella biomedica. È uno dei motivi per cui Quammen scrive e organizza interventi pubblici, in un intreccio di racconti trascinanti. “Con il mio lavoro vorrei cambiare il modo in cui le persone pensano e si rapportano al mondo naturale, trasformando le informazioni scientifiche in storie, senza allarmismi e con accuratezza”. Al Festival di Salute ci aspetta un’altra prova d’autore.
L’appuntamento con David Quammen è per il 9 ottobre, alle ore 10.25, nell’Aula Magna dell’Università. la partecipazione agli eventi è gratuita su prenotazione a questo link
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