Sgomberato il Leoncavallo: operazione a sorpresa nello storico Centro Sociale occupato di Milano

Sfratto
Le operazioni erano state rinviate per almeno 133 volte. Il ministero dell’Interno condannato a pagare tre milioni di euro alla proprietà per essere stato inadempiente. La proprietà è una società della famiglia Cabassi

È scattata a sorpresa in mattinata l’operazione per lo sgombero del centro sociale Leoncavallo a Milano. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri con l’ufficiale giudiziario. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera Milano le operazioni si stanno svolgendo senza resistenze e senza problemi di ordine pubblico. Decine di attivisti si stanno radunando sul posto, in modo pacifico al momento.
Più di un centro sociale, una realtà che ha superato per modello e nomea i confini di via Watteau, quartiere di Greco. Si chiamava così perché era nato nel 1975 in via Ruggero Leoncavallo, prima di trasferirsi nel 1994 nell’ex cartiera sgomberata stamattina. La proprietà è una società della famiglia Cabassi. I magistrati, a novembre 2024, avevano condannato il ministero dell’Interno a pagare tre milioni di euro alla proprietà per essere stato inadempiente. Il Viminale aveva chiesto quei soldi all’associazione “Mamme Antifasciste”, l’unica con sede nel centro sociale ufficialmente registrata. Leoncavallo aveva fatto partire una raccolta fondi.
“Nel suo 50esimo anno di storia il Leoncavallo è sotto sfratto. L’attuale spazio di via Watteau – spiega sul proprio sito il Centro Sociale – rischia realmente di scomparire per sempre. Per questo abbiamo deciso di aprire una Cassa di Resistenza. Vi chiediamo di donare alla Cassa ognun* secondo le sue capacità”. Lo sgombero è arrivato a sorpresa, era atteso dal 2003 su richiesta della proprietà. Non era mai stato eseguito ed era stato rinviato per almeno 133 volte. L’ultima risaliva allo scorso 15 luglio. Possibile che il centro sarà trasferito in un edificio in via San Dionigi, scrive Il Post, in una zona a sud di Corvetto per il quale Leoncavallo ha già presentato una manifestazione d’interesse. L’ufficiale giudiziario era atteso per il 9 settembre.
Le operazioni sono scattate intorno alle 7:30 di stamattina, proseguiranno per alcune ore. Polizia e carabinieri hanno chiuso gli accessi a via Watteau, operai e fabbri incaricati dalla proprietà sono invece al lavoro sui portoni d’ingresso che verranno sigillati. All’arrivo delle forze dell’ordine sul posto, non c’era nessuno nella struttura. Dovrebbe essere permesso agli attivisti di recuperare il materiale custodito all’interno, che nel frattempo hanno lanciato un’assemblea pubblica che si terrà nel pomeriggio per discutere dell’accaduto.
l'Unità