Papa: mettiamoci insieme per cercare soluzioni alla guerra

"Mettiamoci insieme per cercare soluzioni alla guerra: tanti innocenti muoiono e bisogna evitare l'uso delle armi". In esclusiva mondiale al Tg1 è andata in onda la prima intervista di papa Leone XIV. E il tema principale è quello della pace. Al termine della sua visita al Centro della Radio Vaticana di Santa Maria di Galeria, il Pontefice lancia infatti un forte appello sulla situazione internazionale.
"Veramente preoccupante. Giorno e notte cerco di seguire quello che sta succedendo in tante parti del mondo. Si parla soprattutto del Medio Oriente oggi, però non è soltanto lì", afferma Prevost. "Come ho detto ieri nell'udienza, vorrei rinnovare questo appello per la pace - aggiunge -. Cercare a tutti i costi di evitare l'uso delle armi e cercare attraverso gli strumenti diplomatici il dialogo. Ci mettiamo insieme a cercare soluzioni. Ci sono tanti innocenti che stanno morendo e bisogna promuovere la pace sempre". Già ieri all'udienza generale, il Papa aveva detto che "il cuore della Chiesa è straziato per le grida che si levano dai luoghi di guerra, in particolare dall'Ucraina, dall'Iran, da Israele, da Gaza". "Non dobbiamo abituarci alla guerra! - aveva esortato - Anzi, bisogna respingere come una tentazione il fascino degli armamenti potenti e sofisticati". E "in nome della dignità umana e del diritto internazionale" aveva ripetuto "ai responsabili ciò che soleva dire Papa Francesco: la guerra è sempre una sconfitta! E con Pio XII: 'Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra'".
E oggi le sue parole al Tg1 sul "mettersi insieme per cercare soluzioni alla guerra" trovano un'eco nella posizione espressa ad Avvenire dall'ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Iran presso la Santa Sede Mohammad Hossein Mokhtari. "Se la Santa Sede lo proponesse, sarei il primo a garantire la disponibilità dell'Iran a sedersi intorno a un tavolo in Vaticano con gli Stati Uniti per discutere sul nucleare", dice infatti Mokhtari, traducendo in concreto la disponibilità vaticana a "far incontrare i nemici" già annunciata da Leone XIV. A una condizione, però, avverte il rappresentante diplomatico di Teheran in Vaticano: "È necessario che si fermi l'aggressione del regime sionista".
"L'Iran stava già dialogando con gli Usa proprio sul versante nucleare - sottolinea Mokhtari -. E forse saremmo arrivati anche a un accordo se Netanyahu con il suo governo non ci avesse attaccato. La nostra volontà all'incontro c'è sempre stata. Ma il regime sionista ha voluto sabotare i colloqui. Secondo gli statuti dell'Onu, siamo di fronte all'aggressione di uno Stato indipendente. Anzi, è un membro delle Nazioni Unite che colpisce un altro membro Onu". "C'è una chiara violazione del diritto internazionale. Però nessuno si è mosso anche dopo l'uccisione di centinaia di civili. Gli organismi internazionali nati per assicurare pace e stabilità al mondo si voltano dall'altra parte quando si tratta di Israele: accade anche per il genocidio di Gaza dove non possono neppure entrare gli aiuti umanitari. Comunque, come ha affermato il nostro ministro degli Esteri, non appena si fermerà l'aggressione, riprenderemo il dialogo", aggiunge.
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