Netanyahu ci arresta, Meloni lo aizza: così ci hanno abbordati

Diario dalla Flotilla
Sappiamo però che si mobiliteranno milioni e milioni di persone in queste ore a difesa della Flotilla, ma soprattutto a difesa di Gaza, perché è Gaza il centro della Flotilla.

Siamo arrivati all’ora in cui scrivo, alle 16.15, a circa 90 miglia da Gaza. Non era un risultato scontato, se guardo il cammino tortuoso e complicato della Flotilla e i tentativi molteplici di fermarla a Tunisi, con due droni sulle imbarcazioni principali e poi in mezzo al mare, ancora a 600 miglia da Gaza, con un attacco sul quale occorrerebbe ancora tenere aperti gli occhi. In questo momento sono attraversato da un sentimento misto. Da un lato tanto orgoglio per la possibilità che ci è stata data di raggiungere questo traguardo che non era affatto alla portata, l’orgoglio di essere arrivati qui a poche miglia. Ma poi anche tanta rabbia perché l’obiettivo non sarà raggiunto e quei beni umanitari non saranno consegnati a Gaza. Questo è un dato sul quale occorrerà riflettere. Occorrerà riflettere sul cinismo dei governi che hanno pensato che fosse l’unica strada legittima per evitare di avere qualche guaio rispetto all’incolumità delle persone. Legittimo, giusto, appellarsi alla nostra incolumità. Lo abbiamo apprezzato. Ma non hanno mai pensato e non hanno mai lavorato invece nella direzione di quello che era l’obiettivo della missione: chiudere con l’assedio via mare a Gaza e aprire un corridoio permanente.
Oggi leggo le parole della presidente del Consiglio, Meloni, che ormai non parla più di salari, non parla più di scuola, non parla più di sanità. Il suo unico obiettivo è la Flotilla. Nella Flotilla ci sono ragazze e ragazzi attivisti, straordinari, diversi tra di loro, di nazionalità molteplici, di culture, persino di religioni molteplici, (2:31) la cui unica responsabilità è stata quella di provare a essere umani e di mettersi su delle barche e portare degli aiuti. Oggi Meloni ci spiega con una certa saccenza che ormai l’è propria, (2:52) barricata come è dentro Palazzo Chigi, senza confrontarsi mai con il Paese reale e con i suoi problemi, che la Flotilla non fa nulla per Gaza, usa Gaza per propaganda. Rovescio la domanda: cosa ha fatto lei per Gaza? Ha emesso una sanzione nei confronti del governo criminale di Benjamin Netanyahu? Ha fatto l’embargo delle armi? Se guardiamo a Ravenna e Livorno, capiamo che le parole che sono state utilizzate da Tajani, “non passano le armi in Italia, non c’è nessun commercio di armi con Israele”, è una pura menzogna. Ha sospeso il trattato di cooperazione Unione Europea-Israele? Ha sospeso il memorandum militare? Ha riconosciuto lo Stato di Palestina? Non ha fatto nulla in tutto questo, ma non ha fatto nemmeno leva sulla necessità di riaprire i valichi umanitari. Non abbiamo mai ascoltato una parola da parte del governo per denunciare lo scandalo della chiusura del valico di Rafah. Ormai da otto mesi non entra più un chicco di grano. Centinaia e centinaia di camion spiaggiati e due hub della Mezzaluna rossa egiziana carichi zeppi di merce, di beni marciti. E non ha detto neanche una parola rispetto alla denuncia sollevata da Music For Peace, l’ong che ha raccolto 300 tonnellate di beni per la Flotilla e che ovviamente non arriveranno mai a Gaza probabilmente, anzi sicuramente dopo l’intercetto di questa sera. Quando il suo presidente Stefano Rebora ha dichiarato che tramite la Farnesina è arrivata una richiesta da parte di Israele di eliminare dai pacchi cibo, biscotti, miele e marmellata Meloni non ha fatto un fiato. Qualcosa di profondamente inaudito. Qualcosa di profondamente inumano.
Ecco, se questa è la realtà, suggerirei a Giorgia Meloni di fare un passo indietro e persino di prendere esempio da Trump, che almeno non si traveste da personalità politica attenta all’emergenza umanitaria. Dice quello che pensa e minaccia. Ma non minaccia masse, minaccia un popolo se non c’è un accordo soddisfacente per lui e per Benjamin Netanyahu. Noi siamo ovviamente dentro questo sforzo, questa missione e forse guardiamo con occhi diversi quello che succede nel mondo: l’ affermarsi della logica della legge del più forte rispetto al diritto internazionale. Quell’atto di pirateria che subiremo molto probabilmente con l’intercetto e dunque con l’arresto e la detenzione in Israele è un atto fuori dalla legalità internazionale. Sappiamo però che si mobiliteranno milioni e milioni di persone in queste ore a difesa della Flotilla, ma soprattutto a difesa di Gaza, perché è Gaza il centro della Flotilla. La Flotilla è un innesco, è una scintilla, è un mezzo. Noi sappiamo che quelle donne e quegli uomini sono la nostra scorta e noi le ringraziamo e ringraziamo soprattutto le giovani generazioni che stanno riprendendo la voglia di lottare per un mondo diverso, per la giustizia sociale e per l’obiettivo e per la difesa di un popolo senza patria e senza potere.
l'Unità