Meta annuncia il supporto alle proposte di legge per la sicurezza dei teenager online


Maggiorenni digitali
I 54 milioni di adolescenti "spostati" sui profili Instagram per teenager e la necessità di una armonizzazione a livello europeo.
Parla Angelo Mazzetti, direttore Meta per la Public Policy in Italia, Grecia, Malta e Cipro. "Non si tratta di imporre in divieto, ma di offrire ai genitori uno strumento di scelta e consapevolezza"
Un annuncio che arriva proprio oggi da parte di Meta, il colosso internazionale dei social network. “Vogliamo dare il nostro pubblico supporto, come grande società internazionale che si occupa di tecnologia”, dice al Foglio Angelo Mazzetti (direttore Public Policy di Meta per Italia, Grecia, Malta e Cipro), “a proposte che intendano istituire un’età di consapevolezza oltre la quale si possano usare strumenti e servizi digitali in autonomia, e sotto la quale debba invece essere necessario un controllo da parte del genitore e una sorta di autorizzazione dello stesso per usarli. L’abbiamo chiamata ‘maggiore età digitale’; vediamo infatti che il dibattito sulla sicurezza dei teenager online – oltre ad alcune proposte legislative in molti paesi europei ed extraeuropei – va in questa direzione”. Non si tratta di imporre un divieto di accesso sotto una certa età, dice Mazzetti: “Come prima dei diciotto anni, in generale, si ha bisogno del consenso o della supervisione dei genitori per alcune attività, per quanto riguarda il web si tratta di offrire uno strumento di scelta, consapevolezza e maggior controllo ai genitori che, magari, anche attraverso il dialogo con il ragazzo, possono decidere come calibrare l’utilizzo degli strumenti digitali”. La preoccupazione dei genitori è non soltanto percepibile da tempo, ma anche portatrice di richieste di intervento urgente. Mazzetti cita un sondaggio di Morning Consult sulle famiglie europee (emblematico il dato italiano: 8 genitori su 10 sono a favore di sistemi di gestione a livello di app store per approvare il download delle app da parte dei minori di 16 anni), e dice: “Qualora si vada in questa direzione, le misure andrebbero però applicate in maniera uniforme quantomeno a livello europeo, per evitare ulteriore frammentazione in un quadro già frammentato. E non dovrebbe esserci discriminazione tra tipologia dei servizi. Mi spiego: non puoi applicare la maggiore età digitale solo per lo streaming o solo per i social media. Devi applicarla su tutti i servizi digitali. Ci sono evidenze statistiche per le quali gli adolescenti usano circa 40 app a settimana: imporre una normativa sulla maggiore età digitale soltanto a una categoria di app non porterebbe a risultati”. Ultimo, ma non ultimo aspetto: “Per istituire una soglia di maggiore età digitale, devi conoscere l’età della persone, quindi hai bisogno di sistemi di verifica”, dice Mazzetti: “Come Meta abbiamo chiesto che questi sistemi vengano usati e imposti in maniera uniforme e obbligatoria a livello europeo. E chiediamo che la verifica dell’età venga fatta una sola a volta a monte, a livello di sistema operativo o app-store, non ogni volta per ogni app scaricata”. Non è un annuncio che arriva all’improvviso, quello di Meta. “Alla sicurezza dei minori pensiamo da tempo, e il nostro impegno non è fatto soltanto di parole”, dice Mazzetti: “Meta è stata l’unica società ad avercreato account specifici per i teenager, lanciati circa un anno fa”. Ci sono però genitori che permettono ai figli di creare account con età fake da adulti, forse anche per scarsa conoscenza della possibilità di fare diversamente. “In assenza di indicazioni regolamentari specifiche”, dice Mazzetti, “abbiamo agito in questo senso. Primo: chiediamo l’età in fase di iscrizione e creazione dell’account, età che non può essere modificata ricreando l’account. Secondo: stiamo testando e rafforzando un sistema di intelligenza artificiale che possa comprendere il comportamento di una persona a partire da alcuni segnali, per poterci accorgere se l’account è posseduto da un minore che dichiara un’età differente. Assicurare al minore un’esperienza adeguata quando fa uso di strumenti digitali è una priorità per noi, per la società e per la politica”. In Europa, in Australia, in Italia si lavora a proposte di legge in tal senso. “Proprio vista la responsabilità sociale che l’azienda ricopre”, dice Mazzetti, “abbiamo deciso di annunciare il nostro supporto a questo genere di proposte. La speranza è portare il tema al centro del dibattito e aiutare i genitori ad ampliare la propria consapevolezza, per poter arrivare a decidere con cognizione di causa rispetto all’adolescente che si ha in casa, di cui si conoscono abitudini, grado di maturità e contesto sociale”. Rispetto al quadro internazionale, dice Mazzetti, “l’idea è sostenere l’impegno di alcuni paesi per arrivare a una soluzione comune e armonizzata a livello europeo, per evitare discriminazioni e collage poco efficaci”. Meta, intanto, dal settembre del 2024, ha spostato in tutto il mondo 54 milioni di adolescenti negli account per teenager. La maggiore età digitale è il prossimo passo.
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