Meno dell’1% dei tempi in tg e talk: così le tv oscurano i 5 referendum

Sabotaggio referendum via tv. Quattordici tabelle e una sola certezza: la consultazione su cittadinanza e lavoro non vale, dati alla mano, neanche l’uno per cento dell’offerta informativa. Dal clamoroso 0,62 per cento di media, adottato dalla Rai meloniana, allo 0,45 per della programmazione Mediaset – reti controllate direttamente o indirettamente dalle forze di maggioranza – si sale lentamente verso gli spazi appena più corposi destinati da Sky Italia e da La 7 al voto sui quesiti che attendono il sì o il no dei cittadini per l’8 e il 9 giugno. Ecco i numeri riservati dell’Agcom che, grafico dopo grafico, confermano l’allarme lanciato dalle opposizioni sul pesante oscuramento che colpisce l’appuntamento referendario. E preoccupano un costituzionalista come Roberto Zaccaria, già protagonista della mobilitazione di giuristi e intellettuali contro il dl sicurezza. «Anche se il periodo di osservazione comprende le guerre in corso e le vicende eccezionali della morte di Francesco e del nuovo pontificato,
È impietoso il monitoraggio dell’Agcom, analizzato da Repubblica, a poco più di venti giorni dall’apertura delle urne. La maglia nera tocca alla tv di Stato, visto che in media Telemeloni si attesta allo 0,62 per cento, ovvero la media dello spazio dedicato, a fronte di tutti e cinque i temi (cittadinanza, jobs act e aspetti della sicurezza sul lavoro) all’intero pacchetto. Per le reti berlusconiane si cola a picco, con una media dello 0, 45 per cento. Mentre va poco meglio con lo 0,75 de La 7 e con il graduale miglioramento di Sky, che arriva allo 0,82.
Proprio sulla scorta di quei ridottissimi numeri, che Repubblica è in grado di raccontare, l’Authority per le comunicazioni aveva firmato, 48 ore fa, un provvedimento di richiamo indirizzato alla Rai e a tutte le altre emittenti (radio e audiovisual) che operano sul territorio nazionale per spingerle a “un’adeguata copertura sui cinque temi oggetto dei referendum”.
aa
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