Leoncavallo, Feltri: "Centro culturale? Ma non diciamo stronzate, covo di sfaccendati"


Dopo 133 tentativi di esecuzione dello sfratto andati a vuoto, ieri si è scritta la parola fine su uno dei centri sociali più noti in Italia, sgomberato il Leoncavallo. Il caso naturalmente è subito diventato politico, tra il sindaco di Milano Sala che sostiene di "non essere stato informato" e la sinistra che punta il dito contro il governo Meloni per il pugno duro contro il Leoncavallo e meno verso Casa Pound, che è più o meno nella stessa situazione di abusivismo a Roma. Vittorio Feltri è categorico sull'operazione effettuata all'alba di ieri dalla polizia: "Andava fatto vent’anni fa, siamo in ritardo. Ci sarebbe da vergognarsi per aver dovuto attendere tanto. Ho sempre pensato male - dice il direttore editoriale de Il Giornale a Il Corriere della Sera - di quel covo di sfaccendati".
Leggi anche: Conte (pacifista coerente) sogna il sorpasso su Schlein. Il caos Ucraina lacera il Pd e mette le ali al M5SFeltri poi smonta la tesi del luogo di aggregazione con finalità sociali e culturali. "Quelli sono straccioni, anche intellettualmente. Cosa c’entra la cultura con l’abusivismo e l’occupazione di una proprietà privata? Ma non diciamo str...te. Quell’occupazione abusiva durava da trent’anni. Nessuno pensa alla tutela della proprietà privata? Il governo - prosegue Feltri a Il Corriere - ha fatto bene a intervenire. Anzi, lo doveva fare ben prima". Feltri parla anche dell'altro caso analogo: "A me quelli di CasaPound stanno sulle scatole quanto gli autonomi del Leoncavallo. Ho molta simpatia per Giorgia Meloni ma se non interviene anche lì per me commette un errore". Chiusura sul sindaco Sala non informato sullo sgombero: "Lui pensa solo alle piste ciclabili. Non ha combinato nulla per Milano e non mi stupisce che non lo considerino".
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