La maggioranza lima la manovra, aperture sui dividendi

Nessun cambiamento sostanziale ma ritocchi mirati e a saldi invariati a partire dalla norma sui dividendi. Dopo il faccia a faccia tra Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti, riportato dal 'Messaggero', la maggioranza lavora sulle possibili modifiche alla legge di bilancio. Che potrebbero riguardare in primis la misura contenuta nell'articolo 18 del provvedimento che limita l'accesso al regime dell'esclusione, previsto per contrastare i fenomeni di doppia tassazione, ai dividendi derivanti da partecipazioni detenute, direttamente o indirettamente tramite controllate, in misura non inferiore al 10%. L'idea sarebbe quella, viene riferito, di lavorare a una rimodulazione per evitare la doppia tassazione e rendere, dunque, la misura più equa. Resta, comunque, la questione delle coperture visto che, relazione tecnica alla mano, l'intervento sui dividendi porta allo Stato un miliardo l'anno. E l'input ribadito a più riprese dal ministro Giorgetti e della premier Meloni è quello a non andare in alcun modo a intaccare i saldi. Ma si starebbe, comunque, lavorando a una soluzione tecnica sulla questione.
Un'altra possibile modifica potrebbe riguardare, poi, la stretta sugli affitti brevi anche se la premier (che ha comunque demandato la decisione finale al Parlamento) ha recentemente difeso la ratio della misura che punta a favorire gli affitti lunghi in favore delle famiglie. Secondo fonti qualificate della maggioranza queste, al momento, sarebbero le principali limature alla legge di bilancio alle quali si starebbe lavorando. C'è poi il capitolo Ponte: con tutta probabilità dovranno, infatti, essere rimodulate le tabelle del bilancio per poter consentire la "blindatura" dei fondi dell'opera della quale ha parlato anche Matteo Salvini. Altra misura che potrebbe cambiare è quella che subordina il pagamento dei compensi agli autonomi da parte delle Pubbliche amministrazioni alla verifica della loro regolarità fiscale e contributiva. La norma "non può rimanere in questi termini perché è discriminatoria" nei confronti degli autonomi, osserva il deputato della Lega Andrea De Bertoldi spiegando che "stiamo lavorando per trovare una soluzione". Insomma, correzioni limitate nonostante i partiti, anche di maggioranza, siano in pressing per provare a incassare altro.
Così la Lega spinge per un allargamento della platea dei beneficiari della pace fiscale. "Noi abbiamo sempre detto - sottolinea il senatore Claudio Borghi - che la rottamazione non doveva applicarsi agli evasori totali ma come è scritta adesso è troppo limitante" con l'esclusione dei carichi derivanti da accertamenti. Ma fonti di governo spiegano che, allo stato, è difficile ipotizzare un'estensione della platea anche e soprattutto per una questione di coperture. Sempre dal Carroccio, che si riunirà prossimamente e deciderà collegialmente le modifiche da fare, potrebbero arrivare richieste anche sul fronte pensioni. "Tenteremo ogni strada possibile", spiega un esponente di spicco del partito, per provare ad allargare il numero dei beneficiari del congelamento dell'innalzamento dell'età pensionabile che scatta dal 2027.
Le opposizioni, dal canto loro, sono al lavoro su un pacchetto di modifiche che riguarderanno in particolare i temi dei salari, della salute e della crescita. Intanto da lunedì prenderanno il via le audizioni in commissione Bilancio al Senato. Ancora da capire chi saranno i relatori del provvedimento che potrebbero essere 4: uno per ogni partito di maggioranza. In pista per FI c'è Dario Damiani, che ha già ricoperto questo ruolo, Claudio Borghi per la Lega (anche se si era parlato anche di Massimo Garavaglia), Mario Borghese per Nm e uno tra Matteo Gelmetti e Guido Liris per FdI. "Lunedì iniziano le audizioni - attacca il capogruppo Dem al Senato Francesco Boccia - e ancora non sanno chi dovrà rappresentare la maggioranza. Non si era mai vista una manovra che comincia senza un relatore, bloccata dalla sfiducia reciproca tra i partiti di governo". Il leader della Cgil Maurizio Landini sarà intanto a Firenze contro la manovra il 7 novembre e l'Usb ribadisce lo sciopero generale del 28 novembre e una manifestazione a Roma il 29 contro la "manovra di guerra".
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