Calabria, il presidente Occhiuto (indagato per corruzione) si dimette ma si ricandida: “Non mi farà fermare”

Al voto in autunno

L’annuncio a sorpresa arriva sui propri canali social giovedì sera. Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria che lo scorso 12 giugno aveva comunicato con le stesse modalità di essere indagato per corruzione in una inchiesta della Procura di Catanzaro, si dimette.
Ma la scelta del governatore forzista non è quella di “cedere” alla magistratura, anzi. Occhiuto intende ricandidarsi alla guida della Regione, tornando al voto già questo autunno assieme a Toscana, Campania e Veneto. Questo perché, come sottolinea nel video Occhiuto, “ho deciso di dire ai calabresi: siate voi a scrivere il futuro della Calabria, siate voi a dire se la Calabria si deve fermare o se questo lavoro deve proseguire. Tra qualche settimana, quindi, si andrà a votare, e saranno i calabresi a decidere il futuro della Calabria, non altri”.
Occhiuto rivendica il lavoro svolto da presidente della Regione e lo fa da riprendendosi nel cantiere della metropolitana di Catanzaro. “Ma avrei potuto portarvi in tanti altri luoghi della Calabria – a Sibari, nell’ospedale della Sibaritide; a Vibo, nell’ospedale di Vibo; a Palmi; nei cantieri degli aeroporti; in quelli della SS106 – per farvi vedere quante opere si stanno realizzando e quante opere oggi si vorrebbero fermare”, dice Occhiuto.
Che però non punta il dito contro la magistratura che lo ha tirato in ballo nell’indagine per corruzione: “Ho sempre detto che in una Regione complicata come la Calabria i magistrati devono fare il loro lavoro serenamente. D’altra parte, io ho chiarito ogni cosa, non ho nulla da temere dall’inchiesta giudiziaria”. Nel mirino di Occhiuto finiscono invece “tutti politici di secondo piano, tutti questi che in politica non hanno mai realizzato nulla per la Calabria in tanti anni. Ce l’ho con questi odiatori, con queste persone arrabbiate con la vita, che tifano per il fallimento della Calabria, che quasi sono contenti quando si parla male della Calabria”.
Il problema sottolineato da Occhiuto riguarda coloro che “utilizzano l’inchiesta giudiziaria come una clava per indebolire o per uccidere politicamente il presidente della Regione: non sarà così”. Il governatore calabrese si smarca dall’ondata giustizialista: “Io penso che in un Paese civile nessuno debba dimettersi perché riceve un avviso di garanzia, nessuno”. Ma l’effetto dell’inchiesta a suo carico, che lo ha spinto alle dimissioni, ha avuto contraccolpi sull’azione di governo: “Nella mia amministrazione oggi sta succedendo che è tutto bloccato: nessuno si assume la responsabilità di firmare niente, tutti pensano che questa esperienza sia come quelle precedenti”.
Il mandato di Occhiuto sarebbe normalmente scaduto nell’autunno del 2026. Dopo l’annuncio delle dimissioni le forze di maggioranza che lo appoggiano in Calabria, ovvero Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, hanno confermato il loro sostegno a e la fiducia in vista del ritorno al voto.
l'Unità