Basta politica e diplomazia, l’Occidente usa la guerra per salvarsi

La legge del più forte travolge il mondo
Solo la guerra può salvare l’Occidente dalla crisi dei suoi valori e dai fallimenti del mercato. E così l’occidentalismo (che assomiglia molto al suprematismo bianco) diventa l’unica ideologia ammessa

Sono convinto che Giorgia Meloni soffra vedendo Gaza rasa al suolo dalle bombe, e sapendo che decine di migliaia di bambini sono morti, molti sono mutilati, moltissimi sono orfani perché l’esercito israeliano ha ucciso i loro genitori. Si dispiace e soffre né più né meno di come soffriamo noi, e i trecentomila che hanno sfilato qualche giorno fa a Roma contro Netanyahu, e le altre decine o forse centinaia di migliaia che sfileranno domani, chiedendo anche lo stop al riarmo.
Non credo affatto che Giorgia Meloni sia contenta di dover alzare la spesa militare del nostro paese, anche perché non sa dove trovare i soldi, e teme di dover tagliare il welfare oppure aumentare le tasse. E come lei io credo che moltissimi leader politici della destra o del centro, o anche di frange della sinistra che sono favorevoli al riarmo e che appoggiano l’azione di Netanyahu o quantomeno non sono disposti a condannarla, siano in inorriditi dalle barbarie commesse in questi due anni dall’esercito di Gerusalemme. Non penso proprio che i pacifisti, ai quali mi sento molto vicino, debbano rivendicare una loro superiorità morale o etica. Non c’è. C’è solo un modo diverso di vedere le cose e di intendere la politica.
E allora?Allora il problema è molto semplice. Siamo entrati in una fase della storia nella quale la politica è scomparsa. Chi la invoca è una minoranza battagliera ma debole, legata ancora a principi e idee che sono stati sconfitti prima dal liberismo e poi dalla crisi del liberismo. Chi invece ha preso atto della morte della politica, si adegua. Giorgia Meloni aborre la barbarie israeliana, ma sa benissimo che opporsi le produrrebbe dei grandi svantaggi e forse è anche convinta – credo a torto – che produrrebbe dei grandi svantaggi all’Italia. Sa che la guerra dell’Europa alla Russia è insensata e che esistono tutte le condizioni per trattare con Putin, ma sa anche che l’establishment dell’Occidente non vuole trattare, in realtà neanche Trump, e che contrapporsi all’establishment dell’Occidente è una cosa molto pericolosa. Così stanno le cose. La guerra ha totalmente detronizzato la politica e l’ha ridotta a un suo accessorio. Persino l’etica è stata sostituita dalla logica della guerra e quindi della potenza militare.
Io personalmente trovo abominevole il regime iraniano (lo penso anche di molti altri regimi…). Ma non riesco francamente a capire con quali diritti si possa decidere di annientare uno stato straniero e per di più spacciare questa azione terroristica come un’iniziativa a grande valore morale. È puro terrorismo, come quello dell’Isis ma su scala più grande. Sono occidentale e intriso di cultura cristiana e illuminista ma rabbrividisco (forse proprio per questo) quando sento sparger la retorica della superiorità dell’Occidente. L’idea stessa che possa esistere la superiorità di una parte della razza umana su un’altra parte (peraltro numericamente molto superiore) a me sembra una idea che dimostra l’inferiorità intellettuale e morale di chi la professa. L’Occidentalismo in modo evidentissimo è il dna del razzismo. È una teoria, o una ideologia – o un sentimento – che anche nelle sue espressioni più moderate e acculturate coincide quasi del tutto col suprematismo bianco. Eppure è proprio l’Occidentalismo e la teoria della superiorità dell’Occidente la bandiera delle guerra dell’Occidente.
L’invasione dell’Iran, quasi mezzo secolo dopo l’instaurazione del regime degli ayatollah, avviene sulla base di un calcolo politico semplicissimo: siamo molto più forti militarmente di loro e possiamo godere della crisi della Russia che permette all’occidente mano libera in medio oriente. Come si può riassumere questa posizione? Nella semplice affermazione che è la guerra che comanda e tutto il resto diventa una ricaduta e una variabile dipendente della guerra. È curioso il contrasto tra questo punto di caduta del liberismo occidentale, che diventa occidentalismo e dichiarazione della superiore cultura e tradizione occidentale, e le grandi idee prodotte dall’Occidente, e cioè da Gesù e da Voltaire. È questo contrasto che testimonia la crisi drammatica dello spirito occidentale e della sua trasformazione in suprematismo e barbarie. La svolta guerrafondaia ha due origini ben distinte.
Quella immediata viene dalla Russia. Che con l’invasione dell’Ucraina ha rotto l’equilibrio della stessa guerra fredda. Cosa era la guerra fredda? Un modo per combattersi senza sparare. Un sistema di politica e propaganda, e comunicazione di massa, che permetteva a due blocchi di contrapporsi, di difendere le proprie ideologie, anche di compiere azioni militari oppressive senza arrivare allo scontro militare diretto. Era un buon sistema? Non so, sicuramente era un sistema che depotenziava il potere militare. E toglieva l’ideologia della guerra dall’immaginazione dello spirito pubblico. Putin ha rotto questo equilibrio, convinto che invece l’equilibrio non si sarebbe rotto, e l’Occidente non sarebbe intervenuto a favore dell’Ucraina, e quindi la Russia avrebbe potuto fare quello che l’America aveva fatto in Jugoslavia, in Iraq, in Afghanistan e altrove nei primi anni del secolo senza che la Russia o la Cina si opponessero. La reazione americana a Putin è stata imprevista e ha prodotto la scintilla che ha incendiato il mondo.
La seconda origine del guerrismo sta nella crisi del capitalismo. Forse certificata soprattutto dal Covid. E dalla presa d’atto che il mercato – al di là di ogni certezza precedente – non era assolutamente in grado di gestire da solo, senza cioè il supporto dello stato o anche dello statalismo, situazioni economiche e sociali troppo complesse. Il crollo del liberismo reaganiano, che aveva dominato il mondo per mezzo secolo, ha reso necessario il salto al capitalismo di guerra.
Come usciamo?Io credo che solo il ritorno in campo di una sinistra seria e socialista possa cambiare le cose e i rapporti di forza. Cioè possa rianimare la politica. E infatti noto che i giornali di destra , qui in Italia, sembra non abbiano in testa nessun’altra idea che aggredire la sinistra, i suoi partiti e i suoi dirigenti. L’odio verso personaggi come Elly Schlein e Maurizio Landini è evidentissimo, quasi maniacale. È logico che sia così. La necessità di un ritorno in campo della sinistra è quasi identico al timore che questo avvenga
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