Basket - Pagelle - Iroegbu prende in mano la squadra. Il fantasma di Freeman spaventa Varese - Sport - Varese News

ALVITI 5 – Il tabellino è migliore rispetto alla prestazione: 11 punti e 9 di valutazione non sono cifre da buttare, ma il primo tempo è di nuovo troppo abulico per essere vero. Qualche raggio nella ripresa quando Iroegbu trova le geometrie per servire Alviti laddove è più pericoloso: speriamo abbiano preso le misure per il futuro. Ma nel finale arriva un’altra tripla maltirata nel momento dell’ultimo break lagunare.
MOORE 6,5 – I veneziani gli lasciano spazi da fuori, forse memori degli errori dall’arco precedenti, e lui li punisce nel primo quarto martellando il canestro di triple. Poi si perde un po’, vai a capire se per una serata meno brillante del solito o se per condizioni tattiche che mutano, per esempio quando Kastritis va con il doppio play. Nel complesso comunque, il suo contributo non manca: 5 rimbalzi, 4 assist.
ASSUI 5 – Non gli si chiede la Luna, ma anche a Venezia appare lontano da quella tigre capace di andare su tutti i palloni e su tutti gli avversari, ammirata in primavera. Deve forse fare un richiamo atletico e uno mentale per tornare a crescere. Due errori al tiro, ma non è di questo che si discute.
NKAMHOUA 6,5 – D’accordo che è un perno obbligatorio per questa squadra, ma Kastritis dovrebbe forse valutarne meglio l’impiego. Come contro Trento, Olli deve andare a rifiatare quando ci sarebbe più bisogno di lui, e con il finlandese in panchina per gli avversari è tutto più facile. La difesa di Venezia riesce a limitare Nkamhoua più di altre, ma le sue giocate non mancano: 15 punti, 8 rimbalzi, 2 stoppate e 2 assist oltre a qualche sbavatura come le 4 palle perse.
IROEGBU 7 (IL MIGLIORE) – Benvenuto a bordo: osserva i compagni nei primi minuti, si limita a gestire la squadra nel giro iniziale sul parquet e poi sale di tono diventando subito il top scorer della Openjobmetis. Prova molto incoraggiante, anche a livello di assistenze (4 quelle a referto) perché Renfro in un paio di occasioni non riesce a chiudere i giochi a due. La strada è quella giusta, anche a livello di fisicità sui due lati del campo. E con un pizzico di fortuna in più negli ultimi assalti, forse staremmo parlando di un verdetto differente.
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LIBRIZZI S. V. – Ci prova come era giusto, ma non ci riesce come era plausibile. Un sottotono giustificato dalle condizioni di salute: Kastritis lo sa e lo tiene seduto dopo il primo esperimento.
RENFRO 5,5 – Giudizio sospeso nei dintorni della sufficienza: quando alza il volume – difesa e rimbalzo – la squadra ne beneficia come, ad esempio, nei 5′ che precedono l’intervallo. E quando rende dietro, trova qualche bella giocata anche in attacco. Poi però smette di essere pericoloso perfino nelle situazioni di pick’n’roll: spesso non riesce a chiuderle e non solo in occasione della schiacciata sbagliata (sarebbero stati due punti pesantissimi). Schiarato insieme a Nkamhoua, comunque, dà maggior senso al quintetto.
LADURNER S. V. – Due minuti, due punti con bel gancio. Ma troppo poco per un giudizio vero.
MOODY 6 – Bocciarlo, stavolta, non si può perché il suo contributo arriva ed è maggiore rispetto ad altri compagni. Detto questo, non riesce ugualmente a recitare la favola del giocatore sull’orlo del taglio che si riscatta per il rotto della cuffia e si trasforma nell’uomo decisivo. Lo fosse, avrebbe segnato quella tripla nel finale, da solo, con i piedi per terra, invece di spedire la palla sullo spigolo del tabellone. Un errore “alla Moody” di quelli classici. Comunque, bene che abbia ritrovato un minimo di basket: contro la Virtus servirà anche lui.
FREEMAN 4,5 (IL PEGGIORE) – Si traveste da fantasma per Halloween e spaventa tutti i tifosi di Varese. Seconda partita in cui non trova alcuna collocazione, perché se manda sul ferro tiri ben costruiti e con spazio davanti a sé, diventa completamente inutile. Continua con la maledizione della “gara dell’ex” dopo le stecche di Alviti con Milano e Trento.
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