Aumenti di stipendi alla Regione, è bufera

GUARDA IL SERVIZIO VIDEO. “All’irresponsabilità di alcuni sindacati si è aggiunta certa politica in un pomeriggio in cui sono stati sparati numeri senza cognizione di causa: a questo gioco non voglio partecipare”. L’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti torna con queste parole sulla polemica scaturita ieri dallo strappo con Cgil e Cisal sullo stop alla norma su aumenti salariali e welfare nel Comparto Unico. Nel pomeriggio di ieri avevano preso posizione, contestando Roberti, sia le due sigle che diversi consiglieri regionali di minoranza. In particolare i due sindacati avevano evidenziato come non ci sarebbe stato alcun “no” all’assessore, bensì una richiesta di fare ancora uno sforzo per migliorare la proposta che portava ad aumenti complessivi del 9.5%, inferiori all’incremento dell’inflazione del 16.
“Di percentuali ne potrei fare anch’io, forte di un bilancio record, ma il gioco è bello quando è leale – commenta Roberti -. A me interessa il risultato da mettere nelle tasche dei lavoratori del comparto per il prezioso lavoro che fanno, col cuore in pace per non aver preso per i fondelli nessuno per un facile consenso”. La manovra riguarderebbe 12 mila lavoratori del settori pubblico regionale. Cgil ha annunciato per martedì una manifestazione di protesta a Trieste.
Le polemiche politiche intanto non si placano: «Il ritiro dell’emendamento, da parte dell’assessore Roberti, sugli aumenti salariali nel comparto unico non è accettabile – evidenziano i consiglieri regionali Pd Francesco Martines, Massimiliano Pozzo e Laura Fasiolo – È necessario invece arrivare con la massima celerità alla firma di un “buon contratto”, mentre la loro collega di partito Manuela Celotti aggiunge come “il giusto trattamento ai lavoratori del comparto unico non è una questione di demagogia, ma di sostanza”. Il consigliere di Open Fvg Furio Honsell infine punge: “Roberti non si nasconda dietro ai sindacati: l’inflazione sta corrodendo i salari”.
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