Su pace e diritti Papa Leone XIV già nel mirino della Chiesa reazionaria

La prima messa del Pontefice
Il nuovo Papa fa sapere che si prenderà del tempo per riorganizzare la Curia e conferma nell’omelia in Cappella Sistina la vocazione sinodale del suo pontificato.

Tutti fermi ai loro posti, per il momento. La prima decisione di governo di papa Leone XIV è prendere tempo, per riflettere e per pregare, prima di decidere, perché ha davanti un compito impegnativo. Deve valutare chi confermare e quali cambiamenti apportare all’organigramma della Curia romana. Infatti con la morte del Papa cessano gli incarichi di vertice – prefetti, segretari di congregazione, la presidente del Governatorato dello stato vaticano – e spetta al nuovo pontefice decidere chi confermare o meno. Così ieri un breve comunicato ha spiegato che “il Santo Padre desidera riservarsi un certo tempo per la riflessione, la preghiera e il dialogo, prima di qualunque nomina o conferma definitiva”.
Intanto si è svolta nella mattina la prima messa con i cardinali nella Cappella Sistina, sgombrata in tempi rapidissimi. Nell’omelia Leone ha voluto riflettere sul brano del Vangelo di Matteo in cui Gesù chiede ai discepoli “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Due le risposte possibili, valide anche per oggi, ha notato il papa. La prima è la risposta del “mondo” del benessere; la seconda è la risposta della gente comune. I primi sono “i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere”. Questi “sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco”. Poi abbiamo le persone che considerano Gesù “un uomo retto, uno che ha coraggio, che parla bene e che dice cose giuste”; lo seguono, certo, ma “lo considerano solo un uomo, e perciò, nel momento del pericolo, durante la Passione, anch’essi lo abbandonano e se ne vanno, delusi”.
Anche oggi, ha considerato il papa attualizzando il Vangelo, “non mancano poi i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto”. Da qui l’esortazione a vivere il cristianesimo in modo vero, efficace, dando una testimonianza di unità e di annuncio per tutti. Dunque una prima omelia di carattere spiccatamente pastorale, iniziata con un saluto in inglese e proseguita in italiano. Intanto la Prefettura della casa pontificia, che si occupa di gestire e programmare l’agenda degli impegni, ha confermato per domenica la prima recita del Regina Caeli in piazza san Pietro. Il 18 inizierà il pontificato con una messa sempre in Piazza.
Lunedì, dopodomani, il Papa incontra la stampa mondiale, venerdì 16 il Corpo diplomatico. Siamo all’inizio ma il pontificato entra nel vivo. Quanto alle reazioni verso la figura del nuovo Papa, ci sono gli irriducibili account social del mondo conservatore pseudo cattolico che naturalmente criticano. Gli altri siti conservatori (tra tutti: “The Pillar”, molto letto soprattutto in Curia) avanza una timida apertura di credito, con un tono ironico e fuori luogo. Così ad esempio Ed Condon, uno dei responsabili editoriali, la butta sul tifo sportivo: “Molti hanno notato il riferimento pungente di Leone sull’importanza di essere una Chiesa sinodale. Certo, la sinodalità è diventata una sorta di test di Rorschach negli ultimi anni. Ma la madre di Papa Leone era una tifosa dei Cubs, e suo padre a quanto pare era un tifoso dei Cardinals, e lui è un tifoso dei Sox. Secondo qualsiasi ragionevole valutazione, quella famiglia avrebbe dovuto disgregarsi, violentemente. Eppure è stata così felice da produrre una vocazione che ha portato alla cattedra di Pietro. Questo è ciò che chiamo sinodalità”.
Un modo per screditare e avanzare dubbi senza dirlo. Più seria la posizione di mons. Vincenzo Paglia. La scelta del nome del nuovo Papa, ha commentato, “è una strada chiarissima, quella della Dottrina sociale dell’immediato predecessore Leone XIII. La via della giustizia e dei diritti e della pace come precondizione per un mondo vero e umano”. “La via della Chiesa oggi è un atteggiamento di misericordia, non di condanna. Le persone hanno bisogno di chi sia vicino ed attento alle sofferenze. Abbiamo delle periferie esistenziali di cui prenderci cura. Il Vangelo è una palestra di attenzione e misericordia, non condanna”. Analisi più seria, da parte di un arcivescovo che ha una conoscenza diretta del nuovo Papa, il che non si può dire per molti dei commentatori di oggi.
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